Cristiani nel mondo
- Il pensiero del Beato Toniolo.
In margine al discorso di
mons. Ivan Jurkovič - Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni
Unite a Ginevra, intervenuto all’apertura di un incontro di alto livello sul
tema “Rispetto reciproco e coesistenza pacifica condizione della pace
interreligiosa e della stabilità: sostenere cristiani e altre comunità”- un collegamento con la dottrina del Beato G. Toniolo che arricchisce il pensiero ed un'indagine.
L’effettivo riconoscimento della libertà religiosa nella
vita sociale quale primo e più importante fra i diritti umani fondamentali è la
chiave per affrontare la crisi in cui è precipitato oggi il mondo, segnato da
nuove persecuzioni religiose che vedono i cristiani tra le prime vittime.
Toniolo nel momento
attuale.
La dottrina di Toniolo sulla civiltà è il risultato di tutto
il suo piano di studio.
Essa è il vertice della sua opera di studio so, quella che
lo ha fatto entrare più a fondo nel campo scientifico e lo ha indicato come uno
dei maestri, se non il fondatore, della scuola sociologica in Italia.
E' dottrina etico-filosofica, illuminata dal Vangelo e
comprovata dai fatti in larga misura; essa deve stare alla base di ogni azione
sociale - così la pensava Toniolo- e fu quindi la guida della sua stessa azione
apostolica e sociale. Ogni problema economico, civile, politico risaliva per
Toniolo ad un problema etico-religioso(1). La storia,che è di grande aiuto
all'economia, gli poneva di fronte il Cristianesimo generatore di un mondo
nuovo di idee e di energie; gli indicava inoltre nella Chiesa l'apportatrice
della civiltà. Nella scienza filosofica scorgeva un'alleata, capace di aprire
la via alla scoperta di un bisogno di assoluto e, al di là di esso, l'esistenza
di quel valore assoluto ricercato. Al di sopra della scienza trovava una luce per
non smarrirsi: la fede. Riconosceva infine nelle parole di Cristo "quando
sarò elevato tutto trarrò a me!",(2) il"lampo che dà unità a tutta la
storia della civiltà"(3). Egli incentrava così tutta la sua dottrina
sociale e tutta la realtà in Cristo e proclamava Cristo fine della persona e
della società, chiave della storia e fulcro della civiltà. Avveniva così che lo
scienziato incontrasse il cattolico e Toniolo divenisse un apologeta.
Toniolo richiamava ogni uomo ed ogni gruppo sociale alla
realtà predicata dal Vangelo e sperata dal popolo credente che è la Chiesa.
Egli affermava che la persona e la società intera avrà la salvezza entrando in
una storia, in una vita, in una esperienza nuova: quella cristiana.
Poneva con chiarezza questo messaggio: 'Il cristiano nel
mondo non deve costruire la sua vita spirituale
secondo i dettami del secolo nel quale vive (noi diremmo “ dei dettami
del pensiero debole” di una “societa’ liquida”) , ma seguendo quelli dati dalla
Chiesa, in cui Cristo rimane sorgente di santità; deve d'altra parte
strutturare la sua vita sociale su due dimensioni convergenti: la dimensione
umana, che gli è propria e nella quale vive, e la dimensione divina, che è
quella a cui è chiamato e che gli viene da Dio attraverso la Chiesa. Sicché
Cristo sorgente di una nuova interiorità umana è anche motivo di ogni autentico
progresso di civiltà.’
Cosi’ veniva a delineare la sua idea di civiltà cristiana; ma
evidenziava pure quale fosse per lui la figura del laico. E', quest’ultima, il
concetto di un uomo inserito nel mondo, come ogni altro uomo; inserito nella
vita sociale e nell'impegno per il progresso civile; senza alcuna particolarità
che lo distingua, se non quella di rispecchiare nella sua vita le esigenze del
Regno. Il laico in Toniolo appare colui che ha come primo campo d'azione il
mondo in cui vive e che deve elevare(santificare), sicché l'autonomia del
secolare sia coordinata all'ultimo risultato finale a cui è destinata la storia
e la realtà: tutto sia ricapitolato in Cristo(4). Da queste convinzioni e nuovi orientamenti della vita personale e
sociale Toniolo deduceva il verificarsi di due conseguenze concrete. La prima,
una vita storica ricca di valori (civiltà) posta al servizio degli umili,
condividendone la realtà sociale (ordine sociale democratico). La secunda, come
una conseguenza, doveva essere quella di vivere Cristo in una società redenta
(ordine sociale cristiano): sicché le persone e i gruppi sociali, animati da
una sola fede, speranza e amore, costituissero il corpo visibile di
Gesù,iniziando già,in germe, ad essere la comunità perfetta dei tempi lontani,
quelli ultimi, in cui saremo nell'amore di Dio(5) (ordine sociale di civiltà
cristiana).
Tutta la dottrina di Toniolo sulla società e sulla civiltà è dunque la
costruzione di un credente.
Per l'ateo e per il razionalista, per l’uomo „del pensiero debole”
appartenente ad una „societa’ tecnocratica”’ che globalizza il pensiero ed
appiattisce la liberta’,… Toniolo non può interessare: le sue parole hanno
alcunche’ di insignificante o, al più, sono un tentativo
filosofico-scientifico, un'ipotesi tra le tante, ricca per di più di alquanto
romanticismo(6).
Eppure l’eccellenza del pensiero di Toniolo puo’ offrire un’alternativa
valida per la ristrutturazione di una societa’ in declino come e’ la nostra; non
e’ pertanto inutile un tentativo di porgere ad una societa’ mondiale malata il
pensiero di Toniolo erroneamente dimenticato o ripudiato – come dice A.
Fanfani – facendo di lui „ un precursore
senza seguito ed un intuitore felice,
senza discepoli ed utilizzatori”(7)
Per il credente le affermazioni di Toniolo sono invece un'inquietudine;
per il cattolico sono una rivelazione; per chi l'ha accostato furono invito ad
un impegno di vita cristiana più profondamente vitale e costruttrice di un
mondo fatto nuovo, più civile (8).
Ma e’ proprio per questo che il Cristiano autentico e’ giunto ad essere
la persona piu’ perseguitata nel mondo (9).
E’ significativo infatti
collegare questa dottrina di Toniolo con il discorso di mons. Ivan Jurkovič
Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra,
intervenutoil 7 marzo 2017 all’apertura di un incontro di alto livello sul tema
“Rispetto reciproco e coesistenza pacifica condizione della pace interreligiosa
e della stabilità: sostenere cristiani e altre comunità”.
In un passaggio interessante l'oratore dice infatti:
„…La scelta di una fede incide “ad ogni livello della vita sociale e
politica”, tanto più oggi che “la religione ha assunto una rinnovata importanza
a causa dei complessi rapporti tra le scelte personali di fede di ciascuno e la
loro espressione pubblica”. Mons. Jurkovič insiste poi sulla dimensione
pubblica della libertà religiosa che non può essere ridotta a mero fatto
individuale o al solo culto, perché per la sua stessa natura trascende “la
sfera privata degli individui e delle famiglie”. Le varie tradizioni religiose,
infatti, “servono la società
innanzitutto con il messaggio che proclamano”, con il loro invito alla
conversione, alla riconciliazione, al sacrificio per il bene comune, alla
compassione per i bisognosi. Le religioni sono un alleato prezioso nella difesa
della dignità umana- affermava.
E conclude: In un mondo “dove convinzioni deboli abbassano anche il
livello etico” e sempre più soggetto alla "globalizzazione del paradigma
tecnocratico", che cerca di “eliminare tutte le differenze e le tradizioni
in una ricerca superficiale di unità”, ha detto in conclusione il
rappresentante della Santa Sede, le religioni “hanno il diritto e il dovere di
dire apertamente che è possibile costruire una società in cui un sano
pluralismo che rispetta le differenze e le valorizza come tali è un alleato
prezioso nell’impegno a difendere la dignità umana e una via per la pace nel
nostro mondo”.
E' dunque proprio per questo che il
Cristiano autentico e’ giunto ad essere la persona piu’ perseguitata nel mondo da quella parte di mondo che si oppone a Cristo .(10)
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(1) G. TONIOLO, L'Unione fra
le donne cattoliche d'Italia: 0.0., Serie IV, vol.3,p.299: "qualunque
rinnovamento ha origine da un ridestarsi della pietà religiosa, fonte ed
alimento di fede e di carità, nonché di ogni operosità salutare e
progressiva".
G. TONIOLO, La genesi storica dell'odierna crisi sociale
econo-nomica.:0.0., Seriel, vol. I, p.I93: la "degenerazione
dell'ordine sociale cristiano e’ prodotta da un pervertimento delle dottrine
sociali del cristianesimo e quindi da una degenerazione degli ordini politici
preceduta e accompagnata da una degenerazione dell'ordine etico-giuridico che
infine si ripercuote nella degenerazione dell'ordine economico". Ogni
problema economico è allora destinato a farsi problema giuridico-civile,
politico, sociale, etico, religioso.
(2) Jo. 12,32.
(3) Da un foglio inedito riportato da: E. DA PERSICO, La vita di Giuseppe
Toniolo,2.a ed., Mantova, Ed. Gruppo Buona Stampa,1929, p.77.
(4) E’la visione del laico oggi cfr.: G.M.GIORDANO, La teologia
spirituale del laicato nel Vaticano secondo,Roma, Ed. "La civiltà
cattolica", 1970,214.
(5) Hebr. 12,23.
(6) "L'idealista impenitente, che da dieci anni ci ricanta quasi con
le stesse parole un canto palingenesiaco, che nell'economia, nella filosofia
della storia, nella tattica dei partiti porta ed appli-
ca con immensa fiducia i rigidi criteri dell'assoluto".Cfr.: ROMOLO
MURRI: Coltura sociale, 16 giugno I903; citato da E. DA PERSICO, La
vita di Giuseppe Toniolo, Mantova, Ed. Gruppo Buona Stampa, 1928, p. 208.
(7) A.FANFANI, Prefazione a G.TONIOLO, L'odierno problema
sociologico: O.O., Serie III, vol.I, p. XIII.
(8) Per noi possono essere un valido commento alla Lettera apostolica
di SS. Paolo VI per l'ottantesimo anniversario della Rerum Novarum, 14 maggio
1971. Ciò può avvenire per parecchie affermazioni che troviamo nel documento
magisteriale: lì ove parla della società politica; della rinascita delle utopie
e di contro dell'impegno del cristiano abitato da una forza che lo sollecita a
sorpassare ogni sistema ed ogni ideologia; dell'ambiguità del progresso,dimentico
dello sviluppo della qualità e della verità dei rapporti umani, come della
crescita della responsabilità, lì ancora ove parla della giustizia nella
ripartizione dei beni, della promozione dello sviluppo in ogni paese, della
priorità del dovere internazionale; lì ove si asserisce la necessità dell'amore
e della disponibilità al servizio; del passaggio dalla cruda economia
internazionale alla politica economica e sociale internazionale; del potere
politico armonizzato all'autonomia e alla libertà del singolo; del dovere di
ogni cristiano di dare una risposta evangelica di carità e servizio ai problemi
in cui vive; della necessità di inventare nuove forme di democrazia.impegnando
ciascun uomo in una responsabilità comune e facendo dei gruppi umani delle
comunità di partecipazione; lì infine ove fa un richiamo continuo a perdersi
nel Risorto. Cfr.:
PAOLO VI, Octogesima adveniens : L’Osservatore Romano, III(33/690),
15 maggio I97I.pp.4-6.
Le affermazioni di Toniolo sono
anche una convinta riflessione sulla originalità dell'apporto cristiano a
vantaggio di una trasformazione positiva della società: si addicono bene
all'asserto del Vaticano II:
C0STITUZI0NE PASTORALE, Gaudium et Spes, 11: A.A.S.,58(1966)1033.
(9) cfr.: discorso di mons. Ivan
Jurkovič Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a
Ginevra, intervenutoil 7 marzo 2017 all’apertura di un incontro di alto livello
sul tema “Rispetto reciproco e coesistenza pacifica condizione della pace
interreligiosa e della stabilità: sostenere cristiani e altre comunità”(
Bollettino del Radiogiornale vaticano-8 marzo 2017-).
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