Toniolo e Don Bosco e l’impegno politico.
“Don
Bosco non fa poitica...”
Lo
affermò lui stesso il 24 giugno 1883: « A che prò entrare in politica? Con
tutti i nostri sforzi che cosa potremo noi ottenere? Nient'altro che di
renderci forse impossibile di proseguire la nostra opera di carità » (M.B.,
voi. XVI, p. 291).
Forse
oggi la sua scelta sarebbe discutibile?...
Schematizzando
al massimo la situazione, potremmo dire che « in teoria » davanti a don Bosco
venne delineandosi un dilemma:
—
o
battersi contro gli
effetti delle ingiustizie sociali (aiutare
i ragazzi poveri, domandando e accettando l'aiuto di chiunque per fondare
scuole e laboratori);
—
o
battersi contro la causa
delle ingiustizie sociali (inventare
forme di denuncia pubblica, di associazioni per giovani lavoratori, rifiutare
la collaborazione e la beneficenza delle persone coinvolte in un sistema
politico-economico basato sullo sfruttamento), con la prospettiva evidente di
inaridire le fonti della beneficenza e di abbandonare al proprio destino i
ragazzi poveri.
Nel primo caso salvava i giovani
dai pericoli immediati, ma
rischiava di essere « strumentalizzato » dal sistema, di allevare cioè
dei lavoratori obbedienti e 'docili che non avrebbero disturbato i
potenti.
rischiava di essere « strumentalizzato » dal sistema, di allevare cioè
dei lavoratori obbedienti e 'docili che non avrebbero disturbato i
potenti.
Nel
secondo caso sollecitava il « sistema » a cambiare, ma rischiava di non poter
andare incontro alle necessità immediate, impellenti dei poveri.
La scelta (non solo per don Bosco, ma per molti uomini
della Chiesa in quel tempo) era drammatica: comunque ci si schierasse, non si
faceva « tutto » quello che si doveva fare.
Don Bosco imboccò, sotto l'urgenza del momento, la
prima strada. Quando ne avvertì i limiti, si sentì garantito dall'azione totale
della Chiesa: « Lasciamo ad altri ordini religiosi più ferrati di noi le
denunce e l'azione politica. Noi andiamo dritti ai poveri ».
Concludendo ci pare di poter affermare che se nella
Chiesa ci sono molti carismi, molti doni cioè dati agli individui per il bene
della comunità, don Bosco ebbe quello dell'intervento urgente a favore dei
ragazzi poveri. Diverso, ma non contrapposto, a quelli più squisitamente
sociali di mons. Ketteler (1811-77), del BeatoToniolo (1845-1918), di don
Sturzo (1871-1959). Per questo, il prete piemontese può stare benissimo
accanto a loro.
Quattro carismi diversi nell'ambito della Chiesa,
vissuti con onestà e limpidezza, e proprio per questo ricchi di frutti
autentici per il popolo di Dio.
( fonte NN)
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