Maggioranza
Scrive Mons. Toso:
„ è facile
capire che quanti hanno sostenuto la “teoria” della diaspora, in sostanza hanno contribuito a far regredire le posizioni del mondo cattolico dal punto di vista politico e democratico. Al pari di ogni altro cittadino, il cattolico sa che, in una democrazia pluralista, può promuovere tutto quello in cui crede, sia come persona umana sia come uomo di fede. La fede non fa altro che confermare ciò che pensa come essere umano e razionale solo se vive all’interno di una aggregazione e non disperso ovunque. Ossia se, assieme ad altri, riesce a costituire una maggioranza perché ciò è il fondamento della vita democratica. Affinché i propri beni-valori possano essere incarnati dall’azione politica, occorre essere il più possibile uniti e compatti, e non rinunciatari”
Dare potere politico e capacità di voto a persone qualificate appartenenti a gruppi sociali attivi nel campo sociale e
cristianamente convinte.
In secondo tempo
invece, di fronte all’entrata di gruppi cattolici in politica senza attenzione
al „ non expedit” ancora presente, prese
un indirizzo attivo-organizzativo e cominciò a preparare con maggiore
accanimento i giovani alla politica per realizzare presenze di gruppi qualificati
e un giorno attivi nella politica.
Voleva qualificare tutte le persone e quindi poi aprirle al voto e ad
accedere ai seggi del potere cosicché il voto fosse conforme ad una preparazione non subdola o incerta o passiva e dipendente da chi grida di più, ma basata su una preparazione valida e su una capacità critica, avvalorata dalla conoscenza e pratica dei valori civili e cristiani.
Vedeva infatti che la
democrazia e la forza politico-sociale nella vita civile si sostiene non
attraverso il numero detto maggioranza, ma da una maggioranza qualificata e
attiva. Quindi non solo „uniti e compatti”, ma coerenti, preparati, qualificati
e quindi „uniti e compatti”
E’ questo che forse
vuole intendere mons. Mario Toso.
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