La
politica del Padre nostro.
L’azione politica del cristiano:
un segno della
presenza del Regno di Dio.
Questa e’ l’idea del Beato G. Toniolo.
Né per il
potere né contro di esso.
E’ la Politica del Padre
Nostro.
La “politica del Padre nostro” significa dare
alla gente impegnata in politica, per mezzo della Parola di Dio e dell'educazione,
e nei luoghi di aggregazione, ragioni, mezzi e motivi da apportare alle
soluzioni, alle scelte e ai mezzi propri
della vita impegnata nel sociale ed in politica per vivere e per combattere le
proprie cause pacificamente e con uno spirito nuovo, portatore di frutti
duraturi.
“La Rivelazione non e’, per il suo contenuto, ne’
esplicitamente, ne’ implicitamente una teoria politica o una guida all’azione ma solo un messaggio di salvezza”(1). Il che
significa che i comportamenti politici non sono oggetto, ma conseguenza
del messaggio rivelato; vanno quindi riportati e confrontati sul messaggio di
salvezza, ma e’ solo la coscienza del singolo che puo’ determinare la traduzione
di quello nelle sue scelte concrete per la costruzione della societa’ pacifica
e democratica. Di qui appare l’importanza della “Politica del Padre nostro”,
che anima la politica nel concreto di ogni giorno e nei suoi programmi per il
futuro.
‘Ciò che è cambiato ora, rispetto a
certe situazioni del secolo diciannovesimo, è il fatto che noi oggi non siamo
soltanto davanti a dei poveri, ma davanti alla povertà come fenomeno globale e
strutturale.
In una società disuguale bisogna
perciò domandarsi che significa oggi essere “onesti cittadini” ed “uomini
politici”. In società spesso soggette all'ingiustizia, o in altre travagliate
da problemi morali o in quelle in cui i diritti umani - e dei minori in
particolare - sono pubblicamente e impunemente lesi, significa schierarsi in
una lotta pacifica e coraggiosa per la giustizia, per creare un reale spirito
di fraternità, per portare attenzione agli ultimi, per elevare la moralità
pubblica. Su questo impegno scende confortante la luce del Vangelo che si concentra
nella “Politica del padre nostro” e che la Chiesa chiama “sociologia cristiana”., di cui
formidabile promotore fu nel XIX.mo secolo il Beato Toniolo.
Il criterio globale consiste nell’
evitare tutto ciò che può allontanare dal bene comune ed in particolare dal
povero, dalla gioventù e dalla sua educazione integrale; allo stesso tempo,
porta ad un atteggiamento di costruttivo dialogo con tutte le persone
responsabili del bene comune, al di là della stessa loro fede religiosa e
politica.
Se l’uomo “politico” e’ chiamato ad
offrire una testimonianza radicale per la giustizia e la pace, a rifiutare
tutto ciò che favorisce la miseria, e a cooperare con coloro che costruiscono
una società più degna dell'uomo, di fatto il suo impegno sociale e politico non
puo’ sgorgare che dalla sua qualità di cristiano e questo in primo luogo chiede
che le parole e gli interventi abbiano come sorgente e anima viva la carità del
Cristo Salvatore; come motivazione le esigenze del Vangelo e la volontà di
soccorrere Cristo stesso in coloro che soffrono ingiustizia; come scopo
cooperare all'affermazione del Regno, animando l'ordine temporale con lo
spirito del Vangelo; come stile quello di una bontà dialogante che procede per
le vie dell'amore. La politica “del Padre nostro”.
Dice a proposito Toniolo:
”Ecco il balsamo che ci preserva dalla corruzione e insieme ci avvalora d’intima fortezza, nel compito immenso e formidabile di preparare con il rinnovamento di civilta’ nel prossimo avvenire....Puo’ sorridere a questo richiamo di pieta’, in un compito si’ arduo e poderoso, chi non sa quale sublimazione di tutte le potenze umane si effettui nella conversazione con Dio (Eucaristia), e dimentica che l’incivilimento non e’ che la storia della congiunzione dell’umano col divino. Ma noi credenti sentiamo nel profondo dell’anima ed urge proclamarlo: chi definitivamente rechera’ a salvamento la societa’ presente non sara’ un diplomatico, un dotto, un eroe, bensi’ un santo, anzi una societa’ di santi.” (2)
L'unità nell'azione socio-politica è assicurata dalla
coscienza del cristiano, guidata e illuminata da un riferimento fondamentale:
l'amore liberatore di Cristo che si attua attraverso diversità di azioni.
Qualunque cosa il cristiano faccia, quindi, vuole essere «segno e portatore dell'amore di
Dio” all’uomo, ad ogni uomo.(3)
(1)Ernst Wolfang Boekenfoerde,Mandato politico della Chiesa?: Studi
cattolici 107(1970) pp 98-105.
(2)B. GiuseppeToniolo in una Conferenza
a Roma citata da Anichini, Toniolo
Giuseppe, Bari, 1955,pp. 168-169.
(3)Sergio. Dall’Antonia SDB, Per una democrazia diretta, Acc.
Alfonsiana Roma, Tip. Salesiana San Giorgio- Venezia, dic.1972, pp.76.