domenica 9 giugno 2013

L'attivita' umana

L'attività umana corrotta dal peccato

La Sacra Scrittura,  con cui è d'accordo l'esperienza di secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure e’ un grande bene dell'uomo, porta con sé una grande tentazione: infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male con il bene, gli individui e i gruppi guardano solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri; e così il mondo cessa di essere campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano.
Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno( Mt 24,13; 13,24-30. 36-43). Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, nè può conseguire la sua interiore unità’ se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio.
Per questo la Chiesa di Cristo, fidandosi del piano provvidenziale del Creatore, mentre riconosce che il progresso umano può servire alla vera felicità degli uomini, non può tuttavia tare a meno di far risuonare il detto dell'Apostolo: « Non vo­gliate adattarvi allo stile di questo mondo» (Rom. 12, 2), e cioè a quello spirito di vanità e di malizia, che stravolge in strumento di peccato l'operosità umana, ordinata al servizio di Dio e dell'uomo. Se dunque ci si chiede come può essere vinta
tale misererevole situazione, i cristiani, per risposta, affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se’ stessi, devono venir
purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento, infatti, da Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse rin­grazia il Benefattore e, usando e godendo delle creature in verta’ e libertà di spirito, viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e tutto pos­segga (9):  «...tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo, Cristo di Dio » (1 Cor. 3, 22-23).
Gaudium et Spes, nr. 37.

Toniolo 

propone alla societa' chiamata a correggere se stessa per essere se stessa,la democrazia sociale che vive le realta' della liberta', legalita', giustizia e carita' cristiana nella democrazia ispirata dal Cristianesimo. Egli dice infatti:(1)

Poiche' ' l'ordine sociale "si risolve fra gli uomini nell'attuazione per mezzo della libera volonta' umana del fine doveroso imposto dall'autorita' divina" (p. 361), la giustizia e la carita' esprimono due sommi ed eterni principi  della vita sociale, due naturali tendenze di cui l'una fa capo principalmente all'autorita', l'altra alla liberta'. Giustizia e carita' cristiana risultano dunque le  "virtu' ordinatrici ed avvivatrici del corpo sociale"( p.359).

La giustizia e' il fondamento dell'ordine sociale, non puo' giammai venir meno senza compromettere la legittima liberta' e il conseguimento dei fini di civilta'." 
Richiede di essere integrata dalla carita', "ma non puo' venire sostituita da quella".
Col progresso dei tempi, la giustizia e' chiamata non a diminuire di importanza, bensi' ad assumere compiti sempre nuovi, piu' alti e delicati di mano in mano che i rapporti sociali si ampliano, si affinano, si rendono piu' complessi". E tutto cio' perche' essa " risponde ad un concetto esatto dell'ordine sociale del quale autorita' e liberta' sono elementi del pari integranti"( p.360).

La carita', animata dalla fede, e' pur essa parte fondante della societa' :" perfezione della legge", ed " autrice di perfezione civile". Si sviluppa "in un ambito sempre piu' largo e sublime, parallelamente alla giustizia", anzi ordinariamente la precede, la sostiene, la orienta (p.363, 366).
La liberta' e' condizione posta dalla dignita' della persona, essa aiuta  a "conseguire con maggiore efficacia" le diverse finalita' del progresso di civilta' tra loro collegate; e compie cio' con maggiore efficacia  di quello che farebbe "il minuzioso ed accentrato regolamerntarismo", purche' rispetti " il  dominio riservato alla giustizia ed al rigoroso diritto" 
( p. 366).La liberta' per esistere esige delle condizioni: 
la certezza nella dignita' della persona e della sua liberta' interiore, 
il riconoscimento " della superiorita' della Chiesa sullo stato rispetto ai fini complessivi dell'esistenza sociale", 
e che  "si conservi fra i cattolici il culto della carita' "( p. 366)
Liberta', giustizia e carita' sono dei valori sociali democratici ispirati e sostenuti dal Cristianesimo.

La necessaria presenza della giustizia e della carita', rettamente intese, per un ordine sociale autenticamente civile e aperto al progresso di civilta', sta nel fatto seguente.
Nell'ordine di una societa' che rispetti l'armonia delle virtu' della giustizia e carita', virtu' e forze sociali animate dal cristianesimo, la liberta' e' goduta da tutti, e' rispettata, e' esente da un accentramento di ingerenze assorbenti (p. 361), ne' oppressa sotto la forza dei potenti (p. 362), scevra dal disgregamento atomistico, e non soffre la distruzione di enti autonomi intermediari tra gli individui e lo Stato; non e' nemmeno minacciata da contingenze storiche contrarie ad essa. Non potranno nascere leggi positive contrarie all'ordine sociale ben ordinato e orientato al fine ultimo ed al bene comune.( p. 361) (2).



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(1) G. TONIOLO, La funzione della giustizia e della carita' sull'odierna crisi sociale: Atti del primo congresso cattolico italiano degli studi di scienze sociali, vol. 1,in  Iniziative culturali e di Azione cattolica,1892: Opera Omnia, serie IV, vol.3, pp. 359-367.
(2) op.cit., pp.361-362.

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