sabato 11 marzo 2017

Toniolo e il laico nella societa'

Cristiani nel mondo

- Il pensiero del Beato Toniolo.

 In margine al discorso di mons. Ivan Jurkovič  -  Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenuto all’apertura di un incontro di alto livello sul tema “Rispetto reciproco e coesistenza pacifica condizione della pace interreligiosa e della stabilità: sostenere cristiani e altre comunità”- un collegamento  con la dottrina del Beato G. Toniolo che arricchisce il pensiero ed un'indagine.


L’effettivo riconoscimento della libertà religiosa nella vita sociale quale primo e più importante fra i diritti umani fondamentali è la chiave per affrontare la crisi in cui è precipitato oggi il mondo, segnato da nuove persecuzioni religiose che vedono i cristiani tra le prime vittime.



Toniolo nel momento attuale.

La dottrina di Toniolo sulla civiltà è il risultato di tutto il suo piano di studio.
Essa è il vertice della sua opera di studio so, quella che lo ha fatto entrare più a fondo nel campo scientifico e lo ha indicato come uno dei maestri, se non il fondatore, della scuola sociologica in Italia.
E' dottrina etico-filosofica, illuminata dal Vangelo e comprovata dai fatti in larga misura; essa deve stare alla base di ogni azione sociale - così la pensava Toniolo- e fu quindi la guida della sua stessa azione apostolica e sociale. Ogni problema economico, civile, politico risaliva per Toniolo ad un problema etico-religioso(1). La storia,che è di grande aiuto all'economia, gli poneva di fronte il Cristianesimo generatore di un mondo nuovo di idee e di energie; gli indicava inoltre nella Chiesa l'apportatrice della civiltà. Nella scienza filosofica scorgeva un'alleata, capace di aprire la via alla scoperta di un bisogno di assoluto e, al di là di esso, l'esistenza di quel valore assoluto ricercato. Al di sopra della scienza trovava una luce per non smarrirsi: la fede. Riconosceva infine nelle parole di Cristo "quando sarò elevato tutto trarrò a me!",(2) il"lampo che dà unità a tutta la storia della civiltà"(3). Egli incentrava così tutta la sua dottrina sociale e tutta la realtà in Cristo e proclamava Cristo fine della persona e della società, chiave della storia e fulcro della civiltà. Avveniva così che lo scienziato incontrasse il cattolico e Toniolo divenisse un apologeta.
Toniolo richiamava ogni uomo ed ogni gruppo sociale alla realtà predicata dal Vangelo e sperata dal popolo credente che è la Chiesa. Egli affermava che la persona e la società intera avrà la salvezza entrando in una storia, in una vita, in una esperienza nuova: quella cristiana.
Poneva con chiarezza questo messaggio: 'Il cristiano nel mondo non deve costruire la sua vita spirituale  secondo i dettami del secolo nel quale vive (noi diremmo “ dei dettami del pensiero debole” di una “societa’ liquida”) , ma seguendo quelli dati dalla Chiesa, in cui Cristo rimane sorgente di santità; deve d'altra parte strutturare la sua vita sociale su due dimensioni convergenti: la dimensione umana, che gli è propria e nella quale vive, e la dimensione divina, che è quella a cui è chiamato e che gli viene da Dio attraverso la Chiesa. Sicché Cristo sorgente di una nuova interiorità umana è anche motivo di ogni autentico progresso di civiltà.’
Cosi’ veniva a delineare la sua idea di civiltà cristiana; ma evidenziava pure quale fosse per lui la figura del laico. E', quest’ultima, il concetto di un uomo inserito nel mondo, come ogni altro uomo; inserito nella vita sociale e nell'impegno per il progresso civile; senza alcuna particolarità che lo distingua, se non quella di rispecchiare nella sua vita le esigenze del Regno. Il laico in Toniolo appare colui che ha come primo campo d'azione il mondo in cui vive e che deve elevare(santificare), sicché l'autonomia del secolare sia coordinata all'ultimo risultato finale a cui è destinata la storia e la realtà: tutto sia ricapitolato in Cristo(4). Da queste convinzioni   e nuovi orientamenti della vita personale e sociale Toniolo deduceva il verificarsi di due conseguenze concrete. La prima, una vita storica ricca di valori (civiltà) posta al servizio degli umili, condividendone la realtà sociale (ordine sociale democratico). La secunda, come una conseguenza, doveva essere quella di vivere Cristo in una società redenta (ordine sociale cristiano): sicché le persone e i gruppi sociali, animati da una sola fede, speranza e amore, costituissero il corpo visibile di Gesù,iniziando già,in germe, ad essere la comunità perfetta dei tempi lontani, quelli ultimi, in cui saremo nell'amore di Dio(5) (ordine sociale di civiltà cristiana).
Tutta la dottrina di Toniolo sulla società e sulla civiltà è dunque la costruzione di un credente.
Per l'ateo e per il razionalista, per l’uomo „del pensiero debole” appartenente ad una „societa’ tecnocratica”’ che globalizza il pensiero ed appiattisce la liberta’,… Toniolo non può interessare: le sue parole hanno alcunche’ di insignificante o, al più, sono un tentativo filosofico-scientifico, un'ipotesi tra le tante, ricca per di più di alquanto romanticismo(6).
Eppure l’eccellenza del pensiero di Toniolo puo’ offrire un’alternativa valida per la ristrutturazione di una societa’ in declino come e’ la nostra; non e’ pertanto inutile un tentativo di porgere ad una societa’ mondiale malata il pensiero di Toniolo erroneamente dimenticato o ripudiato – come dice A. Fanfani  – facendo di lui „ un precursore senza seguito ed  un intuitore felice, senza discepoli ed utilizzatori”(7)
Per il credente le affermazioni di Toniolo sono invece un'inquietudine; per il cattolico sono una rivelazione; per chi l'ha accostato furono invito ad un impegno di vita cristiana più profondamente vitale e costruttrice di un mondo fatto nuovo, più civile (8).
Ma e’ proprio per questo che il Cristiano autentico e’ giunto ad essere la persona piu’ perseguitata nel mondo (9).
 E’ significativo infatti collegare questa dottrina di Toniolo con il discorso di mons. Ivan Jurkovič Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenutoil 7 marzo 2017 all’apertura di un incontro di alto livello sul tema “Rispetto reciproco e coesistenza pacifica condizione della pace interreligiosa e della stabilità: sostenere cristiani e altre comunità”.
In un passaggio interessante l'oratore dice infatti:
„…La scelta di una fede incide “ad ogni livello della vita sociale e politica”, tanto più oggi che “la religione ha assunto una rinnovata importanza a causa dei complessi rapporti tra le scelte personali di fede di ciascuno e la loro espressione pubblica”. Mons. Jurkovič  insiste poi sulla dimensione pubblica della libertà religiosa che non può essere ridotta a mero fatto individuale o al solo culto, perché per la sua stessa natura trascende “la sfera privata degli individui e delle famiglie”. Le varie tradizioni religiose, infatti,  “servono la società innanzitutto con il messaggio che proclamano”, con il loro invito alla conversione, alla riconciliazione, al sacrificio per il bene comune, alla compassione per i bisognosi. Le religioni sono un alleato prezioso nella difesa della dignità umana- affermava.
E conclude: In un mondo “dove convinzioni deboli abbassano anche il livello etico” e sempre più soggetto alla "globalizzazione del paradigma tecnocratico", che cerca di “eliminare tutte le differenze e le tradizioni in una ricerca superficiale di unità”, ha detto in conclusione il rappresentante della Santa Sede, le religioni “hanno il diritto e il dovere di dire apertamente che è possibile costruire una società in cui un sano pluralismo che rispetta le differenze e le valorizza come tali è un alleato prezioso nell’impegno a difendere la dignità umana e una via per la pace nel nostro mondo”.

E' dunque proprio per questo che il Cristiano autentico e’ giunto ad essere la persona piu’ perseguitata nel mondo da quella parte di mondo che si oppone a Cristo .(10)




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 (1) G. TONIOLO, L'Unione fra le donne cattoliche d'Italia: 0.0., Serie IV, vol.3,p.299: "qualunque rinnovamento ha origine da un ridestarsi della pietà religiosa, fonte ed alimento di fede e di carità, nonché di ogni operosità salutare e progressiva".
G. TONIOLO, La genesi storica dell'odierna crisi sociale econo-nomica.:0.0., Seriel, vol. I, p.I93: la "degenerazione dell'ordine sociale cristiano e’ prodotta da un pervertimento delle dottrine sociali del cristianesimo e quindi da una degenerazione degli ordini politici preceduta e accompagnata da una degenerazione dell'ordine etico-giuridico che infine si ripercuote nella degenerazione dell'ordine economico". Ogni problema economico è allora destinato a farsi problema giuridico-civile, politico, sociale, etico, religioso.
(2) Jo. 12,32.
(3) Da un foglio inedito riportato da: E. DA PERSICO, La vita di Giuseppe Toniolo,2.a ed., Mantova, Ed. Gruppo Buona Stampa,1929, p.77.
(4) E’la visione del laico oggi cfr.: G.M.GIORDANO, La teologia spirituale del laicato nel Vaticano secondo,Roma, Ed. "La civiltà cattolica", 1970,214.
(5) Hebr. 12,23.
(6) "L'idealista impenitente, che da dieci anni ci ricanta quasi con le stesse parole un canto palingenesiaco, che nell'economia, nella filosofia della storia, nella tattica dei partiti porta ed appli-
ca con immensa fiducia i rigidi criteri dell'assoluto".Cfr.: ROMOLO MURRI: Coltura sociale, 16 giugno I903; citato da E. DA PERSICO, La vita di Giuseppe Toniolo, Mantova, Ed. Gruppo Buona Stampa, 1928, p. 208.
(7) A.FANFANI, Prefazione a G.TONIOLO, L'odierno problema
sociologico: O.O., Serie III, vol.I, p. XIII.
(8) Per noi possono essere un valido commento alla Lettera apostolica di SS. Paolo VI per l'ottantesimo anniversario della Rerum Novarum, 14 maggio 1971. Ciò può avvenire per parecchie affermazioni che troviamo nel documento magisteriale: lì ove parla della società politica; della rinascita delle utopie e di contro dell'impegno del cristiano abitato da una forza che lo sollecita a sorpassare ogni sistema ed ogni ideologia; dell'ambiguità del progresso,dimentico dello sviluppo della qualità e della verità dei rapporti umani, come della crescita della responsabilità, lì ancora ove parla della giustizia nella ripartizione dei beni, della promozione dello sviluppo in ogni paese, della priorità del dovere internazionale; lì ove si asserisce la necessità dell'amore e della disponibilità al servizio; del passaggio dalla cruda economia internazionale alla politica economica e sociale internazionale; del potere politico armonizzato all'autonomia e alla libertà del singolo; del dovere di ogni cristiano di dare una risposta evangelica di carità e servizio ai problemi in cui vive; della necessità di inventare nuove forme di democrazia.impegnando ciascun uomo in una responsabilità comune e facendo dei gruppi umani delle comunità di partecipazione; lì infine ove fa un richiamo continuo a perdersi nel Risorto. Cfr.:
PAOLO VI, Octogesima adveniens : L’Osservatore Romano, III(33/690),
15 maggio I97I.pp.4-6.
 Le affermazioni di Toniolo sono anche una convinta riflessione sulla originalità dell'apporto cristiano a vantaggio di una trasformazione positiva della società: si addicono bene all'asserto del Vaticano II:
C0STITUZI0NE PASTORALE, Gaudium et Spes, 11: A.A.S.,58(1966)1033.
 (9) cfr.: discorso di mons. Ivan Jurkovič Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenutoil 7 marzo 2017 all’apertura di un incontro di alto livello sul tema “Rispetto reciproco e coesistenza pacifica condizione della pace interreligiosa e della stabilità: sostenere cristiani e altre comunità”( Bollettino del Radiogiornale vaticano-8 marzo 2017-).

(10) cfr.: discorso di mons. Ivan Jurkovič in Bollettino del Radiogiornale vaticano, 8 marzo 2017 nell’articolo a cura di Lisa Zengarini.