domenica 30 luglio 2017

Invito alla sociologia bianca

Invito a TONIOLO





Da l’Avvenire del  9 luglio 2017…

Dalla Lettera di  Franco Monaco deputato del Pd al Direttore di l’Avvenire…:

Chi volesse prendere sul serio la testimonianza e la lezione di Bianchi e non contentarsi di celebrarne le virtù non potrebbe omettere di tematizzare un problema genuinamente politico. Il seguente: la scomparsa della rappresentanza politica del cattolicesimo sociale. Del 'sociale bianco', come egli usava dire. Un signor problema. Chi abbia un po’ di memoria storica conosce il rilievo politico di quell’universo di valori e di esperienze associative. Basti menzionare qualche sigla: Cisl, Acli, cooperazione sociale, associazioni professionali di ispirazione cristiana. Un tempo esse avevano rappresentanza nei partiti e nelle istituzioni, esprimevano personalità politiche e di governo di primissimo piano. Difficile negare che oggi non sia più così.”

Dalla risposta del Direttore di Avvenire…:

„I cattolici italiani, caro Monaco, sono oggi impegnati anima e cuore nel 'sociale', dove riconoscono Cristo in chi ha fame e sete, è nudo, ammalato, carcerato, straniero. La domanda che bisogna proprio farsi è perché non amino più dello stesso amore anche l’impegno più precisamente e decisamente 'politico'.”

…all’invito di leggere piu’ a fondo Toniolo Giuseppe Beato:

...


Oggi


" L'autorità, familiare e politica, e tutta l'organizzazione sociale non è più sentita come un'emanazione diretta del divino, quindi come qualcosa di sacro e di intoccabile, ma piuttosto come un servizio indispensabile alla società, dalla quale viene limitata, controllata e anche cambiata, quando sia utile o necessario.
   
In virtù della socializzazione sempre crescente, l'uomo moderno viene a conoscere che i valori fondamentali della persona umana sono vissuti in forme diversissime secondo le diverse situazioni. Perciò gli stessi valori morali e i sistemi di valori che reggono la vita sociale non sono più sentiti come riflesso di un ordine eterno, come sacri, come totalmente fissi e immutabili, o, al contrario, sono vissuti piuttosto come fortemente condizionati e mutevoli secondo il ritmo dei cambiamenti socio-culturali della storia, come compito che l'umanità va scoprendo e realizzando in forme sempre nuove e diverse” (1).

Ad una tale visione della realtà sociale, umana e dei valori morali, che cosa mai potrà dire Toniolo?


E' un pensiero che mi sono posto quando, affrontando lo studio di Toniolo, mi è parso di fare dell'archeologia… Eppure ho trovato la risposta nella ricchezza del pensiero pacato di questo autore: egli ripone in ordine le aspirazioni migliori di tutti noi, che viviamo in un'epoca nuova: ci dona dei principi validi che soddisfano meravigliosamente la nostra ricerca di un mondo più umano, più responsabile, più libero, più storico, più nostro; 
ci lascia inoltre grande libertà di movimento, appagando così la nostra viva istanza di non negare un passato, li' ove esso fu valido, e di un avvenire, li' ove esso si prospetta migliore di un presente  che si fa.

Toniolo ci insegna.


L’autorita’ famigliare e politica, e tutta l'organizzazione sociale non è un'emanazione diretta del divino (2), pur essendo fermamente collegata e animata da Dio.

 Nessuna strutturazione sociale è sacra e intoccabile, va anzi ricreata nella sua forma   migliore, purché sia realmente al servizio dell'uomo; 
l'autorità stessa deve essere fortemente espressiva, ma eminentemente remissiva: espressiva del servizio di carità e giustizia che essa presta alle persone, remissiva per il rispetto dovuto alla libertà umana e quindi all'autonomia della persona, alla priorità della società sullo stato e dei valori superiori su quelli inferiori.

La forma politica, l'organizzazione sociale stabile nei suoi elementi strutturali e’  tuttavia talmente lontana dall'essere considerata intangibile nella sua realizzazione formale, che Toniolo nega la necessità di questo o quel tipo di potere politico, nega la necessita’ ineluttabile di una organizzazione sociale standardizzata; ma tutti, potere o autorita’ politica e  organizzazione sociale accomuna sotto l'espressione di democrazia; e questa sola sostiene come vera garante di autentica autorità politica e di organizzazione sociale, che corrisponda alla libertà creativa, autonoma, organica e quindi sociale dell'uomo. 

Sostiene che l’uno e l’altra (potere politico  e organizzazione sociale) deve attuare la sua forma e volto democraticamente secondo il tipo di cultura, secondo l'opportunità dei segni dei tempi della storia e il momento circostanziale della storia nel rispetto della persona umana e dei suoi intangibili valori illuminti da Cristo (3).

Esige inoltre che la democrazia del potere politico e dell’organizzazione sociale nasca da quella democrazia che è promossa dalla persona rigenerata da Cristo e animata dal suo Vangelo.

I valori umani della persona trovano un eccezionale significato nella sua visione del mondo, dei gruppi sociali, civili (stati), economici, politici (governi); e, per ciascuno di quei valori, egli riconosce la legge della crescita e la legge della loro esistenza nella storia. 
Questo significa che, per lui, è necessaria una maniera diversa di vivere quei valori, a seconda delle diverse situazioni. Basti pensare alle sue esortazioni rivolte ai giovani di saper attendere, docili al magistero, la maturazione dei tempi della storia.

 Sostiene tuttavia non essere ammissibile la negazione dei valori, o l'accettazione di una loro eclissi: formano infatti un elemento sostanziale della persona e della stessa civiltà. 
E forse solo in questo c'è un forte contrasto tra il pensiero di TonioIo e la tendenza del mondo moderno. Quest'ultima infatti vuol gettare l'ombra dell'insignificanza su ciò che è l'anima del progresso, quando sostiene che i valori umani sono mutevoli. 

Toniolo invece accetta la posizione storico-esistenziale dell'uomo (4) e il suo forte condizionamento dovuto al ritmo della storia, al progresso e al regresso della civiltà nel compito rischioso e responsabile dell'uomo che tende a un futuro di civiltà superiore; nega tuttavia che non ci siano valori umani autentici ed intaccabili dalla storia, che questi valori siano soggetto di corruzione; ripropone anzi, al culmine di ognuno di questi valori veraci ed inalienabili, la loro perennità.

Toniolo infine pone al vertice, nella scala dei valori inalienabili, e come anima di ognuno di essi e della molteplice attività umana il Vangelo.

 In questo modo, pur riconoscendo di poter riscontrare nel pensiero di Toniolo imperfezioni e limiti, plausibili con il tempo in cui visse, 
la dottrina di Toniolo si afferma, così, come una parola costruttiva per un mondo nuovo; essa conserva in sé la ricchezza e la giovinezza di Colui che ha detto: "Io sono il Principio e la Fine"(5).

A questa grande personalita' culturale merita ancora di volger il pensiero, lo studio e l'attenzione anche nelle nostre dispute verbali o mediatiche. Merita molto di piu' incarnarne il pensiero nella storia sociale, civile, politica.





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(1) J. RAMOS-REGIDOR, Il sacramento della penitenza,Torino,Elledici,1971, p.74.
(2) La realizzazione dell'ordine sociale e il suo sviluppo ci è presentato come opera d'uomo, e, in esso, l'autorità è delineata come espressione della comunità umana che guarda a Cristo obbediente al Padre e che si lascia docilmente responsabilizzare da Dio fonte ultima e termine supremo di ogni valore umano e quindi anche dell'autorità.
(3) Toniolo non cerca la restaurazione sociale cristiana, ma la strutturazione sociale cristiana. Lo stesso cristianesimo non ha la soluzione di universale validità, ma offre le condizioni per una responsabile riorganizzazione sociale veramente umana. Toniolo parla chiaramente di palingenesi sociale, pur trattando dell'ordine sociale cristianamente attuato in passato. E se Toniolo afferma che certe strutture sociali "possono" rimanere intatte, afferma pure indirettamente che "possono" mutare, e asserisce direttamente che lo 'debbono', qualora siano al di fuori dello spirito cristiano. ( G. TONIOLO, Lettera a mons. E. Bonincontro: O.O., serie VI, vol. 3, pagg.78-79; id., Dell’odierno indirizzo delle scienze sociali…: O.O., serie 2, vol. 2, pag. 417).
E’ interessante la vicinanza dell'atteggiamento di Toniolo con ciò che dice la costituzione Gaudium et Spes: G.S. 63,e.
 (4) E in ciò si nota l’influsso del suo studio della filosofia e sociologia della giovinezza: anche se positivista’
(5) Se si possono riscontrare limiti nella sua opera, possiamo indicare un certo conformismo alla mentalità cattolica del suo tempo, che riproponeva strutture ormai antiquate, o strutture di classe troppo acculturate; una concezione un po' trionfalista della Chiesa nei confronti della verità, un intransigentismo talora spiccato verso chi non possiede con soddisfacente pienezza la verita’…Concezione oggi riveduta nella Chiesa stessa:G.S. 43,c; 44; (cfr.: E.PASSERIN D’ENTREVES, La spiritualita’ di G. Toniolo e il cattolicismo veneto: Venezia nell’unita’ d’Italia, Firenze, Sansoni, 1962, p. 68, 84; G. TONIOLO, Programma della rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie: O.O., serie IV, vol 3, pp.136-139, ove appaiono gli elmenti indicati, sia nelle aspirazioni che nel programma di azione di Toniolo).

(6) Apoc. 22,13; G.S. 45

sabato 8 luglio 2017

Papa Francesco e Toniolo , prospettive...

Una nuova democrazia internazionale-mondiale?

Un confronto e un approfondimento .






Papa Francesco invita ad attivare una nuova era di sviluppo innovativa, interconnessa, sostenibile, rispettosa dell’ambiente e inclusiva di tutti i popoli e di tutte le persone.

( Vedi  Accorato” appello del Papa ai leader del G20
Lettera di papa Francesco alla cancelliera tedesca Angela Merkel, in Zenit
7 luglio 2017)


Se e’ vero come ricorda Papa Francesco che la realta’ e’ piu’ importante delle idee, le idee pratico-attuative realizzano quella realta’. Ecco alloral'opportunita' di riandare al Pensiero di Toniolo che sostiene e indirizza alle realizzazioni di quella realta’ piu’ importante delle idee: quella nuova era di sviluppo innovativa, interconnessa, sostenibile, rispettosa dell’ambiente e inclusiva di tutti i popoli e di tutte le persone, che risponde alla dignita’ umana ed alle esigenze della persona.

 Papa Francesco afferma :

"La realtà è più importante dell’idea. Le tragiche ideologie della prima metà del secolo XX sono state sostituite dalle nuove ideologie dell’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria (cfr. EG, 56). Esse lasciano una scia dolorosa di esclusione e di scarto, e anche di morte. Nei successi politici ed economici, invece, che pure non sono mancati nel secolo scorso, si riscontra sempre un sano e prudente pragmatismo, guidato dal primato dell’essere umano e dalla ricerca di integrare e di coordinare realtà diverse e a volte contrastanti, a partire dal rispetto di ogni singolo cittadino. In tale senso, prego Dio che il Vertice di Amburgo sia illuminato dall’esempio di leader europei e mondiali che hanno privilegiato sempre il dialogo e la ricerca di soluzioni comuni: Schuman, De Gasperi, Adenauer, Monnet e tanti altri."
...Noi potremmo vedere in quei „tanti altri”, l’eminente pensiero del Beato Toniolo.
Egli parlando della democrazia come elemento di civilta’ futura afferma:





• Il tipo di democrazia a regime parlamentare puro, o regime parlamentare elettivo, manipolato da blocchi partitici, ha condotto ad una democrazia per nulla rispondente alle esigenze della dignità della persona, la quale in molti paesi e circostanze si sente manipolata e insoddisfatta nelle sue reali esigenze ed incerta sul futuro(1).
Questo succede quando si è confusa la democrazia politica con la democrazia sociale: la sostanza della democrazia (democrazia sociale)  è subordinata a ciò che di essa è solo una parte (democrazia politica) ;  e quando non si è capito il concetto di autorità e di libertà e il loro rapporto.

In questa situazione, afferma il Beato Toniolo, si sente allora il bisogno di trovare un nuovo "ancoraggio "(per sanare il senso di sfiducia nato da una politica parolaia, che conduce al naufragio della democrazia.
Si invoca una "rivoluzione culturale" di fronte ad un'autorità che si fonda solo "sulla prassi, o su rapporti di forza, o di diritto formale", senza una precisa coscienza di servizio alla società e in speciale alla povera gente.
Si sostiene la necessità, di un potere veramente democratico. 
Sembra inoltre a lui che la Comunità ecclesiale con la sua storia e libertà abbia da dire una parola nuova su questo problema.

In questo modoToniolo sembra inquadrare linee portanti del nostro problema...

E' il caso di domandarsi  allora se la chiarificazioni di Toniolo circa la democrazia, se il suo dire che la vera democrazia nasce dalla croce ed è servizio, se il suo porre alla base di ogni democrazia la democrazia sociale, se la sua soluzione democratico-politica che prospetta una sociocrazia, non sia la soluzione migliore alle incercertezze del momento.

•        Si invoca una democrazia che sia veramente a livello di base, che investa tutti i campi della vita: da quello economico, a quello politico, sociale, internazionale.
•        Anche oggi si parla di democrazia come "potere degli esclusi",
a cui già pensava Toniolo, quando, presentando Georges Goyau e trattando della sua morte riferiva le sue parole oscure dette prima di morire: "Pregate per i popoli che non sono!".
E la soluzione che indicava Toniolo al contrario di quella di Goyoau, la sua dottrina era ed e' ancora costruttrice, aperta al futuro, potremmo dire perenne.

Egli ha prospettato la soluzione del problema accennato, partendo dall'autoelevazione e, attraverso un' educazione e riforma tenace partita dal basso, ha promosso il senso della solidarietà e del servizio, indicando la spinta e lo sviluppo nella democrazia arricchita dai valori scaturiti dal Vangelo. Ha introdotto cosi’la aprospettiva di una democrazia, che,solo in quanto non è attuata o in quanto non è compresa, è osteggiata e diffidata, ma che in realta' e' la democrazia che ora disperatamente si cerca.

-      La dottrina di Toniolo sulla democrazia come lo strumento di una civilta’autentica e progressiva perche' cristiana è il risultato di tutto il suo piano di studio. Il concetto di civilta’democratica e cristiana è il vertice della sua opera di studioso, quella che lo ha fatto entrare più a fondo nel campo scientifico e lo ha indicato come uno dei maestri, se non il fondatore  della scuola sociologica in Italia.

La dottrina etico-filosofica, illuminata dal Vangelo e comprovata dai fatti in larga misura, deve stare alla base di ogni azione sociale - così la pensava Toniolo- e fu quindi la guida della sua stessa azione sociale e della sua idea politica . 
Ogni problema economico, civile, politico risaliva per Toniolo ad un problema etico-religioso(2). La storia,che è di grande aiuto all'economia, gli poneva di fronte il cristianesimo generatore di un mondo nuovo di idee e di energie; gli indicava inoltre nella Chiesa l'apportatrice dei valori evangelici per realizzare l’autentica civiltà.
Nella scienza filosofica scorgeva un'alleata, capace di aprire la via alla scoperta di un bisogno di assoluto e, al di là di esso, l'esistenza di quel valore assoluto ricercato.
Al di sopra della scienza trovava una luce per non smarrirsi: la fede.
Riconosceva infine nelle parole di Cristo "quando sarò elevato tutto trarrò a me!" (3), il "lampo che dà unità a tutta la storia della civiltà"(4). Egli incentrava cosi’ tutta la sua dottrina sociale e tutta la realtà in Cristo e proclamava Cristo fine della persona e della società, chiave della storia e fulcro della civiltà.
Avveniva così che lo scienziato incontrasse il cattolico e Toniolo divenisse un apologeta.
Toniolo richiamava ogni uomo ed ogni gruppo sociale alla realtà predicata dal Vangelo e sperata dal popolo credente che è la Chiesa. Egli affermava che la persona e la società intera avrà la salvezza entrando in una storia, in una vita, in una esperienza nuova: quella cristiana.
Poneva con chiarezza questo messaggio:
 'Il cristiano nel mondo non deve costruire la sua vita spirituale secondo i dettami del secolo nel quale vive, ma seguendo quelli dati dalla Chiesa, in cui Cristo rimane sorgente di santità; deve d'altra parte strutturare la sua vita sociale su due dimensioni convergenti: la dimensione umana, che gli è propria e nella quale vive, e la dimensione divina, che è quella a cui è chiamato e che gli viene da Dio attraverso la Chiesa;  sicché Cristo sorgente di una nuova interiorità umana è anche motivo di ogni autentico progresso di civiltà.'
Di qui appare perciò nel suo pensiero l'idea di civiltà cristiana; 
e si delinea pure la figura del laico.
E’ quest'ultima la visione di un uomo inserito nel mondo, come ogni altro uomo; inserito nella vita sociale e nell'impegno per il progresso civile; senza alcuna particolarità che lo distingua, se non quella di rispecchiare nella sua vita le esigenze del Regno. Il laico appare colui che ha come primo campo d'azione il mondo in cui vive e che deve elevare (santificare) sicche’l’autonomia della realta’ secolare sia coordinata all'ultimo risultato finale a cui è destinata la storia e la realtà: tutto sia ricapitolato in Cristo(5)

Al contrario, Toniolo considerava la separazione della dottrina sociale dal cristianesimo la causa di una degenerazione dell'ordine etico-giuridico che infine si ripercuote nella degenerazione dell'ordine economico e quindi nella degenerazione degli ordini politici. Per Toniolo infatti ogni problema economico è destinato a farsi problema giuridico-civile, politico, sociale, etico, religioso.

Da queste convinzioni Toniolo deduceva la necessita' di due scelte concrete. La prima, una vita storica ricca di valori (civiltà) posta al servizio degli umili (ordine sociale democratico). La seconda scelta doveva essere quella di vivere Cristo in una società redenta (ordine sociale cristiano): sicché le persone e i gruppi sociali, animati da una sola fede, speranza e amore, costituissero il corpo visibile di Gesù,iniziando già, in germe, ad essere la comunità perfetta dei tempi lontani, quelli ultimi, in cui saremo nell'amore di Dio(6) (ordine sociale di civiltà cristiana).

Tutta la dottrina di Toniolo sulla società e sulla civiltà è in realta’, dunque, la costruzione di un credente. Per l'ateo e per il razionalista Toniolo non può interessare: le sue parole hanno alcunché di insignificante o, al più, sono un tentativo filosofico-scientifico, un'ipotesi tra le tante, ricca per di più di alquanto romanticismo (7).

Per il credente le affermazioni di Toniolo sono invece un'inquietudine;
 per il cattolico sono una rivelazione; 
per chi l'ha accostato furono invito ad un impegno nella vita personale, civile, sociale e politica più profondo e vitale; nella speranza di poter finalmente costruire un mondo fatto nuovo più civile, piu’ umano, piu’ solidale , piu’ universale e di civilta’, perche’ piu’ cristiano(8).  

….E dice Papa Francesco nella sua lettera al G 20 del 7 luglio 2017:  
 In tale senso, prego Dio che il Vertice di Amburgo sia illuminato dall’esempio di leader europei e mondiali che hanno privilegiato sempre il dialogo e la ricerca di soluzioni comuni: Schuman, De Gasperi, Adenauer, Monnet
 e tanti altri."(9)








...Noi potremmo vedere in quei „tanti altri”, l’eminente pensiero del Beato Toniolo.

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(1) F. VITO, Gli scritti politici di Giuseppe Toniolo: Vita e pensiero, 40 (1957) 837.

(2) G. TONIOLO, L'Unione fra le donne cattoliche d'Italia: 0.0.,Serie IV, vol.3,p,299: "qualunque rinnovamento ha origine da un ridestarsi della pietà religiosa, fonte ed alimento di fede e di carità, nonché di ogni operosità salutare e progressiva".
G. TONIOLO, La genesi storica dell'odierna crisi sociale econonomica:0.0., Seriel, vol.1, p.I93: la "degenerazione dell'ordine sociale cristiano e' prodotta da un pervertimento..." 
(3) Jo, 12,32.
(4)Da un foglio inedito riportato da: E. DA PERSICO, La vita di Giuseppe Toniolo, Mantova, Ed. Gruppo Buona Stampa,I929, p.77.  
(5)     E' la visione del laico oggi tanto cara! cfr.:G.GIORDANO, La teologia spirituale del laicato nel vaticano II,Roma, Ed. "La civiltà cattolica",1970, 2I4 p.
(6) Hebr. 12,23.
(7) "L'idealista impenitente, che da dieci anni ci ricanta quasi con le stesse parole un canto palingenesiaco, che nell'economia, nella filosofia della storia, nella tattica dei partiti porta ed applica con immensa fiducia i rigidi criteri dell'assoluto".Cfr.:
ROMOLO MURRI: Coltura sociale, 16 giugno I903;
citato da E. DA PERSICO, La vita di Giuseppe Toniolo, Mantova, Ed. Gruppo Buona Stampa, I928, p. 208.
(8)La dottrina di Toniolo trova riscontro nella Lettera apostolica di SS. Paolo VI per l'ottantesimo anniversario della Rerum Novarum,14 maggio 1971. Ciò può avvenire per parecchie affermazioni che troviamo nel documento magisteriale. Lì ove parla della società politica; della rinascita delle utopie e di contro dell'impegno del cristiano abitato da una forza che lo sollecita a sorpassare ogni sistema ed ogni ideologia; ove accenna all'ambiguità del progresso,dimentico dello sviluppo nei rapporti umani della qualita' e della verita', come della crescita della responsabilita; lì ancora ove parla della giustizia nella ripartizione dei beni, della promozione dello sviluppo in ogni paese, della priorità del dovere internazionale; lì ove si asserisce la necessità dell'amore e della disponibilità al servizio; del passaggio dalla cruda economia internazionale alla politica economica e sociale internazionale; del potere politico armonizzato all'autonomia e alla libertà del singolo; del dovere di ogni cristiano di dare una risposta evangelica di carità e servizio ai problemi in cui vive ;della necessità di inventare nuove forme di democrazia,impegnando ciascun uomo ad una responsabilità comune e facendo dei gruppi umani delle comunità di partecipazione; lì infine ove fa un richiamo continuo a perdersi nel Risorto. Cfr.:
PAOLO VI, Octogesima adveniens : L'osservatore Romano, 111(33/690),15 maggio I97I,pp.4-6'

 Le affermazioni di Toniolo in quanto sono una convinta riflessione sulla originalità dell'apporto cristiano a vantaggio di una trasformazione positiva della società, si addicono bene all'asserto del Vaticano II:COSTITUZIOHE PASTORALE, Gaudiura et Spes,11: A.A.S.,58(1966)1033.


(9) A.FANÉANI, Prefazione a L'odierno problema sociologico: Giuseppe Toniolo: 0.0., Serie  III, voi, I,p. XIII. Dice di Toniolo con un po' di amarezza: "precursore senza seguito e intuitore felice, senza discepoli utilizzatori"...