Invito a TONIOLO
Da l’Avvenire del
9 luglio 2017…
Dalla Lettera di Franco Monaco deputato del Pd al Direttore di
l’Avvenire…:
„Chi volesse prendere sul serio la testimonianza e la
lezione di Bianchi e non contentarsi di celebrarne le virtù non potrebbe
omettere di tematizzare un problema genuinamente politico. Il seguente: la
scomparsa della rappresentanza politica del cattolicesimo sociale. Del 'sociale
bianco', come egli usava dire. Un signor problema. Chi abbia un po’ di memoria
storica conosce il rilievo politico di quell’universo di valori e di esperienze
associative. Basti menzionare qualche sigla: Cisl, Acli, cooperazione sociale,
associazioni professionali di ispirazione cristiana. Un tempo esse avevano
rappresentanza nei partiti e nelle istituzioni, esprimevano personalità
politiche e di governo di primissimo piano. Difficile negare che oggi non sia
più così.”
Dalla risposta del
Direttore di Avvenire…:
„I cattolici italiani, caro Monaco, sono oggi impegnati
anima e cuore nel 'sociale', dove riconoscono Cristo in chi ha fame e sete, è
nudo, ammalato, carcerato, straniero. La domanda che bisogna proprio farsi è
perché non amino più dello stesso amore anche l’impegno più precisamente e
decisamente 'politico'.”
…all’invito di leggere
piu’ a fondo Toniolo Giuseppe Beato:
...
Oggi
" L'autorità, familiare e politica, e tutta
l'organizzazione sociale non è più sentita come un'emanazione diretta del
divino, quindi come qualcosa di sacro e di intoccabile, ma piuttosto come un
servizio indispensabile alla società, dalla quale viene limitata, controllata e
anche cambiata, quando sia utile o necessario.
In virtù della socializzazione sempre crescente, l'uomo
moderno viene a conoscere che i valori fondamentali della persona umana sono
vissuti in forme diversissime secondo le diverse situazioni. Perciò gli stessi
valori morali e i sistemi di valori che reggono la vita sociale non sono più
sentiti come riflesso di un ordine eterno, come sacri, come totalmente fissi e
immutabili, o, al contrario, sono vissuti piuttosto come fortemente
condizionati e mutevoli secondo il ritmo dei cambiamenti socio-culturali della
storia, come compito che l'umanità va scoprendo e realizzando in forme sempre
nuove e diverse” (1).
Ad una tale visione della realtà sociale, umana e dei
valori morali, che cosa mai potrà dire Toniolo?
E' un pensiero che mi sono posto quando, affrontando lo
studio di Toniolo, mi è parso di fare dell'archeologia… Eppure ho trovato la
risposta nella ricchezza del pensiero pacato di questo autore: egli ripone in
ordine le aspirazioni migliori di tutti noi, che viviamo in un'epoca nuova: ci
dona dei principi validi che soddisfano meravigliosamente la nostra ricerca di
un mondo più umano, più responsabile, più libero, più storico, più nostro;
ci
lascia inoltre grande libertà di movimento, appagando così la nostra viva
istanza di non negare un passato, li' ove esso fu valido, e di un avvenire, li' ove esso si prospetta migliore di un presente
che si fa.
Toniolo ci insegna.
L’autorita’ famigliare e politica, e tutta
l'organizzazione sociale non è un'emanazione diretta del divino (2), pur
essendo fermamente collegata e animata da Dio.
Nessuna strutturazione sociale è
sacra e intoccabile, va anzi ricreata nella sua forma migliore, purché sia realmente al servizio
dell'uomo;
l'autorità stessa deve essere fortemente espressiva, ma
eminentemente remissiva: espressiva del servizio di carità e giustizia che essa
presta alle persone, remissiva per il rispetto dovuto alla libertà umana e
quindi all'autonomia della persona, alla priorità della società sullo stato e
dei valori superiori su quelli inferiori.
La forma politica, l'organizzazione
sociale stabile nei suoi elementi strutturali e’ tuttavia talmente lontana dall'essere
considerata intangibile nella sua realizzazione formale, che Toniolo nega la
necessità di questo o quel tipo di potere politico, nega la necessita’
ineluttabile di una organizzazione sociale standardizzata; ma tutti, potere o
autorita’ politica e organizzazione
sociale accomuna sotto l'espressione di democrazia; e questa sola sostiene come
vera garante di autentica autorità politica e di organizzazione sociale, che
corrisponda alla libertà creativa, autonoma, organica e quindi sociale
dell'uomo.
Sostiene che l’uno e l’altra (potere politico e organizzazione sociale) deve attuare la sua
forma e volto democraticamente secondo il tipo di cultura, secondo
l'opportunità dei segni dei tempi della storia e il momento circostanziale
della storia nel rispetto della persona umana e dei suoi intangibili valori illuminti
da Cristo (3).
Esige inoltre che la democrazia del potere politico e
dell’organizzazione sociale nasca da quella democrazia che è promossa dalla
persona rigenerata da Cristo e animata dal suo Vangelo.
I valori umani della persona trovano un eccezionale
significato nella sua visione del mondo, dei gruppi sociali, civili (stati),
economici, politici (governi); e, per ciascuno di quei valori, egli riconosce
la legge della crescita e la legge della loro esistenza nella storia.
Questo
significa che, per lui, è necessaria una maniera diversa di vivere quei valori,
a seconda delle diverse situazioni. Basti pensare alle sue esortazioni rivolte
ai giovani di saper attendere, docili al magistero, la maturazione dei tempi
della storia.
Sostiene tuttavia
non essere ammissibile la negazione dei valori, o l'accettazione di una loro
eclissi: formano infatti un elemento sostanziale della persona e della stessa
civiltà.
E forse solo in questo c'è un forte contrasto tra il pensiero di TonioIo
e la tendenza del mondo moderno. Quest'ultima infatti vuol gettare l'ombra
dell'insignificanza su ciò che è l'anima del progresso, quando sostiene che i
valori umani sono mutevoli.
Toniolo invece accetta la posizione
storico-esistenziale dell'uomo (4) e il suo forte condizionamento dovuto al
ritmo della storia, al progresso e al regresso della civiltà nel compito
rischioso e responsabile dell'uomo che tende a un futuro di civiltà superiore; nega
tuttavia che non ci siano valori umani autentici ed intaccabili dalla storia,
che questi valori siano soggetto di corruzione; ripropone anzi, al culmine di
ognuno di questi valori veraci ed inalienabili, la loro perennità.
Toniolo infine pone al vertice, nella scala dei valori
inalienabili, e come anima di ognuno di essi e della molteplice attività umana il
Vangelo.
In questo modo, pur riconoscendo di poter riscontrare nel
pensiero di Toniolo imperfezioni e limiti, plausibili con il tempo in cui visse,
la dottrina di Toniolo si afferma, così, come una parola costruttiva per un mondo
nuovo; essa conserva in sé la ricchezza e la giovinezza di Colui che ha detto:
"Io sono il Principio e la Fine"(5).
A questa grande personalita' culturale merita ancora di volger il pensiero, lo studio e l'attenzione anche nelle nostre dispute verbali o mediatiche. Merita molto di piu' incarnarne il pensiero nella storia sociale, civile, politica.
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(1) J. RAMOS-REGIDOR, Il sacramento della
penitenza,Torino,Elledici,1971, p.74.
(2) La realizzazione dell'ordine sociale e il suo
sviluppo ci è presentato come opera d'uomo, e, in esso, l'autorità è delineata
come espressione della comunità umana che guarda a Cristo obbediente al Padre e
che si lascia docilmente responsabilizzare da Dio fonte ultima e termine
supremo di ogni valore umano e quindi anche dell'autorità.
(3) Toniolo non cerca la restaurazione sociale cristiana,
ma la strutturazione sociale cristiana. Lo stesso cristianesimo non ha la
soluzione di universale validità, ma offre le condizioni per una responsabile
riorganizzazione sociale veramente umana. Toniolo parla chiaramente di
palingenesi sociale, pur trattando dell'ordine sociale cristianamente attuato
in passato. E se Toniolo afferma che certe strutture sociali "possono"
rimanere intatte, afferma pure indirettamente che "possono" mutare, e
asserisce direttamente che lo 'debbono', qualora siano al di fuori dello
spirito cristiano. ( G. TONIOLO, Lettera a mons. E. Bonincontro: O.O., serie
VI, vol. 3, pagg.78-79; id., Dell’odierno indirizzo delle scienze sociali…:
O.O., serie 2, vol. 2, pag. 417).
E’ interessante la vicinanza dell'atteggiamento di
Toniolo con ciò che dice la costituzione Gaudium et Spes: G.S. 63,e.
(4) E in ciò si
nota l’influsso del suo studio della filosofia e sociologia della giovinezza:
anche se positivista’
(5) Se si possono riscontrare limiti nella sua opera, possiamo indicare un certo conformismo alla mentalità cattolica del suo tempo,
che riproponeva strutture ormai antiquate, o strutture di classe troppo
acculturate; una concezione un po' trionfalista della Chiesa nei confronti della
verità, un intransigentismo talora spiccato verso chi non possiede con
soddisfacente pienezza la verita’…Concezione oggi riveduta nella Chiesa
stessa:G.S. 43,c; 44; (cfr.: E.PASSERIN D’ENTREVES, La spiritualita’ di G.
Toniolo e il cattolicismo veneto: Venezia nell’unita’ d’Italia, Firenze,
Sansoni, 1962, p. 68, 84; G. TONIOLO, Programma della rivista internazionale di
scienze sociali e discipline ausiliarie: O.O., serie IV, vol 3, pp.136-139, ove
appaiono gli elmenti indicati, sia nelle aspirazioni che nel programma di
azione di Toniolo).
(6) Apoc. 22,13; G.S. 45
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