Pace duratura...
Il Beato Giuseppe Toniolo nell'ultimo anno di vita
di fronte alle potenze riunite per raggiungere un accordo di pace,
stranamente uscì in questa affermazione:
"Pace, pace! Non siamo preparati alla Pace".
La pace deve essere vera e giusta. Ma alla base
deve avere il cambio del modo di pensare cioè
che le guerre siano necessarie,
perché questo pensiero suscita l'altro:
"E' lecita una guerra di difesa".
Si crea allora un cerchio ripetitivo di errori nella storia:
guerre e guerre si ripeteranno.
La dimostrò la seconda guerra mondiale,...
e lo dimostra attualmente la terza guerra mondiale
che avviene "a macchie di leopardo"...
Questa idea è ben presentata da mons. Toso(1)
in un suo studio edito in questi giorni:
"Le tre strade che conducono alla Pace".
Egli dice così:
"Andrebbe eliminato, anzitutto,
il diritto di guerra degli Stati.
Va affermato il diritto alla pace.
Ma, come insegna la costituzione pastorale “Gaudium et spes”, la guerra non è purtroppo estirpata dalla condizione umana.
Fintantoché esisterà il pericolo della guerra non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa.
In sostanza, si è presi entro una morsa
che non lascia scampo, a meno che non sia debellato definitivamente il male ed attuata ovunque la giustizia."
Affermava il Beato G. Toniolo:
"Una pedagogia dell’operatore di pace
Difatti, le opere di pace concorrono a realizzare il bene comune e creano l’interesse per la pace, educando ad essa.Pensieri, parole e gesti di pace creano una mentalità e una cultura della pace, un’atmosfera di rispetto, di onestà e di cordialità. Bisogna, allora, insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza.Incoraggiamento fondamentale è quello di « dire no alla vendetta, di riconoscere i propri torti, di accettare le scuse senza cercarle, e infine di perdonare », in modo che gli sbagli e le offese possano essere riconosciuti in verità per avanzare insieme verso la riconciliazione.Ciò richiede il diffondersi di una pedagogia del perdono. Il male, infatti, si vince col bene, e la giustizia va ricercata imitando Dio Padre che ama tutti i suoi fi gli (cfr Mt 5,21-48).È un lavoro lento, perché suppone un’evoluzione spirituale, un’educazione ai valori più alti, una visione nuova della storia umana.Occorre rinunciare alla falsa pace che promettono gli idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompagnano, a quella falsa pace che rende le coscienze sempre più insensibili, che porta verso il ripiegamento su se stessi, verso un’esistenza atrofizzata vissuta nell’indifferenza.Al contrario, la pedagogia della pace implica azione, compassione, solidarietà, coraggio e perseveranza.Gesù incarna l’insieme di questi atteggiamenti nella sua esistenza, fino al dono totale di sé, fino a « perdere la vita » (cfr Mt 10,39; Lc 17,33; Gv 12,25).Egli promette ai suoi discepoli che, prima o poi, faranno la straordinaria scoperta di cui abbiamo parlato inizialmente, e cioè che nel mondo c’è Dio, il Dio di Gesù, pienamente solidale con gli uomini.In questo contesto, vorrei ricordare la preghiera con cui si chiede a Dio di renderci strumenti della sua pace, per portare il suo amore ove è odio, il suo perdono ove è offesa, la vera fede ove è dubbio.Da parte nostra, insieme al beato Giovanni XXIII, chiediamo a Dio che illumini i responsabili dei popoli, affinché accanto alla sollecitudine per il giusto benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il prezioso dono della pace; accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, a rafforzare i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri e a perdonare coloro che hanno recato ingiurie, così che in virtù della sua azione, tutti i popoli della terra si affratellino e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace.Con questa invocazione, auspico che tutti possano essere veri operatori e costruttori di pace, in modo che la città dell’uomo cresca in fraterna concordia, nella prosperità e nella pace"
E, per terminare, Papa Francesco ci dice:
In quanto cristiani, sappiamo che è proprio grazie alla conversione
del cuore che si decide il destino della pace,
poiché il virus della guerra proviene dall’interno del cuore umano .
Dal cuore scaturiscono le parole giuste per diradare
le ombre di un mondo chiuso e diviso
ed edificare una civiltà migliore di quella che abbiamo ricevuto.
È uno sforzo richiesto a ciascuno di noi.
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(1)mons. Mario Toso 7 Gennaio 2023.
(2) Lettera di G. Toniolo all' Onorevole Avv. Antonio Boggiano Pico di Genova, primi di agosto 1914, in F. Vistalli, op. cit., p. 837).
(3) Dal Messaggio di Papa Francesco per la 57.ma giornata mondiale dela comunicazione sociale, 23 gennaio 2023.
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