venerdì 17 febbraio 2012

Se io potessi dipanare la questione….

17 febbraio2012
Se io potessi dipanare la qestione, scriverei al prof. Giampiero Moret:
“ Carisimo professore, forse il pensiero e l’opera del Toniolo va rivalutata un po’ di piu’ di quello che leggo nell’Azione.
Le pagine che scrive sull’Azione sono molto belle e danno un quadro storico molto chiaro, lineare  e preciso, ma non mancano a mio giudizio delle sviste di interpretazione e di approfondimento del pensiero e dell’opera di Toniolo.
Molto buona la sua interpretazione dell’associazionismo nel concetto di Toniolo, ma mi sembrano  deboli alcune affermazioni che riguardano l’interpretazione del concetto  di politica  come azione puramente partitica e le affemazioni che riguardano il mancato impegno pre-politico del Toniolo. A me non sembra poi che si possa dire che l’ opera sociale del Toniolo si sia riservata solo all’ appoggiare la Gerarchia, quasi dimenticando tutto  cio’ che ha fatto Toniolo per i giovani universitari  e per la loro preparazione a quel domani politico che Don Sturzo inizio’ con vigore ed impegno, quello stesso Sturzo che diceva: “Se Toniolo vivesse, sarebbe uno dei nostri!”. Quel Toniolo che De Gasperi, come tanti altri universitari, ebbe come animatore ed ispiratore nei raduni estivi a Vezza d.Oglio.
Ma vediamo insieme anche qualche idea sulla democrazia…
Leggendo il suo articolo, sembrerebbe che cio’ che conta nella democrazia siano “le procedure”, le procedure con le quali si tenta di arrivare alla sua realizzazione”.E si sostiene:
“Le procedure democratiche, con la pluralita’ dei partiti e il diritto al voto individuale, non sono aspetti secondari, come afferma il Toniolo, ma sono la sostanza della democrazia”.
Ahimeh! Se fosse vero questo, non si potrebbe affermare che con esse “si tenta la realizzazione” della democrazia. Ne’ si potrebbe dire che sono la via per raggiungere il bene commune attraverso la partecipazione di tutti i cittadini. Se le procedure sono la sostanza della democrazia, esse non sono “la via”, ma la stessa democrazia, la sostanza, appunto. Non si potrebbe dire che sono la via “ la migliore e la piu’ efficace, fino a questo momento”. Se infatti lo sono “fino a questo momento” vuol dire che esse possono cambiare. E se possono cambiare, come possono essere la sostanza della democrazia?
Diciamocelo chiaro, le procedure dipendono dal valore democrazia, dall’idea che si ha di democrazia, dal modo di essere democratico e dalla sostanza della democrazia. E allora molte grazie a Toniolo che anche dal punto di vista politico gioca un ruolo fondamentale non fermandosi alle strutture, ma cercando, sostenendo, promovendo  ed insegnando ai giovani che cosa e’ la Democrazia, svincolandola dall’espressione concreta delle strutture, che, lui sostiene, verra’ dopo. Se tu sai dove andare, infatti, solo allora potrai prendere le strade giuste che conducono la'. E Lui,Toniolo, quello! ha sostenuto di fare e di voler fare, perche’ si attuasse la “preparazione all’azione politica del futuro attraverso l’astensione”, ma non quella inattiva o passiva, ma quella attiva di colui che, con le idee giuste,  prepara le vie e le strutture e i mezzi alla politica dei partiti che verranno!
Se oggi lamentiamo i 50 anni della Democrazia Cristiana che ha fatto tanto del bene, ma che ha anche dimostrato di essersi dissolta, per non dire di peggio, e’ perche’ non si e’ tenuta la linea di Sturzo, non si e’ rispettata la base delle idee assunte dalla elaborazione di grandi pensatori e maestri come Toniolo!... Sono nate cosi’ delle procedure errate e contrarie al bene comune che hanno corrotto il sistema partitico e ci hanno condotti alle baruffe contemporanee e al ridicolo, allo sfascio, che non e’ democrazia.
E allora condivido pienamente le conclusioni che lei trae nel suo articolo:
“ e’ doveroso attingere anche al pensiero di Toniolo, quel pensiero che , spogliato di alcuni aspetti caduchi, e’ parte importante della Dottrina sociale della Chiesa.” A cui aggiungerei ; “e’ doveroso attingere al suo pensiero come parte importante del pensiero  e dell'ideologia di ogni movimento politico  e cristiano, che voglia rinnovare la vita politica del proprio paese.”
Grazie.


Ed ecco la gentile risposta:





don Gianpiero Moret




Caro don Sergio, la lettera scritta al direttore de L’Azione è anche scritta a Giampiero Moret. Si tratta infatti della stessa persona. Mi scusi del ritardo con cui le rispondo.

Si lamenta che negli articoli nei quali ho tentato di illustrare il pensiero del Toniolo non ho dato abbastanza importanza alla sua opera. Penso di aver detto e fatto risaltare il grande valore del suo pensiero sociale, anticipatore, per tanti aspetti, di alcune conquiste della nostra società e anche del magistero della chiesa. Ho anche dato risalto  al suo coraggio di aprire nuove strade al mondo cattolico, immobilizzato, dopo l’unità d’Italia, nella sua opposizione al nuovo stato.
Ho avanzato alcune riserve sul suo pensiero politico, in particolare sul suo concetto di democrazia. Credo che  per capire quello che ho scritto, bisogna tener presente la distinzione tra democrazia e politica che non sono sinonimi. Politica è quella indispensabile attività senza la quale non si dà convivenza umana. Democrazia è una modalità con cui si svolge l’azione politica e in questo senso ho detto che è un insieme di strumenti o di procedure. Questi strumenti (partiti, elezioni, voto individuale, parlamenti  ecc.) sono la sostanza della democrazia e sono la via migliore, almeno fino a questo momento, per attuare una politica che realizzi il bene comune. Questo, infatti, è il fine della politica. Non ho detto, come scrive, che con le procedure della democrazia si realizza la democrazia, ma si realizza una politica capace di raggiungere, meno imperfettamente,  il bene comune. Mi pare che il Toniolo non abbia colto l’importanza di questi nuovi mezzi  e abbia pensato di poter attuare una politica per il bene comune, attraverso una vaga e non meglio specificata confluenza di tutte le forze sociali.
Comunque la ringrazio per l’attenzione riservata agli articoli e le auguro un buon lavoro, anche con l’aiuto de L’Azione. Fraterni saluti. Don Giampiero Moret

E la mia risposta  in ringraziamento:

AM
 29 febbraio 2012

Stimato  Don Giampiero Moret, Direttore de l 'Azione,

La ringrazio della sua attenzione alla mia lettera e la ringrazio della cortese risposta. Il futuro chiarira' piu' a fondo incertezze  e dara' maggior valore al pensiero del futuro Beato. Noi cerchiamo di capire un grande e forse non sempre cogliamo tutta la sua grandezza. Grazie della sua bonta'. Anche a Lei: Buon lavoro. 
Cordiali saluti riconoscenti.

D. Sergio Dall'Antonia.

sabato 4 febbraio 2012

Ambiente e punti chiave dell'opera di Toniolo.

 Am





Situazione in cui viveva Toniolo
Toniolo “viveva e operava in un periodo di rapide trasformazioni epocali, soprattutto in ambito sociale ed ecclesiale. In particolare si accelerò il processo iniziato con i Lumi che mise fine alla societas cristiana, attraverso il trionfo delle ideologie agnostiche e anticristiane, la conclamata incompatibilità tra ragione-scienza e fede, la progressiva disaffezione dei ceti medi e popolari dalle istituzioni ecclesiali (più rapida in città, graduale nelle campagne). In Italia la questione romana aprì una grave lacerazione nell’animo dei credenti. Sotto la pressione dell’intellighenzia laica anticlericale e della borghesia imprenditoriale, che con l’arma dell’editoria orientava opinione pubblica e stili di vita, le nuove generazioni, formate in una scuola progressivamente agnostica, rimanevano disorientate, facile preda di idee e pratiche lontane dal costume cristiano. Nello stesso tempo si manifestavano povertà nuove, massicce migrazioni interne e esterne, sradicamenti culturali, sfruttamento lavorativo e abbrutimento morale dei ceti più poveri” (P. Chavez).
La formazione di idee politiche contrarie alla dignita’ umana, alla persona, alla comunione tra i ceti sociali ed i popoli e disorientanti dalla fede. Le guerre che destabilizzavano le relazioni pacifiche e la vita sociale, la civilta’; ed in particolare la grande guerra con le sue dolorose conseguenze  e la riorganizzazione dell’Europa senza una base di reale rispetto delle nazioni e del senso di umanita’, che faceva esclamare a Toniolo ormai morente:”Non siamo preparati alla pace!”
In questo clima ed ambiente opero’ Toniolo Giuseppe, che volle dar anima alla parte migliore della societa’, risollevare i disorientati, dare slancio ai giovani verso migliori vette, offrire loro ideali forti ed umanizzanti, la cui radice non poteva che essere religiosa ed in particolare cristiana e cattolica. Volle far capire che, quando si coglie il senso della vita, come profezia e come missione, la propria vita diventa un tesoro immenso per la società.



Punti chiave del pensiero di Toniolo.
Ogni popolo vuole, se non e’ addormentato dalla sfiducia e dallo scoraggiamento, vuole e deve voler comprendere le scelte politiche ed economiche che vengono fatte a suo nome. Egli si accorge della manipolazione, e la sua reazione è a volte violenta.
Vuole partecipare al buon governo. Di qui nasce la forte opportunita’ della democrazia. Si sa tuttavia che nessun regime politico umano è l’ideale, che nessuna scelta economica è neutra. Ma, nondimeno, regimi politici, ideali e scelte devono sempre servire il bene comune. Qui si innesta la validita’ e necessita’ del Cristianesimo, della Chiesa, di Cristo.
 La Chiesa accompagna lo Stato nella sua missione; vegliando sugli ideali e le sue scelte, con la luce del Vangelo vuole essere come l’anima di questo corpo, indicando infaticabilmente l’essenziale: Dio e l’uomo.