giovedì 19 gennaio 2012

Toniolo Giuseppe , l'Opera dei Congressi e la sua azione politica




Giampiero Moret, scrive su l'Azione dell' 8 gennaio 2012, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto, circa Toniolo e la sua attivita' sociale e politica. Afferma


Il ruolo della Chiesa


... Questo impegno sociale in no­me della fede non poteva non ri­sentire della visione dei rappor­ti della Chiesa con il mondo, ti­pica di quel tempo. Molto di­versa, per intenderci, da quella che sarebbe maturata con il Concilio Vaticano II. Il contatto della Chiesa con il mondo pla­smato dalla modernità avvenne mantenendo tutta la diffidenza nei suoi confronti. Si cercò di in­serirsi in esso, non solamente con azioni caritative, ma anche sforzandosi di capire le cause dei mali sociali in modo da propor­re dei rimedi efficaci, ma si en­trò con la convinzione che tut­to quello che era stato fatto in questi secoli di grandi cambia­menti, era tutto sbagliato. Non c'era atteggiamento di dialogo. La Chiesa rimaneva polemicamente in opposizione e il mi­glioramento sociale non poteva avvenire se non attraverso un ri­torno di questo mondo moder­no sotto il suo manto. Solo la Chiesa possedeva la soluzione definitiva dei problemi sociali. Il Toniolo partecipava di questa vi­sone del rapporto della Chiesa con il mondo. Era sua convin­zione profonda che il migliora­mento non potesse avvenire se non restaurando l'ordine so­ciale cristiano" l'unico valido. Questo gli impedirà di accor­gersi di nuove vie per una pre­senza più efficace della Chiesa nel mondo che già al suo tempo si incominciavano ad intravede­re. Questo non toglie che il suo pensiero sociale non abbia indi­viduato fin da allora alcuni pun­ti fondamentali che sono entra­ti nel patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa. Vedremo in concreto questi punti conti­nuando l'esplorazione del suo pensiero sociale....


Sorge spontaneo il dubbio a chi abbia letto il Toniolo, che questo modo di vedere il Toniolo sia alquanto riduttivo. Per questo desidero precisare la visione di tale figura come l'ho percepita nello studio delle sue opere e della sua vita.
Il mio approfondimento seguira' questa linea: 
Posizione di Giuseppe Toniolo nella Chiesa e nella societa' del suo tempo.








Una premessa molto facile con l'aiuto di uno studioso contemporaneo ci aiuta ad entrare nella questione e a portare chiarezza.

(Da NATALE CERRATO, Vi presento Don Bosco, LDC, Torino, 2005,pp.223-225)



La Chiesa in Italia da Pio IX a Leone XIII






a) Rapporti tra Stato e Chiesa


Nei primi anni di vita unitaria il governo nazionale credette di risolvere la Questione Romana togliendo al Papa tutto il territorio e regolando i rapporti con la Santa Sede attraverso la legge dello Stato italiano, la cosiddetta «Legge delle Guarentigie» dell'11 maggio 1871, senza accordi bilaterali e senza intervento di altri Stati. Sperò che le condizioni imposte sarebbero state accolte dal Pontefice e da tutti i cattolici, ma la Santa Sede considerò tale trattato inaccettabile. Intanto le leggi contrarie agli Ordini Religiosi, ai quali non si riconosceva più la personalità giuridica mentre se ne confiscavano i beni, si susseguivano in quegli anni suscitando proteste in coloro che avevano appoggiato il moto unitario.

Quando le leggi eversive del 7 luglio 1866 (soppressione degli Ordini Religiosi rimasti dopo il 1855) e del 15 agosto 1867 (soppressione della maggioranza degli enti ecclesiastici e incameramento dei loro beni) vennero estese alla provincia di Roma, in data 19 giugno 1873, s'accrebbe l'indignazione dei cat­tolici. Infatti gli impegni ufficialmente assunti dal Governo (Memorandum di Visconti Venosta del 29 agosto 1870) erano sta­ti apertamente violati
La Santa Sede non capitolò, neppure quando rinunciò agli interventi stranieri. Ridusse però le sue richieste riguardo al­l'estensione del territorio ritenuto necessario alla propria indi­pendenza.


b) Intervento dei cattolici

Non tutti i cattolici erano disposti a subire ed attendere. Si venne quindi ben presto manifestando la tendenza ad un in­tervento nella vita italiana delle forze cattoliche. Due forme di intervento in difesa della Chiesa erano allora possibili:

-    accettare il nuovo stato di cose ed inserirvisi, o combattere nei modi e nelle forme da esso offerte per il trionfo della giusta causa,
-       rifiutare tutta la nuova realtà organizzando un grande movimento di opposizione.

Con questa alternativa il gruppo cattolico bolognese iniziò una serie di tentativi per la costituzione di una grande orga­nizzazione cattolica nazionale da contrapporre allo Stato libe­rale, per imporre a questo il rispetto della fede e della Chiesa :
1866  Azione Cattolica Italiana [BO];
1868  Gioventù di Azione Cat­tolica Italiana, di cui furono iniziatori Mario Fani [Viterbo] e Gio­vanni Acquaderni [Bologna]).
Lo spirito intransigente di quel pugno di uomini informò le associazioni cattoliche nate, per sua iniziativa, in Italia tra il 1865 e il 1875.
Il 2 ottobre 1871 ai cattolici radunati a Venezia il bolognese dott. Carlo Cazzani annunciò che il Consiglio superiore della Gioventù cattolica si costituiva in comitato promotore del Pri­mo Congresso Cattolico Italiano.
Questo si svolse a Venezia dal 12 al 16 giugno 1874. Nel se­condo congresso, che si tenne a Firenze nel settembre 1875, fu definitivamente costituita l'Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici per riunire tutte le loro forze. Così la corrente intran­sigente si affermava attraverso queste organizzazioni.



Nel 1874 il Papa aveva dichiarato esplicitamente non op­portuna {non expedit) e illecita la partecipazione dei cattolici ita­liani alle elezioni politiche.
Non tutti i cattolici, tuttavia, approvavano l'atteggiamento di radicale opposizione al liberalismo nazionale. Questa ten­denza sembrò trionfare agli inizi del pontificato di Leone XIII, che tentò una politica nuova nei riguardi dello Stato Italiano, politica da lui perseguita almeno fino al 1887. Anche molti Ve­scovi tentarono questa politica di conciliazione (es.: Mons. Ge­remia Bonomelli, vescovo di Cremona e Mons. Giuseppe Sar­to, vescovo di Mantova), mentre insistente si faceva la richiesta della cancellazione del «non expedit».

Ma il 14 luglio del 1887 si ebbe la legge abolitrice delle decime sacramentali ed il 17 luglio 1899 la legge di laicizzazione delle Opere Pie.

Falliti i tentativi di accostamento al nuovo Stato, i cattolici italiani sarebbero passati in maniera ancor più accentuata dal­la posizione difensiva ad una fase di espansione e di conqui­sta, finché, con una mutata situazione politica (davanti al pro­blema del socialismo alle porte si poteva restare spettatori inerti?) si fece strada la «democrazia cristiana» di Romolo Murri (1870-1944) con conseguente conflitto tra i democratici cri­stiani e l'Opera dei Congressi di cui era presidente G. B. Paganuzzi di Venezia.
L'uomo che tentò di conciliare il vecchio ed il nuovo fu il so­ciologo cattolico Giuseppe Toniolo (Treviso 1845 - Pisa 1918). 
Apparirà poi la figura di Luigi Sturzo (Caltagirone 1871 - Roma 1958), fondatore, poi, del Partito Popolare Italiano.






L'impegno politico di Toniolo.



Il sentimento patrio,assorbito dal padre(79) e dall'ambiente studentesco veneziano(80), e il suo impegno scientifico- sociale(81) si tradussero in lui in quell'impegno civico , che e’ di fatto la vera politica, perche’ partecipazione attiva alla vita cittadina (polis). Il cristiano anche se non fa politica nel senso suo proprio, vive il suo dovere civico come esigenza di fede con impegno ed intensità: il cristiano è cioè in uno stato di vita che e’ di fatto impegno politico(82). Toniolo fu cristiano integrale e non fece della politica, ma visse il suo dove­re civico come un dovere politico ( animazione della polis/citta’) frutto della sua fede, del suo studio e del suo amore agli insegnamenti sociali della Chiesa(83).
E’ in questo contesto che si deve far risalire una duplice attivita' di Toniolo:  quella di uomo d'azione cattolica sociale e quella di animatore della democrazia cristiana in Italia.  Furono due impegni intrecciati nell'unica realtà personale di un cittadino credente; due realizzazioni di una cellula vivente nella 'polis', che e’ inserita nel piano storico provvidenziale di civiltà; due attività concrete di uno studioso cristiano, che personalmente era votato all'opera scientifica (84), ma che nondimeno fecero li lui per questo l'incarnazione dell'uomo autenticamente “politico”. L'idea di democrazia, che si fa impegno democratico, porta l’impronta del suo pensiero ed azione. L'idea di "democrazia", già rivendicata come intuizione da attribuire ai cattolici dal deputato Helleputte nel congresso di Malines del 1891, era da lui derivata dalla conformita’ al Vangelo (85). Quell’idea creò tra i cattolici fuori d'Italia una sistemazione ideologico-sociale, che, denominata nel 1893 da Vehaegen in Belgio "democrazia cristiana" (86) entusiasmò Toniolo (87) che si votò a quell'idea ancor più perche’ essa gli appariva come una irradiazione delle idee della Rerum Novarum ed una vittoria sull’idea di democrazia di ispirazione sia liberale che socialista, mossa da concetti anticristiani.(88).
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In Italia in merito al concetto di democrazia  e di democrazia cristiana sorse una tempesta di polemiche (89 ).
Toniolo, sicuro dell'ap­provazione del pontefice «lavorava a togliere equivoci (90).
Vi era necessi­tà di una chiarificazione; e questa venne, prima attraverso una conferen­za tenuta a Roma da Toniolo e poi attraverso la pubblicazione di quella nella Rivista  internazionale di scienze sociali del 1897.
La polemica si faceva aspra.
A chi era ostile al nome, Toniolo rispondeva che democrazia e cri­stianesimo sono due fatti distinti, ma che, per il cattolico, la democrazia si esprime storicamente nell'esser vissuta cristianamente, per questo si può dire cristiana (91 ).
Gravi difficoltà furono mosse dall'Opera dei Congressi che cominciò a sentire a disagio la presenza in essa degli appartenenti all'Associazione per gli studi sociali, il cui orientamento democratico non era condiviso nel suo contenuto (92): andava infatti contro la convinzione e la concezione statica dell'assetto sociale loro proprio (93). Ma c'era chi non condivideva l'idea per un altro motivo: era voler fare dell'azione cattolica, sia pure sociale, identificata con democrazia, un movimento ideologico: cosa assurda per chi fa derivare l'azione della chiesa dalla fede e dal Magistero (94).
A costoroToniolo rispondeva.

La sua idea non identificava democrazia con un governo, né ad azione cattolica, sia pure sociale cristiana; né ad azione economica, o civile, o po­litica, ma all'ordine sociale realizzato secondo i valori cristiani. Dimostra­va di esser convinto che storicamente e idealmente la vera democrazia non fu e non può essere che cristiana, evangelica. Se infatti, in teoria ( non vitalmente, non nelle sue applicazioni pratiche) il concetto di democrazia, come sistemazione ideologico-sociale, si distingue dal cristianesimo e dai Vangeli, l’idea pregnante di "democrazia" è vangelo; la sua attuazione è vivere il cristianesimo nella società umana; e la sua sistemazione in ideologia è nella logica  evangelica(95).

Tutto ciò non era dunque una semplice regola del vivere sociale; né una questione dottrinale di economia sociale di secondaria importanza, come sosteneva monsignor Manacorda (96): le sue applicazioni infatti toccavano tutto l'assetto sociale per ricondurlo ad essere ordine sociale storicamente cristiano (97), sia pure attraverso una lenta maturazione che sapesse attendere i tempi prov­videnziali (98).
E di questa chiarificazione ne erano grati e ammirati A. Pottier professore di teologia morale nel seminario di Liegi, i suoi amici della scuola sociale di Liegi e molti altri (99).
Il termine e la sostanza ideologica di quelli che propugnavano la demo­crazia cristiana con araldo G. Toniolo si impose.
Toniolo e i democratici cristiani tuttavia, data la necessaria astensione politica dei cattolici (100), pur organizzandosi, dovettero limitarsi nell'azione. Si accontentarono di una efficace opera extra-parlamentare, di promuovere questa nuova ideologia nel paese e di educare ed organizzare il popolo per la propria redenzione economica ed il rinnovamento di tutta la vita pubblica moderna.
Nell'astensione - come si disse nel programma democratico cristiano steso a Torino nel 1899 - ci si preparava all'avvento di quella democrazia cristiana internazionale che, in forza dell'attuazione di urgenti progressi sociali, era preconizzata come la gloria del secolo XX.mo (101).
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Nel 1901 usciva l'enciclica "Graves de communi re" che Toniolo accettava di cuore(102) anche per la questione del nome che essa proponeva al posto di quello di democrazia cristiana:"azione polare cristiana". (103) Quest'enciclica sembrava finalmente risolvere la questione. In realtà l'opposizione continuò (104) nella stessa Opera dei Congressi in cui il movimento democratico era ormai entrato ufficialmente (105).
Nel campo civile e sociale l’impegno cattolico si presento’ minato da discordie ed errori (l06).
Il modernismo razionalista e il naturalismo penetrava le menti anche piu’ elevate sia in campo filosofico che teologico, sociale, economico, Toniolo era nettamente avverso sia alle discordie che agli errori. Al modernismo(107) contrappose la sua fede nelle dottrine tradizionali e il suo amore per la chiarezza dell 'esposizione dottrinale e per il tomismo (108). Al naturalismo contrappose una ferma convinzione: Gesù solo esser la salute dell'umanità e non potersi salvare l'ordine naturale senza l'ordine soprannaturale (l 09). Di fronte al connubio cattolici-socialisti, o cattolici e liberali, in vis­ta dell'attuazione di un programma comune, egli era intransigente; diceva che la civilta’ si raggiunge senza compromessi:
 “ la civilta’ o sara’ cristiana o non sara’ mai” (112).
Un certo intransigentismo egli lo visse anche nel campo disciplinare cattolico: il non expedit lo rendeva convinto, non solo di non dover votare, a anche di non doversi occupare di votazioni(l13). Tale obbedienza reci­sa era motivata dalla convinzione dell'unità nel pluralismo, dell'obbedienza nell'autonomia, della forza nella coesione(114).
Era invece assai rinnovatore e duttile nel dar valore a tanti germi nuovi che fermentavano nella compagine sociale. Egli capiva che le aspirazioni dei democratici cattolici manifestavano una forza nuova, che, arginata e ben orientata, sarebbe stata feconda nella vita sociale. Ma l'Opera dei Congressi si mostrava arida e restia a questa duttilità e comprensione(115) aprendo così alle discordie già esistenti la via per una grave crisi di dissoluzione(116).
La sensibilità di Toniolo era condivisa da don Romolo Murri; ma l'identita’ di pensiero iniziale vide   presto una diversità di atteggiamenti e  metodi.
Nel 1900 la divergenza apparve in seno agli stessi democratici cattolici, fino a causare nel movimento democratico una scissione(117) ed infine una diversità di principio(l18). Questo fu evidente nel discorso don R. Murri a S. Marino il 24 agosto 1902: i democratici sembravano accostarsi al modernismo sociale avvicinandosi a Loisy e Tyrrel(119).
Toniolo era amareggiato: la crisi del 1898 e le lente ascensioni dell’idea democratica fino al 1902 - periodo che vide persecuzioni civili con­tro i democratici, diatribe tra i cattolici chiarite dall'enciclica del 1901 e da un discorso del pontefice ai Cardinali, il 24 dicembre 1902, favorevole all'idea democratica dei cattolici(120) - si erano risolte in una scissione fra gli stessi democratici.
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Nel 1903 Toniolo si espresse in nette chiarificazioni(l21 ) .Ma intanto l'Opera dei Congressi fu sciolta, 1904 (122).
Murri fondava la Lega democratica nazionale, 1905: era una federazione che si ispirava a quell'autonomia temuta da Toniolo. Consisteva infatti in una chiara posizione di indipen­denza dalle direttive del pontefice nell'azione politico-sociale(123). Toniolo invece affermando l’autonomia, coordinava l’azione politico-sociale ad una guida, pur nell 'autonomia di competenze(124). In quell'ambiente carico di ostilità ed in cui fatti ed azioni si giu­dicavano spesso secondo preconcetti, egli si poneva frattanto come conciliatore(125). Lui stesso aveva perso fiducia presso gli ambienti vaticani per quel suo riformismo sociale, propugnato con tanto fervore, ma non simpatico al segretario di stato Merry del Val (126).
Toniolo era tra conservatori e patrocinatori del popolo, difensore dei giovani ingiustamente, o almeno troppo severamente, accusati. Egli aveva fede nel popolo e "fede grande nei giovani"(127). E l'avvenire gli diede ragione(128).
Dopo lo scioglimento dell'Opera dei Congressi (129) era il tempo della ri­costruzione della compagine delle forze cattoliche: rieducare  e riunire (130). Il compito era di Toniolo, che aveva riacquistato fiducia presso il Pon­tefice (131).
Di fronte allo smarrimento generale ed alla sfiducia diffusa, Toniolo opero’ pazientemente: sorse l’Unione dei Cattolici:federazione che riannodò le forze cattoliche e fece di anello di congiunzione tra l'Opera dei Congressi(132)e l'Azione cattolica recente. Essa fu un fatto compiuto nel 1906. Risultò formata dall'Unione popolare , di cui Toniolo fu il primo presidente, dall'Unione economica, dall'Unione elettorale e dalla Gioventù Catto­lica italiana. (133)
Le prime iniziative promosse dall'Unione popolare furono quelle per la li­bertà di insegnamento e le Settimane sociali (l34): riunioni di studio e di dibattito sociale aperte a tutti i cattolici. La prima Settimana sociale fu tenuta a Pistoia nel 1907.
Attirò le ire dei socialisti, che giunsero a far prendere a sassate la coppia Toniolo(l35). Ma una pioggia di fiori getta­ti dal popolo li ricopriva quella sera, mentre rincasavano incolumi(136).
Toniolo G. ebbe, per volere di Pio X, il compito di riunire le presi­denze delle varie forze cattoliche nella Direzione generale dell'A.CI. e fu incaricato di esserne il primo Direttore. Questa Direzione, poco funzionale sarà sostituita dalla "Giunta direttiva dell'ACI. " pro­mossa da Benedetto XV e della quale fu primo presidente il conte Giuseppe Della Torre(l37).
Toniolo non era portato a fare opera di attività pratica. Molto defilato rispetto alla politica del clerico-moderatismo (non ebbe mai simpatie per l’impegno politico diretto, che sarà invece il tarlo roditore di tutti i successivi sviluppi del cattolicesimo organizzato).
Uomo di pensiero, in cima ai suoi progetti c’era sempre la linea della cultura, l’idea che il cattolicesimo italiano dovesse puntare sull’incontro dei saperi e non sullo scontro dei poteri.”(G.Romanato,l’Avvenire 18 gennaio 2011). Tuttavia si sacrificò per il bene di tutti operando attivamente (l38). Fu percio’ il principale ispiratore delle gia’ citate Settimane sociali e, consapevole del grande compito della donna nell'ambito sociale, volle pro­muoverne l'azione cattolica in forma organizzata e coordinata a tutte le forze cristiane (139). Nel novembre del 1908 nasceva lo statuto dell’Unione fra le donne cattoliche d’Italia.

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Nel dicembre dello stesso anno, con l'approvazione pontificia, l'Unione delle donne era una realtà. Il Toniolo orientò quell'associazione a collaborare con la Gioventù cattolica italia­na e l'Unione popolare nell'ambito dell'opera sociale di soccorso. Ma l'Unione delle donne cattoliche si allontanò dall'Unione popolare, 1909; si staccò da Toniolo, che ne soffrì anche fisicamente; e si diede nuovi statuti (140).
Interessato della protezione dell’operaio,Toniolo diede il suo nome all’Association internationale pour la protection des travailleurs e ne promosse in Italia una sezione, di cui accettò la presidenza(141).
Nel 1910 la missione di G. Toniolo nell'Azione cattolica parve compiuta. Egli si ritirò al suo posto di studioso e animatore degli studi, lasciando ogni presidenza (l42). Continuò tuttavia ad essere   maestro all'azione cattolica per i giovani che lo raggiungevano nel recesso alpestre di Vezza d'0glio(143). In quei convegni  si faceva promotore tra i giovani(144) di ideali cristiani, distruggendo il pessimismo, trasformandoli in persone rinnovate, pronte all'azione e ben presto iniziatrici di essa(l45). Tra quei giovani vi fu Alcide De Gasperi.(146). Cosi’ scrive Giampaolo Romanato in l’Avvenire del 18 gennaio 2011.
In realta’, ”molte idee che costituiranno poi il programma del popolarismo sturziano sono anticipate da queste riflessioni tonioline, fuse in un singolare impasto di arcaicità, modernità e potmodernità, che avrà un influsso profondo anche su Amintore Fanfani, come è stato rilevato nel corso del convegno romano del 2009 dedicato allo statista aretino”.(Giampaolo Romanato in l’Avvenire del 18 gennaio 2011).


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(79)         VISTALLI F., Giuseppe Toniolo, Roma, Comitato G. Toniolo, Ed. Vita e Pensiero, 1954, p. 20.
(80)         DA PERSICO E.,La vita di Giuseppe Toniolo, Mantova, Ed. Gruppo buona stampa, 1929, pp. 3-4.
(81)         TONIOLO G.,Programma della Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie, Citta’ del Vaticano:Opera Omnia di G. Toniolo, 1951,p.140
(82)M.D.CHENU, Prefazione:J.M. Paupert, Per una politica evangelica,ModenaEd. Paoline,1969,pp. 7-10.
(83)    TONIOLO G., L'unione cattolica popolare italiana: Iniziative
culturali e di Azione cattolica, Città del faticano, Ed, Comitato 0.0. di G. Toniolo, 1951,p.55.
(84)    TONIOLO G., Lettera ai soci dell'Unione popolare: Iniziative culturali e di Azione cattolica, Città del Vaticano, Ed. Comitato 0.0.diG.Toniolo,1951,p.433;
TONIOLO G.., Il dovere dei giovani: Iniziative culturali e di Az. Cattolica,Cittàdel Vaticano, Ed Comitato 0.0. di G.Toniolo,1951,pp.467-470.
(85)VISTALLI F., op.cit.,p.441,nota 1.
(86)PERSICO E. ,o.  cit..p.165;
ANGELI R. La dottrina sociale di G.T., Pinerolo, Alzani,1956,pp 94-95.
(87) ANICHINI G.,Vita del Prof. Giuseppe Toniolo, Firenze,lib. Fiorentina, 1941,86: cita la conferenza di T. a Roma nel 1896, essa polarizzò le menti e i giovani a quell'idea.
(88)VISTALLI F., o. cit., p.442.
TONIOLO GIUSEPPE, Il socialismo nella storia della civiltà:
Capitalismo e socialismo, Città del Vaticano, Ed. Oomitato 0.0.di G. Toniolo, 1947, p. 324.
(89)DA PERSICO E., o, cit.1, p. 166;
CHIAUDANO GIUSEPPE, Democrazia cristiana e movimento cattolico, Torino, Paravia, 28 p.
(90)     VISTALLI F., o. cit., p. 443: elenca i motivi degli equivoci. Democrazia poteva richiamare idee contrastanti: regime politico a base popolare;governo di plebe ed insieme libertà ed uguaglianza universale; conflitto di classi e sovrapposizione di quelle inferiori alle superiori; giustizia sociale, che soppianti la carità; interessi materiali che assorbano i più elevati; mobilità di un sistema aperto alla rivoluzione; aspirazioni scon­finate che si aprano all'errore di radicalismo socialista...;p. 458: far del governo della Chiesa una democrazia di governo.
(91)VISTALLI F.,o. cit., pp.459-461.
(92)DA PERSICO E., o. cit., pp. 167-168.
(93)DA PERSICO E., o.  cit., p.169.
(94)     VISTALLI F., o. cit.,p.458: era la posizione di P.G.Chiaudano e Mons. Manacorda.
(95) TONIOLO G., La Democrazia Cristiana: O.O.. serie III, vol.2,pp.15-172.                            ;
(96) VISTALLI F., o. cit., p. 458.
 DA PERSICO E. , o.cit .p. 169.
(98) TONIOLO G., Lettera a mons, G. Callegari: Lettere,v. 2,Città del Vaticano, Ed. Comitato O.O di G. Toniolo 1953, p.59.
TONIOLO G. , Lettera a Mons  G. Ballerini, l.cit., p. 60.
(99) VISTALLI F., o.cit.,p. 463, nota3 ; p. 462.
 (lOO)VAUSSARD MAURICE, Histoire de la démocratie chrétienne,
Paris, Ed. Seuil,1956,pp.201-241 ; nel 1899 Don Sturzo collaborava gia’ ad un programma democratico-politico concreto, p. 227.
101) VISTALLI F., o. cit .,pp.464-465;
DA PERSICO E. ,o. cit., p. 198.
(102) TONIOLO GIUSEPPE, Momento urgente e soluzione imperiosa. Lettera
aperta al conte Stanislao Medolago Albani: Democrazia Cristiana.
Istituti e forme,v. 2, Città del Vaticano, Ed. Comitato 0.0. di G.
Toniolo, 1951,p.144.
(103) VISTALLI F., o.  cit., p.465.
(104) VAUSSARD M.,o. cit.; p. 229.
(105) DA PERSICO E., o.cit., p. 171
(106)    “                             “    , p. 189.
(107) VISTALLI F., pp. 779-788.
(108)DA PÈRSICO E. o.cit.,pp.191-192.
(109)     “                         “         , p.195.
(110) TONIOLO G.,L'odierno problema sociologico., p. 129: "la civilta’ o sarà cristiana o non sarà". VISTALLI F., o.cit., pp.410-411.
(111) DA PERSICO E., o.cit.., p.197.
(112) TONIOLO G., Momento urgente e soluzione imperiosa, o.cit.:l. cit.. p143.
(113)DA PERSICO E., o. cit.1   , p. 197.
(114)TONIOLO GIUSEPPE, L'unione. Parole ai giovani: Democrazia Cristiana.
Concetti e indirizzi,v. 1, Città del Vaticano, Ed. Comitato 0.0. di G. Toniolo, 1949, pp.294-295.
(115)DA PERSICO E., o. cit., p. 199.
(116)VAUSSARD M., Storia della Democrazia cristiana, Bologna, Cappelli, 1959, pp. 229-231: dimissioni forzate dell'avv. G.B. Paganuzzi; successione del conte Gròsoli 21 ottobre 1902; spinta autonomista Murriana; richiami della S. Sede nel febbraio 1903; intemperanze nell’accentuarsi della crisi tra "vecchi e giovani"; dimissioni del Grosoli; scioglimento dell'Opera dei Congressi: 30 luglio 1904.
(117)DA PERSICO E.,o.cit.,  pp. 202-204.
(118)PERONIO CORRADO, Posizione di Romolo Murri di fronte alla Chiesa negli
anni 1898-1909, Alba, Ed, Paoline, 1954,100p. ; VAUSSARD M.,o. cit. ,p.230.
(119)DA PERSICO E., o. cit., p. 206.
(120)VISTALLI  F.,o. cit., p. 465.
 DA PERSICO E., o.  cit., pp.183-184.
(121)DA PERSICO E.,o. cit.,pp. 207-208.
(122)VAUSSARD M.,o.  cit., p. 231.
(123)Passerin D'Entrèves Ettore, Giuseppe Toniolo e il cattolicesimo Veneto:Venezia nell'Unità d'Italia, Firenze,Sansoni, 1962, pp. 88-89.
(l24)T0NI0L0 G., L'Unione. Parole ai giovani,o. cit.:l. cit., p.295.
(125)DA PERSICO E.,o.  cit., p. 218.
(126)PASSERIN D'Entrèves E, o. cit.,: 1. cit.,p. 89.
(127)DA PERSICO E., o.  cit.1, p. 226.
(128)VAUSSARD M.,o.  cit. ,pp.231-241 .
(129)VISTALLI P., o. cit.,pp. 483-593. Avrei potuto scrivere "l'impegno d'azione cattolica politica", ma,nonostante le chiarificazioni precedenti, l'equivoco e’ ancora possibile.
(130)Pìo X, Il fermo proposito, enc, 11 giugno 1905:l. cit.
(131)VÀUSSARD M.,  o.  cit., p. 231.
DA PERSICO E.,o. cit., pp.243-244.

(132)DA PERSICO E., o.  cit.,pp.248-250.

 (133)ANICHINI G.., o. cit.,p. 86.
ADVERSI ALDO, Azione cattolica: D S R , p. 56b.
Civardi Luigi, L'Azione cattolica e le altre opere odierne di apostolato: E M C ,vol. 1,sez.9,c.3,pp.874-889; specialmente pp.880-881.
(134)VISTALLI F., o. cit., pp.515-525.
(135)DA PERSICO E.,o. cit.,pp. 250-253.
(136)ANICHINI G.,o. cit.,p. 87.
(137)CIVARDI L,art. cit.:l. cit., p.882.
(138)ANICHINI G., o. cit., p. 104.
(l 39 )DA PERSICO E., o. cit.,pp. 259-262.

(132)DA PERSICO E., o.  cit.,pp.248-250.

 (133)ANICHINI G.., o. cit.,p. 86.
ADVERSI ALDO, Azione cattolica: D S R , p. 56b.
Civardi Luigi, L'Azione cattolica e le altre opere odierne di apostolato: E M C ,vol. 1,sez.9,c.3,pp.874-889; specialmente pp.880-881.
(134)VISTALLI F., o. cit., pp.515-525.
(135)DA PERSICO E.,o. cit.,pp. 250-253.
(136)ANICHINI G.,o. cit.,p. 87.
(137)CIVARDI L,art. cit.:l. cit., p.882.
(138)ANICHINI G., o. cit., p. 104.
(l 39 )DA PERSICO E., o. cit.,pp. 259-262.

(140)   DA PERSICO E., o. cit, pp. 264-270

(141)   ANICHINI G., o. cit., pp.89.106.
(142)   »          "       p. 107.
(143)   VI STALLI  F., o. cit., pp. 795-802.
(144)      "       ,pp. 803-811.
(145)   ANICHINI G., o. cit., pp. 107-108;51.
(146)       "      "     .pp. 16-17.

mercoledì 4 gennaio 2012

Cristianesimo ed Eucaristia. Nel pensiero di G. Toniolo

C
Cristianesimo.

Oggi si gioca la credibilita' del Cristianesimo sulla sua capacita' formativa ed educativa nonche' sulla sua incisivita' nella storia, da molti infatti e' perecepito come una realta' non umanizzante e quindi non desiderabile.
Toniolo ha fatto capire attraverso la sua opera e la sua vita come il Cristianesimo  sia invece, con il Vangelo, annunciato e vissuto dai Cristiani, una forza realmente  a favore della vita piena dell'uomo.
Egli sottolinea quattro vie percorse dal Cristianesimo per vitalizzare, rivitalizzare, portare avanti la storia dell'uomo. Quattro vie che egli riassume nella parola "Civilizzazione cristiana".
E le quattro vie sono queste: l'educazione alla memoria, attraverso i racconti della Bibbia  compendiati nel Simbolo o Credo;  l'educazione ai riti, i Sacramenti ed in specie l'Eucaristia, che portano la forza della fede nella vita aiutando a collocarla attraverso il segno o simbolo nella realta' che dura in eterno(sacramentalmente);  l'educazione morale, coltivando il desiderio del bene e della liberta' proiettata al futuro buono, attraverso i Comandamenti, le dieci Parole e le Beatitudini, che ne sono il compimento; l'educazione all'interiorita', formando alla preghiera che aiuta le persone a non vivere in modo superficiale, astratto e dissipato...
Toniolo afferma cosi' che il Cristianesimo, vivente nella Chiesa ed in chi lo accoglie come scelta di vita, continua nel tempo ad offrire un necessario contributo di civilta' a vantaggio dell'umanita' intera; anzi afferma che unicamente attraverso questa via si realizza la vera civilta' duratura e umana: il Cristianesimo e' a favore della vita piena dell'uomo.
Di fatto, il Toniolo dice: "solo il cattolicesimo, dinanzi al determinismo, che frattanto mirava a distruggere in radice l'umana personalita', intervenne autorevolmente a difendere il dogma filosofico e religioso della liberta', della responsabilita' e dignita' morale dell'uomo, traendone le conseguenze nell'ambito civile e politico..." e rivelandosi "un fattore di civilta' antico, ma bensi' sempre vegeto."
E insiste dicendo che  il Cristianesimo rivendico' la liberta', la responsabilita' e la dignita' della persona individua con applicazioni conseguenti per il cittadino e lo stato;  sulla societa' o comunita' umana riaffermo' l'influsso della  giustizia e carita' evangelica che si fa solidarieta', forza di riscatto,  elevazione e sistema democratico nella "composizione e costituzione" della realta' sociale.
Riguardo alla vita ed alla civilta', il Cristianesimo rivendico' i valori materiali, morali, spirituali, nonche' le energie intellettuali, morali, religiose, contribuendo efficacemente al progresso della Civilta'. E tutto cio', non solo nel passato, bensi', di continuo, e nel presente, e nel futuro, come "fattore di civilta' antico, ma sempre vegeto" e necessario...!

Come approfondimento si possono leggere le pagine 364-367 di "L'odierno problema sociale...", 1905, in Opera Omnia di Toniolo (O.O.), serie III.a, vol 1, alle pagg. citate sopra, ivi.


E, circa l'Eucaristia,G. Toniolo diceva in una conferenza a Roma nel 1889:
"Ecco il balsamo che ci preserva dalla corruzione e insieme ci avvalora d'intima fortezza, nel compito immenso e formidabile di preparare il rinnovamento di civilta' nel prossimo avvenire, l'Eucaristia...Puo' sorridere a questo richiamo di pieta', in un compito si' arduo e poderoso, chi non sa quale sublimazione di tutte le potenze umane si effettui nella conversazione con Dio, e dimentica che l'incivilimento non e' che la storia della congiunzione dell'umano con il divino. Ma noi credenti sentiamo nel fondo dell'anima, ed urge proclamarlo: chi definitivamente rechera' a salvamento la societa' presente non sara' un diplomatico, un dotto, un eroe, bensi' un santo, anzi una siocieta' di santi".
Cosi'  Giuseppe Toniolo.
(Vedi: Anichini , Toniolo Giuseppe, Bari 1955, pp168-169).

Cio' che dice Toniolo e' quanto afferma il Concilio Vaticano II.o, e cioe' :
"Chi segue Cristo, l'uomo perfetto, diventa anche lui piu' uomo".
( Gaudium et Spes,41)

lunedì 2 gennaio 2012

Bibbia Schede

B
Bibbia.


La Bibbia e la Civilta' Cristiana secondo Toniolo.


La Bibbia, libri riconosciuti come divinamente ispirati...rimasero l'antica fonte religiosa di tutta la civilta' cristiana fino ad oggi.
Essa, nei contenuti di cio' che riguarda gli aspetti sociali ed  economici, raccoglie autorevolmente una serie di principi, di norme e di istituzioni, che porgono l'addentellato a piu' maturi sviluppi delle eta' posteriori, vero anello di congiunzione tra due immense civilta': quella in attesa di Cristo e quella con Cristo.
Cfr.:Introduzione all'economia sociale, 1907: Opera Omnia (OO), serie II.a, vol.1,pp174;189

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