L'attività
umana e’ corrotta dal peccato
ma
redenta da Cristo
a
cui va orientata
Dice il Vaticano II nella Gaudium et Spes:
La Sacra Scrittura, con cui è d'accordo l'esperienza di
secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure e’ un grande bene
dell'uomo, porta con sé una grande tentazione: ifatti, sconvolto l'ordine dei
valori e mescolando il male col bene, gli individui e i gruppi guardano
solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri; e così il mondo cessa di
essere . campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza
umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano.
Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una
lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin
dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore (8),fino all'ultimo
giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per
poter restare unito al bene, nè può conseguire la sua interiore unità’ se non a
prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio.
Per questo la Chiesa di Cristo, fidandosi del piano
provvidenziale del Creatore, mentre riconosce che il progresso umano può
servire alla vera felicità degli uomini, non può tuttavia fare a meno di far
risuonare il detto dell'Apostolo: « Non vogliate adattarvi allo stile di
questo mondo» (Rom. 12, 2), e cioè a quello spirito di vanità e di malizia, che
stravolge in strumento di peccato l'operosità umana, ordinata al servizio di
Dio e dell'uomo.
Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale
misererevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le
attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e
dall'amore disordinato di se’ stessi, devono venir purificate e rese perfette
per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento, infatti, da
Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare
anche le cose che Dio ha creato.
Le cose create infatti da Dio le riceve, e le guarda e le
onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse ringrazia il
Benefattore e, usando e godendo delle creature in verta’ e libertà di spirito,
viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente
abbia e tutto possegga:
“...tutto, infatti, è vostro; ma voi siete di Cristo,
Cristo di Dio”
(1 Cor. 3,22-23) Gaudium
et Spes nr. 37
Questi
orientamenti di fondo li cogliamo nella dottrina di Toniolo. Per questo e' bene
u n confronto di Toniolo cn Il Vaticano II.
Toniolo
e il Vaticano II.
Toniolo spesso sembra straordinàriamente vicino alla
teologia del Concilio Vaticano II (1).
Il concilio insegna che la chiesa proclama una parola che
si fa carne(2).
Questa questo compito della Chiesa impegna la Chiesa
stessa ad essere attenta ai temi che le condizioni storiche e ambientali
rendono particolarmente attuali e urgenti: sono quei segni storici che Dio usa
nella sua pedagogia per parlare ai popoli (3). La Chiesa, popolo in cammino
(4), ordinato, guidato e impegnato nella storia umana , deve rivolgersi
all'uomo nel quiora, secondo il significato pregnante della storia. La Chiesa è
l'incarnazione di Cristo(5), sicché per mezzo di essa, Egli si unisce in certo
modo ad ogni uomo(6). Ma la Chiesa renderà presente Cristo agli uomini, ai
popoli inseriti nella storia,
specialmente nelle mutue relazioni con essi(7) e nella attenzione agli appelli
che la storia le rivolge(8).
Solo così si
compie interamente il disegno divino di potenziare ogni valore umano e renderlo
pienamente realizzato (9), incarnato nella vicenda umana: è allora infatti proprio nell’uomo che si ricapitola ogni cosa
in Gesù Cristo,che e’ il solo ponte tra Dio e l'uomo.
Un ricco nucleo di
queste idee è in Toniolo. Questa pensiero teologico è stato già colto in
qualche modo da Toniolo, la cui dottrina sulla Chiesa e l'azione umana
creatrice, sulla civiltà e il Vangelo, sull'impegno dell'uomo e e la forza che
riceve dall'Eucaristia, sulla fede e la vita, sulla storia e il progresso,
sulla storia e i momenti chiave di essa, rspecchia questo costante rapporto e
tensione: rendere Cristo presente all'uomo attraverso un impegno relazionale.
Il Cristiano infatti per Toniolo aperto e vigilante (docilità), attento al
momento storico(uomo del proprio tempo), attento alle necessità del suo tempo e
alle indicazioni (segni) che gli vengono dalla storia illuminata dall'auto-revole
annuncio del Vangelo, con un compito personale(coordinato a quello comunitario)
mettere a frutto ( e cio’ e’ per lui un dovere) i doni ricevuti in forma
originale( democrazia e organismi e gruppi sociali organici) per rassomigliare
a Cristo che venne per servire e non per essere servito, riconducendo così
tutta la realtà (dall'individuo alla società) a Cristo, e giungendo da Cristo a
Dio Padre(civiltà finale).
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(1)Cfr. soprattutto la costituzione pastorale
sulla Chiesa nel mondo contemporaneo "Gaudium et Spes":G.S.
24;25,26,27,29,30;31 a;31 c; 32 a,c-e ;Parte prima, cc.III-IV; 58, 59 c; 62 a;
63 a;63 c,e;64;65 a,b;68 a,b,c;69 e;71 e; 71 f;72;73 b,d,e; 74 a,b,c,d,f;75;76
b,c,f;78 a,b; 84 c;85 a; 86; 89 a;90 c;92 a;93 a.
(2) D.V. 7.
(3) D.V. 2;15. RdC 15.
(4) L.G.
9 c.
(5) A.G. 3 b
(6) G.S. 22 b
(7) RdC
96
(8) G. S.
4 a
(9) G.S.
11.