martedì 18 giugno 2013

Per fare politica...

Azione sociale e politica.
Linee e principi di base.

-Caro amico, vuoi forse diventare un uomo politico?...
-Uomo politico!??… Che cosa vuoi dire?
-Voglio dire che la societa’ ha bisogno di te per crescere nei valori di civilta’ e tu hai le possibilita’ di divenire un aiuto a tanti tuoi fratelli che anelano ad un mondo nuovo piu’ umano e meglio governato da altri fratelli capaci di farlo.
-Bah…! E cosa dovrei fare per tutto questo?
-Ricordati che sei cristiano e che non puoi vivere nel tuo guscio, ma uscire allo scoperto e giocare la vita per il bene del tuo prossimo, come ha fatto Cristo che vive in te, …se sei cristiano.
-E lo dubiti?...




Ascolta allora cosa direbbe il Beato Toniolo a te futuro uomo politico.

 “Una corretta analisi della natura umana complessa addita nella persona umana, accanto al principio dell’utile, ancora quello del buono, figlio dello spontaneo riconoscimento di una legge naturale imperante che ingenera la coscienza del dovere.”
E’ proprio la coscienza del dovere  che “ alleandosi con altri piu’ generosi affetti del cuore umano, si traduce in altrettante tendenze”. Sono le tendenze “ della nostra natura immateriale le quali sovrastano per eccellenza quelle del piacere e dell’utile personale, di cui temperano le esigenze ed a cui talora impongono assolutamente il silenzio”(1).
E’ cosi’ che la vita sociale e la vita cristiana  non possono non compenetrarsi.
Questo avviene nella societa’ attraverso la realizzazione dei valori morali fondamentali comuni a tutta l’umanita’e attraverso la coscienza che chiede all’uomo l’unita’ della persona  ad esser responsabile nella coerenza alla propria fede.
Il che vuol dire che l’economia, la politica come l’azione sociale, chiamano l’uomo credente a portare in esse la sua forza, le sue convinzioni morali e l’energia e la luce attinte dalla religione.
Dice infatti Toniolo : “ I problemi, sia economici che politici devono sempre avere da noi una soluzione, la quale sia conforme  all’ambiente sopirituale, in cui si agita tutta la nostra esistenza, nelle diverse forme concrete della nostra attivita’. E quindi la vita economica e la vita politica devono integrarsi con l’ambiente cristiano”. (2)

L’uomo che si impenga nell’azione civile-sociale-politica , secondo Toniolo, deve guardarsi pero’ da alcuni pericoli concettuali e pratici.
E cioe’:

-         “ Menomare  la legitimita’ e la funzione delle classi sociali - prodotto naturale e storico- in nome della uguaglianza individuale e della fratellanza umana”
-         “ Restringere la funzione della carita’  e della equita’ sociale esagerando l’ambito della rigorosa giustizia”.
-         “Offuscare il concetto dell’origine divina dell’autorita’ per ripiegare verso il pregiudizio della sovranita’ popolare”.
-         “Estendere la novita’ e pieghevolezza, pur sempre legittime nei modi di applicazione dei principi, ai principi direttivi cristiani immutabili, confondendo la modernita’ di metodi con certa mondanita’ di idee e di sentire”.
-         “ Propugnare l’azione esteriore sociale a scapito della vita interiore morale dello spirito”.
-         “ Contare soverchiamente sopra gli espedienti umani e meno sopra i presidi  sovrannaturali”.
-         Nascondere sotto l’aspetto puramente umanitario “l’azione che deve essere intimamente e pubblicamente” nota come  espressione di fede Cristiana e cattolica(3).

Toniolo poi suggerisce i mezzi che sono a suo giudizio utili per preservare dagli errori elencati.
 Suggerisce cioe’:
L’ “adesione all’integrita’ del dogma religioso”(4)
La pieta’ (5).
La partecipazione al ”divin sacrificio”  e “ l’interiore ascetico  raccoglimento” (6)
“ Il culto dei santi” (7).
La Comunione e la partecipazione ai Congressi eucaristici” ( 8).

L’idea che pone poi  a base di un tale impegno responsabile nella vita sociale e civile e’ l’idea del merito .
Afferma cioe’ che  a nessuno nelle condizioni normali del vivere civile deve “esser consentito di sedere al banchetto della vita, fuorche’ all’unico titolo comune dell’attivita’ meritoria, di braccio, di mente, di morali energie, di civili e proficue prestazioni”(9)
Guarda quindi al capitale ed al possessore di esso e dichiara che l’orientamento del capitale e’ al lavoro, che viene “assicurato mediante il possesso del capitale” perche’ il capitale esige che il capitalista porti “ la veste onorata di imprenditore”( 10).
Toniolo vede “nell’alleanza delle classi operaia ed imprenditoriale il felice risultato del capitale  che confida le proprie sorti all’operosita’ del lavoratore, a cui venga offerta a sua volta la possibilita’ di diventare imprenditore, oppure, nel caso di lavoro agricolo, comproprietario.
Nel caso infine delle persone cadute in necessita’ economiche addita l’importanza della realizzazione di beni posti in comune per una doverosa assistenza: “vorrei vi fossero beni comuni che ai poveri e ai derelitti aggiungessero un supplemento alle necessita’ della vita, o un rifugio per il di’ della sventura”.
L’uomo nobilitato dal lavoro, “non deve tuttavia esser vittima di esso - afferma Toniolo - ma tale che sotto la giubba dell’operaio viva pur della vita dello spirito, ne’ dimentichi di essere marito, padre, cittadino e partecipi al flusso quotidiano del progresso sociale”(11).
E con parole forti dice:
“ A chi perdura ancora ad inneggiare ad una pretesa religione del lavoro da sostituirsi a quella del sovrannaturale, si risponda sdegnosi con il Faust: - No, il lavoro che non e’ altro che lavoro, viene a nausea: noi aneliamo ai rivi della vita”(12).

Sono questi alcuni sprazzi di luce che invitano ad impegnarsi nel sociale e  nel politico, ma in un cammino di azione sociale,  politica e civile, generosa, equilibrata e valida.




(1) G. TONIOLO, Dell’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche…: Trattato di economia sociale e scritti economici, vol 2 in O.O. di G. Toniolo, serie 2, vol.2, pp.270-271.
(2) G.TONIOLO, Parole all’apertura delle giornate sociali di Milano, 1907: Democrazia Cristiana, Concetti e Indirizzi, vol. 2: O.O. Serie 3, vol.3, p. 305.
(3 G. TONIOLO,Indirizzi e concetti sociali all’esordio del secolo XX, Democrazia Cristiana, 1900, vol.2: O.O. serie 3, vol.3,  pp. 276-277.
(4)op.cit, p. 277.
(5)op.cit., p. 279
(6)op.cit., p.280
(7)op cit., p. 281
(8)op. cit., p. 281
(9) )G TONIOLO,  Se io fossi un riformatore sociale…, 1894: Democrazia e concetti .. vol.1: OO
 serie 3, vol.2, pp.237-238.
(10) op. cit. ivi, p.237.
(11) op. cit., p. 238.
(12) G.TONIOLO, L’odierno problema sociale, 1905: O.O. serie 3, vol 1, p.73.




domenica 9 giugno 2013

L'attivita' umana

L'attività umana corrotta dal peccato

La Sacra Scrittura,  con cui è d'accordo l'esperienza di secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure e’ un grande bene dell'uomo, porta con sé una grande tentazione: infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male con il bene, gli individui e i gruppi guardano solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri; e così il mondo cessa di essere campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano.
Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno( Mt 24,13; 13,24-30. 36-43). Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, nè può conseguire la sua interiore unità’ se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio.
Per questo la Chiesa di Cristo, fidandosi del piano provvidenziale del Creatore, mentre riconosce che il progresso umano può servire alla vera felicità degli uomini, non può tuttavia tare a meno di far risuonare il detto dell'Apostolo: « Non vo­gliate adattarvi allo stile di questo mondo» (Rom. 12, 2), e cioè a quello spirito di vanità e di malizia, che stravolge in strumento di peccato l'operosità umana, ordinata al servizio di Dio e dell'uomo. Se dunque ci si chiede come può essere vinta
tale misererevole situazione, i cristiani, per risposta, affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se’ stessi, devono venir
purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento, infatti, da Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse rin­grazia il Benefattore e, usando e godendo delle creature in verta’ e libertà di spirito, viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e tutto pos­segga (9):  «...tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo, Cristo di Dio » (1 Cor. 3, 22-23).
Gaudium et Spes, nr. 37.

Toniolo 

propone alla societa' chiamata a correggere se stessa per essere se stessa,la democrazia sociale che vive le realta' della liberta', legalita', giustizia e carita' cristiana nella democrazia ispirata dal Cristianesimo. Egli dice infatti:(1)

Poiche' ' l'ordine sociale "si risolve fra gli uomini nell'attuazione per mezzo della libera volonta' umana del fine doveroso imposto dall'autorita' divina" (p. 361), la giustizia e la carita' esprimono due sommi ed eterni principi  della vita sociale, due naturali tendenze di cui l'una fa capo principalmente all'autorita', l'altra alla liberta'. Giustizia e carita' cristiana risultano dunque le  "virtu' ordinatrici ed avvivatrici del corpo sociale"( p.359).

La giustizia e' il fondamento dell'ordine sociale, non puo' giammai venir meno senza compromettere la legittima liberta' e il conseguimento dei fini di civilta'." 
Richiede di essere integrata dalla carita', "ma non puo' venire sostituita da quella".
Col progresso dei tempi, la giustizia e' chiamata non a diminuire di importanza, bensi' ad assumere compiti sempre nuovi, piu' alti e delicati di mano in mano che i rapporti sociali si ampliano, si affinano, si rendono piu' complessi". E tutto cio' perche' essa " risponde ad un concetto esatto dell'ordine sociale del quale autorita' e liberta' sono elementi del pari integranti"( p.360).

La carita', animata dalla fede, e' pur essa parte fondante della societa' :" perfezione della legge", ed " autrice di perfezione civile". Si sviluppa "in un ambito sempre piu' largo e sublime, parallelamente alla giustizia", anzi ordinariamente la precede, la sostiene, la orienta (p.363, 366).
La liberta' e' condizione posta dalla dignita' della persona, essa aiuta  a "conseguire con maggiore efficacia" le diverse finalita' del progresso di civilta' tra loro collegate; e compie cio' con maggiore efficacia  di quello che farebbe "il minuzioso ed accentrato regolamerntarismo", purche' rispetti " il  dominio riservato alla giustizia ed al rigoroso diritto" 
( p. 366).La liberta' per esistere esige delle condizioni: 
la certezza nella dignita' della persona e della sua liberta' interiore, 
il riconoscimento " della superiorita' della Chiesa sullo stato rispetto ai fini complessivi dell'esistenza sociale", 
e che  "si conservi fra i cattolici il culto della carita' "( p. 366)
Liberta', giustizia e carita' sono dei valori sociali democratici ispirati e sostenuti dal Cristianesimo.

La necessaria presenza della giustizia e della carita', rettamente intese, per un ordine sociale autenticamente civile e aperto al progresso di civilta', sta nel fatto seguente.
Nell'ordine di una societa' che rispetti l'armonia delle virtu' della giustizia e carita', virtu' e forze sociali animate dal cristianesimo, la liberta' e' goduta da tutti, e' rispettata, e' esente da un accentramento di ingerenze assorbenti (p. 361), ne' oppressa sotto la forza dei potenti (p. 362), scevra dal disgregamento atomistico, e non soffre la distruzione di enti autonomi intermediari tra gli individui e lo Stato; non e' nemmeno minacciata da contingenze storiche contrarie ad essa. Non potranno nascere leggi positive contrarie all'ordine sociale ben ordinato e orientato al fine ultimo ed al bene comune.( p. 361) (2).



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(1) G. TONIOLO, La funzione della giustizia e della carita' sull'odierna crisi sociale: Atti del primo congresso cattolico italiano degli studi di scienze sociali, vol. 1,in  Iniziative culturali e di Azione cattolica,1892: Opera Omnia, serie IV, vol.3, pp. 359-367.
(2) op.cit., pp.361-362.