venerdì 30 giugno 2017

Toniolo desta sempre interesse



A Pieve di Soligo.

In giugno di quest'anno 2017 una delegazione della Diocesi di Teviso si e' recata in visita alla tomba del Toniolo. A guida di quel distinto gruppo di persone era il Vescovo  di Treviso sua Eccellenza mons. Gianfranco Agostino. Nella celebrazione Eucaristica il Vescovo Mons. Gianfranco Agostino ha posto in rilievo la figura del Beato, sempre attuale pur nella diversita' del tempo. La preghera alla Tomba del Beato si e' rivolta al Signore per chiedere la canonizzazione di questo Beato, esempio di dedizione totale a Cristo e di amore sincero alla Chiesa ed ai valori Evangelici, nonche' inisigne professore, attento ai giovani allievi ed alla loro formazine integrale; padre esemplare di famiglia e sposo delicato e amoroso; sociologo e profeta di tempi nuovi e di scelte politiche coerenti.

Questo episodio di cronaca invita ad una riflessione attenta sul Beato Toniolo.






Alcune osservazioni sulla dottrina di Toniolo.

- La dottrina di Toniolo  sembra  presentare una concezione che può parere in parte utopia
.
Egli afferma che Dio vuole la società umana e vuole la chiesa. Queste due realtà Dio non le vuole separate, ma coordinate; sicché la chiesa sia per la società e la società divenga chiesa. Da tale volontà di Dio, egli dice, l'ordine sociale diviene ordine sociale di civiltà: organico, gerarchico, orientato ad un fine ultimo come ogni ordine sociale (1), armonico in quanto risulta da tutti gli ordini sociali umani, impegnati nella loro originale missione di civiltà, organicamente uniti e gerarchizzati. Essi formano l’ordine sociale di civilta’
L'ordine sociale di civiltà è autentico quando in esso la società respira e vive il divino: quando Cristo sia il centro della società come lo è della storia e della civiltà; quando la civiltà cristiana sia frutto e Dio il fine.

Fin qui la dottrina di Toniolo è impeccabile e promettente: una visione profetica.
Tuttavia egli dice altro…, che puo’ parere utopia…

Se nell'ordine sociale di civiltà la società ritorna a Dio, realizza se stessa in Cristo, e lo fa in modo pieno. E a questo punto, se cio’ avviene nella societa’ universale dei popoli ( come dovrebbe avvenire) tale Comunita’ sociale universale rivela in questa dinamica l'immagine di una repubblica universale dei popoli fatti cristiani nella quale fioriranno ordini sociali cristiani e nella quale avranno la preminenza di posizione i popoli latini, e, su tutti ,l'Italia; il Pontefice sarà la guida, Gesù il centro, il re e il mediatore presso Dio (2).Da quest'ultima idea di Toniolo scaturiscono quattro osservaioni.

+ Quell'affermazione di Toniolo può sembrare una visione utopistica,qualora il "repubblica" sia inteso in senso politico. Può sembrare una visione di un cristiano figlio del suo tempo che aveva visto sorgere l'idea del neoguelfismo e, con la questione romana, l’intransigentismo cattolico dell'Opera dei Congressi; ma questa impressione scade, quando si pensi che Toniolo scriveva in un tempo in cui il movimento democratico poneva in secondo ordine la questione romana.
Quella visione della "repubblica" può sembrare allora un'aspirazione del pensiero democratico: dovrà essere intesa in senso simbolico, nel  senso di democrazia sociale ispirata al cristianesimo  del  'tutti per uno ed uno per tutti", o almeno, infine, nel solo senso religioso: Cristo dei vari popoli fa un sol popolo animato dallo spirito democratico di giustizia, carità cristiana espressa in una suprema solidarietà.
Certo, tale visione può apparire sospetta, poco promettente, superata, se non utopia; eppure è ancor valida per il contenuto di fede escatologica che essa presenta  e piace a chi, considerando i problemi mondiali, aspira ad una pace universale. Ora la pace nascerebbe solo da lì!...
E' una visione profetica dunque.

Ma quel prevalere di popoli latini?...
+ Oggi si ama poco esaltare una nazione sulle altre per il progress o della civiltà. Si guarda con sospetto un popolo che pretenda di portare la civiltà agli altri popoli, quando si sa che ogni   popolo ha un modo proprio di vivere la civiltà.
Toniolo sapeva questo e lo affermava; tuttavia era certo che chi più ha,più deve! e che la civiltà nasce,cresce e si sviluppa per una forza intrinseca che le viene da Cristo. Era convinto perciò del compito più pressante che spettava ai popoli, da lunga data impregnati di civiltà cristiana, in vista della promozione della civiltà autentica!  (3)...Per questo si comprende e si puo’ concordare su quelle sue convinzioni riguardanti i popoli latini ed in particolare l’Italia.
Era tuttavia il tempo delle guerre di conquista, delle colonizzazioni armate...
Ma è ammissibile il sospetto che questo pensatore cristiano, assertore del carattere eminentemente pacifico della civiltà cristiana (4) volesse con ciò sostenere un tipo di imperialismo nascondendolo sotto il nome di "primato nella promozione della civiltà" spettante ai popoli ed in particolare i popoli latini? Ciò ripugna!

+ Si afferma che nella soluzione dei problemi sociali e di civiltà non c'è una regola d'oro del passato cristiano(5); che non c’è una realizzazione concreta del profano che sia la risposta cristiana definitiva.
Sembra dunque che Toniolo sia un nostalgico del passato, legando le esigenze del futuro a soluzioni del passato che non puo’ esser regola definitiva.
 Ma non si sarebbe  colto il pensiero di Toniolo pensadola  così. Talora Toniolo può aver accentuato istituzioni del passato, come le corporazioni: mai però le rivalutò tali e quali. Rivalutò invece i fatti del passato, come le tradizioni migliori, che, adoperate con senso storico nel presente,  promettono soluzioni concrete e migliori per l'avvenire e che invece , scartate o disprezzate nel presente,creano una rottura tale con un passato lodevole che impedisce un futuro più progredito(6).

+ Si dice ancora che nel cristianesimo non c'è ogni soluzione: ci sono dei prìncipi,degli esempi, delle possibilità. E Toniolo su ciò è pienamente d'accordo. Egli infatti auspica fondamentalmente solo questo: che la norma dell'attività umana corrisponda al vero bene dell'umanità, permettendo all'uomo singolo e posto entro la società di coltivare e attuare la sua vocazione integrale; ma afferma pure che ciò non è possibile se si dimentica il cristianesimo storico: i suoi principi, i suoi esempi, le sue possibilità. Toniolo forse ha solo il torto di aver rivendicato al Cristianesimo il suo carattere storico al di sopra di quello teorico…
Ma cio’ e’ un demerito?...Del resto Toniolo ne ha ricavato piu’ dei principi pratici, efficaci, che conducono all’azione e non certo delle soluzioni immediate; esse sono lasciate alle energie umane ed ai giovani preparati, ai quali affidava la realizzazione di un futuro migliore di civilta’ che si faccia autentica, pur rimanendo ancor perfettibile…(7).



E che sia ragionevole ascoltare la voce della Chiesa e del Papa nella realizzazione di un mondo civile e solidale, lo dimostra il Magistero rispettoso e impegnativo di Papa Francesco, quando ad esempio a Genova parlo' sul pensiero della Chiesa circa l'economia, l'impresa ed il lavoro. (8)

                                                                                                         

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(1) E questo fine ultimo e’ il  bene comune per l'ordine sociale nazionale; e la civiltà universale cristiana per la Comunita’ dei popoli: quell'ordine sociale mondiale pervaso dalla civilta’ solidale, divenuta mondiale .
(2)       G. TONIOLO, L'Eucaristia e il risorgimento sociale: 0.0., Serie V,vol. 1, p. 78.
(3) G. TONIOLO, Programma della Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie: O.O., serie IV, vol.3, p.136.
(4) G. TONIOLO, Per la concordia della coscienza pubblica: O.O.., Serie IV, vol.. 2, p.316.                     
(5) KARL RAHNER, Missione e grazia, Roma, Ed. Paoline, 1964,pp.1725.                                          
(6)Per questo appare un pò eccessivo il titolo: "Il mito corporativo" in  G. SPADOLINI, L’opposizione cattolica, Firenze, Vallecchi, 1954, pp.243-261.
(7)F.VITO,Gli scritti politici di Giuseppe Toniolo: Vita e Pensiero, 40 (1957) 837.
(8)VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO A GENOVA INCONTRO CON IL MONDO DEL LAVORO DISCORSO DEL SANTO PADRE   Stabilimento Ilva

Sabato, 27 maggio 2017 (Da Vatican. Va)

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