venerdì 14 gennaio 2011

Beato

14 gennaio 2011

Dopo tanti anni di attesa, finalmente e' venuta la notizia che Toniolo Giuseppe sara' dichiarato Beato..
Per chi ha conosciuto quella figura di sociologo e di cristiano non puo' se non godere di una grande gioia
oggi.

Ecco la notizia e la fonte di essa:


Giuseppe Toniolo verso la beatificazione



ROMA, venerdì, 14 gennaio 2011 
Il mondo visto da Roma.-
 “La sua vita fu soprattutto armonia, della mente e del cuore, dell’ingegno e del sentimento”: con queste parole il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, ha ricordato il venerabile Giuseppe Toniolo apprendendo “con viva soddisfazione e immensa gioia spirituale che il Santo Padre ha approvato oggi il miracolo attribuito alla sua intercessione”. Questo atto, infatti, conclude l’iter che precede il rito di beatificazione la cui data deve essere ancora fissata.
(cfr.: di Chiara Santomiero, Giuseppe Toniolo verso la beatificazione in ZENIT.org [ ZI110114]).

domenica 9 gennaio 2011

Aspetti negativi e positivi di civilta' e loro possibile soluzione in Cristo nella visione di Toniolo

L'AZIONE REALIZZATRICE DELL'UOMO. CIVILTA' E CRISTIANESIMO

Il presente studio parte da questopostulato:La morale,insegnata dalla Chiesa,
e' comunicazione di Vita ricevuta e riscoperta; e' lo studio della Vita della Chiesa, delle sue leggi di crescita per comunicare la Vita e riscoprirla personalmente.
Questo postulato e' pienamente intonato con la dottrina teologico-morale espressa negli scritti da Toniolo, ne e' anzi una derivazione(1).




INTRODUZIONE.
1- Inquietudini.
2- Una risposta
3- Un'intuizione feconda?

"saranno sempre pochi coloro
che attueranno in se'
un autentico incontro con Cristo,
ma questi pochi saranno in grado
di testimoniare e riflettere
Cristo piu' luminosamente."
(Ell Ernst, Gli adoleseenti, chi sono cosa vogliono,
Torino , Editrice Elledici, 1968,pp.•189-190.)

1- Inquietudini di oggi.
Oggi riesce antipatica una fede che viene proposta a livello di ragione e di raziocinio.Riesce antipatico l'ironizzare sulle religioni di altri per il semplicismo che ci puo’ essere in quelle.
Oggi si vede che altre religioni hanno dato e danno un apporto di civilta’ considerevole e manifestano delle riechezze umane veramente autentiche. Si scorge il fervore e l'impegno che scaturisce da altre fedi. Ci si trova di fronte ad una nuova realta’, un pluralismo di culture, reso noto dalla estrema camunicabilita’ di notizie a raggio mondiale. Ed in questo pluralismo di culture, si scorgono delle adesioni a principi religiosi o pseudoreligiosi, che dimostrano la concretezza dell'apporto della religione al progresso di numerosi valori umani.

Il Cristianesimo presentato e vissuto in modo poco umano, scarsamente concreto, assolutamente non vivo; proposto per lo piu’ in modo concettuale ed astratto; incomprensibile talora nel suo linguaggio; poco degno di affidamento nella sua concretizzazione nelle persone, nella Chiesa, negli istituti o forme organizzative stabili, rende meno accettevale Cristo, o Lo fa porre dalla mente umana nella scia di qualsiasi altro fondatore di una religione. “La vita di Cristo non ha senso per chi vuol vivere la vita dell'uomo”!...La vita cristiana puo' sembrare non aver valore per chi vuole sentire appagate le sue profonde brame per un mondo migliore, per una societa’ piu’ giusta, per individui meno isolati e piu’ solidali.

La morale cristiana appare un'astrazione fondata su di un'altra astrazione. Principi disincarnati dovrebbero servire alla realta’ concreta umana basandosi su altri principi dogmatici piu’ astratti ancora, essendo essi proposti e non vissuti. Si argomenta che essi sono astratti, perche’ solo pensabili e non vivibili. Se infatti sono proclamati da una mente, da un libro, da un microfono e non rappresentati da una vita che viene a contatto personale di un’altra vita, sono astratti e non credibili. E difatti e’ in questo contatto personale che la Verita’, a causa dell'azione del divino, diviene feconda di una rigenerazione ricreativa assimilatrice: proprio in tale situazione la verita’ diviene capace di arricchire di se’ l’altro: di rigenerare l'altro. Si ha infatti un tu personale o sociale di fronte ad un altro tu personale o sociale, palpitante della stessa vita umana, conscio dei problemi umani, partecipe della cultura umana, dotato della medesima tensione al progresso, inquietato dall'identico anelito profondo, che in ogni uomo agisce come spinta all'azione, al perfezionamento e a quella felicita’ in cui tutti vivano della stessa conquista definitiva.
Un tale tu per tu non puo’ essere estraneo ad uno scambio di ricchezza, ad una realizzazione di vita.(2)
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Note:
(1)TONIOLO G. , Indirizzi del sapere contemporaneo e la Chiesa, 1911: OO,serie V, vol.2, p.187.
Id. , Il rinnovamento sociale dei cattolici germanici,1906: OO, serie V, vol.2, pp.76-77-78, ove il Toniolo parla della testimonianza della Chiesa e della Chiesa nella testimonianza.
(2) Haering Bernard, Morale speciale: La Legge di Cristo, vol 2, Brescia Morcelliana, 1962,pp.454-4
2- Una risposta.
E' questa problematica, sono questi interrogativi che trovano un'ampia risposta nella costruzione cristiana di Giuseppe Toniolo.
La sua e’ una costruzione, una sintesi della vita umana autentica. Da quella sintesi scaturisce un'idea: Cristo, il Gesu’ Signore della storia, vivo per uomini vivi. Il Kyrios per uomini in cammino su un terreno accidentato problematico, oscuro, ricco di avanzamenti e di retrocessioni; per uomini in cammino su un cammino storico, sempre incerto da parte umana, eppure sempre saldo e sicuro per la parte divina che si e’ riversata in esso.
Toniolo da’ la risposta all'anelito piu’ profondo di oggi, svolgendo una sociologia cristiana tutta intessuta su un'idea teologica, che non e’ dogma, nemmeno morale, quando non si intenda per tutto cio’ ”vita”: vita profonda, reale, concreta, vita che parla a vita, tu che si apre al tu, un tu personale che si comunica ad un altro tu personale. La sua idea e’proprio su questa linea.
Si convince di un NOI comunitario di persone rigenerate che si apre ad un noi sociale di altre comunita’ e che con lo Spirito di Cristo che lo anima e lo muove nella vita concreta renda quelle Comunita' unite tra loro, mentre sono sostenute da un unico anelito o forza vitale.

Un tu morale in cammino aperto ed in relazione costruttiva con un tu sociale pur esso in cammino nella storia: il popolo di Dio di fronte all'umanita’. Entrambi progredienti verso la pienezza della civilta’, che tutto risolve, che tutto appaga, ed il cui essere concreto e’ ben preciso, perche’ e’ il Tu a cui converge ogni storia e tutta la storia, Cristo.
Non un fondatore di religione sta alla base della vita cristiana, ma una vita vivente in modo personale, che accosta la vita vivente di altre persone e produce una reazione a catena per contatti vitali fecondi e rigeneratori di altri contatti vitali fino a formare un NOI. E' il Cristo mistico della storia capace di formare, nella massima espansione della storia, la civilta’ cristiana, quella che si chiama ora " la civilta' dell'amore"; e capace di creare al culmine di cio’ che e’ storia e che  sara' in procinto di cambiare nome per non essere piu' storia, ma eternita', una realta’ nuova: la citta'umana di Cristo atta ad accogliere la Gerusalemme celeste.
Per Toniolo non esiste il Cristianesimo in quanto tale che non sia vita personale in Cristo. Ed egualmente non esiste il dogma cristiano in quanto tale; non esiste la morale cristiana in quanto tale (1). Esiste in invece il Cristiano vivente che e' di Cristo; esiste la Chiesa vivente che e' di Cristo; esiste Cristo che e' Dio "per 1'uomo"; esiste Dio, che e' entrato personalmente nella storia e nel mondo, per cui la storia e il mondo sono del cristiano, della chiesa, perche' sono di Cristo che e' Dio.
Cristo e' allora non un fondatore qualsiasi, ma e' la vita della storia e del mondo; e la storia e' di Cristo: la vita e' della Vita. E del resto perche' Cristo avrebbe detto: "Ma viene 1'ora ed e' adesso in cui i genuini adotatori adoreranno il Padre in spirito e verita'.; il Padre infatti tali vuole i suoi adoratori. Dio e' spirito, e i suoi adoratori in spirito e verita' devono adorarlo",(2) se non perche' il Cristianesimo non e' solo un contenuto, ma la stessa vita che nelle persone vive esprime una concreta ricchezza di Vita?(3)
Perche'  la Didache' dice(4):"Venga la grazia e passi questo mondo! Osanna al Dio di David. Chi e' santo di avvicini all'Eucaristia, chi non lo e' si converta con il Battesimo. Maranatha. Amen. Lasciate che i profeti rendano grazie a loro piacimento...non chiunque parla per ispirazione e' un profeta, ma solo colui che si comporta come il Signore"? se non perche' il Cristianesimo e' una realta' di vita che si alimenta, nasce, vive nelle persone vive e progressivamente si manifesta nell'attesa della Persona di Cristo?
E S. Agostino(5 )perche' invita a cercare Dio dentro di se', se non perche'il dogma , la morale, il Vangelo, il Cristianesimo integrale e' primariamente Cristo stesso vivo in colui che lo ama: non una realta' esterna alla comunita' credente ed alle persone che la compongono?
Solo cosi' si capisce 1'invito di Cristo alla conversione continua(6) ed il detto dell'apostolo che noi siamo edificio di Dio(7); solo cosi' si capisce cos' e' essenzialmente nel Cristianesimo Scrittura, dogma, morale, diritto, filosofia. Sono vita ricevuta, vita partecipata, vita vissuta personalmente. Sono realta' irrinunciabili(8). Infatti sono realta' di vita personale, che scaturisce, si dimensiona e si costruisce sulla Vita -Persona, che e' Gesu': su di essa, con essa, e mai senza di essa.
Di qui! prende senso la liberta' personale, la responsabilita', la solidarieta': in una parola, la morale responsabile. Di qui assume i eontorni esatti il concetto di fede integrale: e' l'uomo, la societa' la storia nei suoi aspetti di valore duraturo, e' l'autentica civilta' nascente che si identifica, nel decorrere della soria,con il Cristianesimo vissuto.
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(1) TONIOLO GIUSEPPE, _Lettera al marchese A. Albergotti :Lettere,v.1,Citta’ del 'Vaticano, Ed. Comitato 0.0. di G.Toniolo,1952,pp. 285-287 "Legittimiamo noi credenti quell'errore di non pochi scrittori odierni… che la stessa morale cristiana sia, po'su po' giu' uno sviluppo di quella stoica; e cosi’ tutta la civilta’ sia figlia della perfettibilita’ naturale e non gia' di Cristo, alfa ed omega della storia dell'incivilimento.": OO, serie V, vol 1,pp.110-112.
(2) JO.4t23-24:Mons. Garofalo, Il Nuovo Testamento: La Sacra Bibbia,vol3,Torino,Marietti, 1961, pp,228-229,nota 23:...un culto spiri le universale, ma non per questo soltanto interiore.
(3) Babin P., I giovani e la fede , Roma, Edizioni Paoline, 1965,pp.302303
4) Corti Guglielmo, I Padri Apostolici2,Roma,Citta'. Nuova Editrice, 1967,p.37 e note 33-34.-
(5) S. Aurelii Augustini, Confessionum libri XIII, cum notis P.H.Wangnereck, Torino, S E I ,1952,L. Xl,c.9,p.440: "audiat te intus sermocinantem qui potest"; L.XIII,c.37,p.553:"tunc enim sic requiesces in nobis quemadmodum nunc operaris in nobis".
(6)HARING B, La legge di Cristo3, v.1 Brescia, Morcelliana, 1964 pp 471-474.
(7) HARING B., o, cit.,p.473: commento a 1 Pet. 2,5.
(8) KUNG Hans, La Chiesa2, Brescia, Queriniana, 1969,pp.13.14-15:
" Non esiste una 'essenza' della Chiesa in un immutabile iperuranio..., ma soltanto nella storia della Chiesa...Non c'e' una'dottrina'dellaChiesa intesa come immutabile sistema metafisico ontologico, bensi' soltanto una dottrina in rapporto con la storia della Chiesa, del dogma, della teologia, cioe' essenzialmente eondizionata dalla storia(p. 13)...L'ecclesiologia deve lasciarsi determinare da quella che e' la sua origine: dall'ekklesia Questa origine non e' semplicemente una situazione storica e meno ancora un principio trascendentale ideato dalla filosofia e che si esplica nella storia della chiesa. E' invece un'origine 'data', 'posta', 'costituita' In modo assolutamente concreto: secondo la fede della Chiesa, attraverso i grande intervento storico di Dio stesso in Gesu' Cristo tra gli uomini, a favore degli uomini e quindi in definitiva anche mediante gli uomini.

3- Un'intuizione feconda.
Alla luce di questa sintesi della vita umana, la morale assume una
definizione nuova, essa e' la vita stessa di Cristo presente a ciascuno, essa e' la vita del Cristianesimo, che non e' fatto passato, ma la vita dell'uomo vivente in Cristo, ma la parola viva dell'uomo che accoglie Cristo, Cristo vivo nel fedele, Cristo vivo nella Chiesa, Cristo vivo nei Sacramenti segni viventi; Cristo vivo nel sacerdozio vivente del laico, del clero, del vescovo, del Papa. Cristo vivo nell'uomo che lo accoglie e che, guardando a Lui, trasforna il suo mondo. Essa ancora e' Cristo vivo nell' autorita' vivente e nel fedele ossequiente; Cristo vivo nella guida che vive il suo cammino con il Popolo di Dio vivo, il Popolo vivo che cammina con i suoi pastori nella storia che si fa salvezza, cioe' Vita nella vita; Cristo vivo nella realta' redenta che si fa piu' umana.
I nostri sforzi d'ora in poi dovranno essere tesi a ricostruire 1'unita' della realta', mistica di Cristo con la vita concreta ed intera; e a riinserire in essa la vera Vita, si' che la realta' personle, sociale e umana integrale sia un mondo ordinato ed espressivo, una parola nuova che glorifica Dio nello stesso tempo che glorifica1'uomo. La morale diverra' cosi' una conciliazione operata e riscoperta tra il sacro ed iI profano, la morale sara' cosi' una nuova mistica, che non potra' partire che dall'Incarnazione del Figlio di Dio.
La coscienza morale dell'uomo vivo e cristificato si incamminera' allora ad un confronto a mo' di dialogo con la coscienza profana agnostica di chi non ha ancora accettato Cristo o non lo conosce, ma e' persona di buona volonta'. Ne seguira' una ricerca che portera' alla assimilazione dei valori nascosti o palesi nella umanita' santificata, dei principi innegabili vissuti dall'umanita' virtualmente redenta, dei suoi fini, delle sue leggi, del suo divenire e del suo creare, del suo essere e del suo soffrire. Apparira' allora una spiritualita' non disincarnata, ma vivace, vigorosa, accettabile e permeatrice(9).
In questa linea operativa si vedra' il risultato di una umanita' che merita di essere ascoltata e seguita nelle sue scelte di fede e di vita, perche' vive mostrando il volto nuovo dell'autentica civilta' indicata da Toniolo e descritta da Theilhard de Chardin con queste parole:
"Materia affascinante e forte,
 Materia che accarezzi e virilizzi, Materia che arricchisci e che distruggi,
- che confidi nelle influenze celesti,
che hanno imbalsamato e  purificato le tue acque-
io mi abbandono alle tue vene potenti.
 La virtu' di Cristo e' passata in te."(10)





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(
9) MARIGO LUCIANO, La fatica di non credere, Bologna, Edizioni Dehoniane, 1967,pp.55-56
(10) TEILHARD DE CHARDIN, Le milieu divin, Paris, Ed, Seuil, 1957,p...:
 citato da Rabut  O.A., Incontro con Teilhard de Chardin, Torino, Borla, 1962, p.124.


CAPITOLO PRIMO: - La crisi nel secolo XIX.
- Il problema
- Il ripudio del Cistianesimo
- La pseudocivilta'
- Il rinnovamento nella Chiesa come soluzione
CAPITOLO SECONDO:
- Toniolo Giuseppe: figura, posizione, opera
- L'azione che si fa creatrice.
- Valutazioni
CONCLUSIONE.


Capitolo 1


L'analisi potrà sembrare  spiccatamente partigiana, come di chi vede la realtà separata dal solco che esiste tra tutto ciò che è negativo e tutto ciò che è positivo. E’ in realtà elaborata secondo un metodo basato su uno stile antitetico. Con questo stile antitetico, l'analisi vuol porre in risalto come, nel secolo XIX e inizi del XX, il tentativo appassionato dell'uomo di cercare i più autentici valori umani in un tono di prometeica autosufficienza, cadde in deviazioni.    
Vuol dimostrare anche come il medesimo tentativo, per quanto debolmente, fattosi alleato sincero del divino,che opera egualmente nella storia rispettoso della dignità umana, abbia raggiunto aspetti e concretezze di fatti e di orientamenti altamente positivi.
Se due aspetti della medesima realta’ storica sono prensentati antitetici, ciò non definisce la realtà per la negatività o per la positività, ma la definisce come una mescolanza dei due nel predominio storico dell'uno o dell'altro, mai però senza che nell'uno non ci sia parte dell'altro. Questa antitesi nella convinzione della mescolanza e dei predomini dei vari aspetti crea anche una domanda, suscita un problema: l'uomo che costruisce la civiltà è solo? Il divino che opera nella storia dell'uomo è estraneo ai suoi avanzamenti? La crisi della civiltà non sta forse nell’agire umano in solitudine o nel ripudio di quel divino offerto all'uomo eppur adatto ad evitare ogni alienazione? A tale problema rispose Toniolo.
Qui ora spetta a noi rendercene conto, capire il secolo XIX come un secolo di incontro e di opposizione tra l'umano e il divino, capire infine che là vince l'umano dove trionfa il divino ed aprirci così al senso dell’idea di Toniolo.
Qualora invece volessimo considerare l’aspetto negativo presente nel fatto storico come il fattore impulsivo della dialettica storica, usciremmo dal pensiero di Toniolo. Non e’ infatti la deviazione, la mancanza,il disordine che promuove l’impegno per il positivo, il valore storico, il progresso civile, al piu’ e’ solo l’occasione per il risveglio di forze opposte. Per Toniolo l’elemento progressivo e pulsante della dialettica storica non e’ ne’ il fatto negativo, ne’ il fatto positivo, ma un elemento vitale che rimedia la deviazione e spinge a sempre migliori attuazioni positive di civilta’(1). E tale elemento e’ il divino personale, storico, incarnato nella comunita’ Chiesa e posseduto dal Cristianesimo storico integrale (2).
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- La crisi


1- Crisi di civilta' e le sue cause.

G. Toniolo ci da' un quadro della situazione culturale - di civilta' al tempo della  sua maturita'(1): la societa' era in crisi e, con essa, la stessa civilta'(2).
In una visione forse parziale della realta', Toniolo identifica la causa prossima di tale crisi (3) nell'influsso delle teorie socialiste (4) che sostenevano il collettivismo statale o l'anarchia sociale (5): il primo assorbendo la persona nello stato, l'altro dissolvendo la societa'. In entrambi scorgeva una duplice tendenza finalistica: la prima ottimistica, che si riprometteva il progresso infinito della civilta'e nichilista l'altra, che dissolveva la societa', che per natura e' invece organica. Utopia filosofica e materialismo scientifico mettevano in crisi e scompaginavano la societa'. Il socialismo si professava in ogni caso ateo e contrapponeva l'uomo collettivo all'uomo individuo(6).  L'interesse umano era rivolto al benessere materiale sensibile: il socialismo si professava difatti materialista, positivista e utilitarista; rinunciava al Cielo per godere la terra. La negazione di Dio era anzi la chiave di volta del socialismo di Feuerbach, Marx, Herzen (7).

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(1 ) Toniolo Giuseppe, Indirizzi e concetti sociali all'esordire del

sec. XX : Democrazia Cristiana. Concetti e indirizzi, v.2, Città del Vaticano, Ed, Comitato 0.0.di G.T.,1949, p.242.
(2) Toniolo Giuseppe: Cenni sulle crisi sociali e sulle corrispondentidottrine socialistiche, Roma, Tipografia Unione Cooperativa Editrice, 1902, 8°, 106p.
(3) TONIOLO G., Cenni sulle crisi sociali...: o. cit., p. 104.
(4) o. cit. , pp. 105-106.
(5) Catalano Franco, Storia dei partiti politici italiani, (Torino),
Ed. Eri, (1968) pp.94-104; pp. 110-128; pp.178-193. Con una abbondante bibliografia. (Risente tuttavia di spirito di parte) .
(6) TONIOLO G., Cenni sulle crisi sociali... :o. cit., p. 105;
Anichini Guido, Giuseppe Toniolo uomo di scienza e di bontà, Bari, Edizioni Paoline,(1955), pp.78-79.
(7) Tarquini Venturino, De Ecclesia et Statu iuxta G.Toniolo, (Tesi)
Roma, Pontificia Università Gregoriana, 1948, p.13 (Dattiloscritto).


Il socialismo faceva dipendere il rinnovamento della società dalla forza coattiva dello stato, o da quella, violenta della rivoluzione popolare. Si ispirava alla scienza contemporanea religiosamente scettica, razionalista, orientata alla laicizzazione di ogni istituzione, positivista e utilitarista, deterministica e materialista. E tale scienza diveniva la sua guida nelle scelte; ma tale scienza non potendosi fare maestra di civiltà, dato che ciò non le compete, era una guida falsa, che conduceva fuor di via chi se ne serviva.
Questo spiegava, secondo Toniolo, le caratteristiche non umane del sistema e le conseguenze sociali, che Toniolo constatava.
La realtà sembrava ormai proclamare che "presto o tardi" il socialismo avrebbe fruttato "lacrime e sangue ai popoli"(8).
In ogni caso il socialismo incombeva sulla cultura moderna ed appariva a Toniolo come "una sicura vendetta maturatasi attraverso quattro secoli"(9), perche’attraverso una cultura liberale-laicista, che si era resa presente in Europa, si andavano rigettando "le supreme idee religiose e scientifiche, che avevano generato storicamente la civiltà cristiana" in Europa. (10)
L'intera società e il suo vitale progresso di Civiltà erano cosi’in crisi; e questo era il centro del problema.
Tutta l'opera di Toniolo va dunque vista alla luce di una speranza: la vittoria contro la disgregazione dei valori sociali e di civiltà che si ispiravano alla verita’ del Cristianesimo, il restauro" della civiltà cristiana "nell'età novella che guarda all’avvenire”(11).
Era il 1902.

(8)TONIOLO G., Cenni sulle crisi sociali e sulle corrispondenti
dottrine socialistiche,Roma, Tipografia Unione Cooperativa Editrice, 1902, p. 106.
(9)TONIOLO G., Cenni sulle crisi sociali...:o.cit.,p.106.
(10) " " " ",p.106;
TARQUINI V., o.cit.,pp.13-15;
TONIOLO G., Provvedimenti sociali popolari: Democrazia Cristiana, Istituti e forme,v. 1 , Città del Vaticano, Ed. Comitato 0.0.di G. T. ,1951 ,p. 118;
ROSMINI A., Delle cinque Piaghe della Santa Chiesa, Napoli, Stabilimento C.Batelli,1849, p.109,n. 126: egli esprime un' idea simile. " Non si crede che la Chiesa abbia una missione che vuol essere ad ogni costo adempiuta: l'uomo si persuade di poter far senza di lei...Così l'incredulità toglie l'intelligenza ,cioè rende inintelligibile il sacro universale grido de' popoli cristiani, quello di libertà....Dicono di ribellarsi per una cagione...mentendo...; poiché della vera ragione per la quale si sollevano, essi hanno una profonda coscienza, e ne manca loro l'espressione...".
(11) TONIOLO G. Cenni sulle crisi sociali..., o.cit., p.106.
(continua)
CAPITOLO PRIMO: - La crisi