Quale mai sara' questo raggio di luce nel tramonto?
E' l'Universita' Cattolica del Sacro Cuore a Milano.
Mons. Francesco Vistalli ci da' un ricco racconto dell'influsso che ebbe il Beato Giuseppe Toniolo nella nascita di tale gioiello della cultura in Italia.
Secondo me la riuscita, ritenuta eccezionale, per la nascita dell'Universita' del Sacro Cuore, nel modo inaspettato in cui si e' realizzata, rivelava gia' da se' stessa la protezione dal Cielo di questo santo Professore Giuseppe Toniolo e ne dichiara la santita' confermata dal Signore.
Vistalli termina infatti la narrazione della nascita dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore con queste entusiastiche parole:
"Nessuno potra' documentare quello che questa erezione costo' di sacrificio e di dolore. Ma se in terra numerosi pregavano, sospinti dall'incoraggiamento di Pio XI, in Cielo vegliava Giuseppe Toniolo, che intercedeva dalla misericordia di Dio cio' che pareva mpossibile ottenere con le forze umane.
Non e' da tacersi che, insieme con il P. Gemelli, con il Meda, lavoravano la sig.na Anna Barelli e Vico Necchi. La causa di beatificazione di quest'ultimo venne promossa nel 1930, poco dopo la sua morte. La causa di beatificazione del Toniolo e del Necchi procedono parallelamente, e, se si tien conto che gia' il Ferrini e' stato elevato agli onori degli altari e il suo corpo e' venerato nella cripta dell'Universita', e che anche e' stata iniziata la causa di Giulio Salvadori, si puo' dire che, al principio della vita Universitaria, stanno quattro uomini santi. Fra cui il Toniolo occupa un posto tutto speciale".(1)
Ma come influi' Toniolo ancor vivo in tale stupenda realta'?....
TONIOLO E L’UNIVERSITA’ DEL S. CUORE (2)
Seguendo l'opera di Pio Bondioli, Per la storia di una grande idea, vediamo gli sviluppi di quella "grande idea" farsi ralta'.
« L'Italia, centro del
Cattolicesimo, sede del Vicario di Cristo, ricca un giorno di una splendida
corona di Università fondate dai Papi, non è stata la prima nazione a sentire
la necessità di porre a base della ricostruzione della società contemporanea la
fondazione di una Università Cattolica, altre nazioni l'hanno preceduta.
Le ragioni di questo strano
ritardo vanno ricercate nel clima storico in cui si è trovato a vivere il
Cattolicesimo in Italia nel secolo scorso fino alla vigilia della guerra
mondiale. Le tendenze anticlericali del nuovo Stato italiano, specialmente
dopo l'avvento delle sinistre nella direzione della pubblica cosa, avevano
costretto i Cattolici a stringersi in file serrate per la difesa contro i
quotidiani assalti che la massoneria, attraverso gli organi governativi, la
scuola, la stampa e i partiti, sferrava con violenza impressionante.
Inoltre il socialismo rapidamente
dilagando nella vita italiana, faceva porre al primo piano i problemi della
cosiddetta questione sociale, nella quale erano coinvolti e presupposti
problemi etici e istituzionali che toccavano direttamente le dottrine del
cristianesimo, e che dovevano quindi essere risolutamente affrontati.
Così il carattere prevalentemente
difensivo e sociale dell'azione cattolica italiana dal 1837 ai nostri ultimi anni
non potè favorire con l'energia desiderabile lo sviluppo ricostruttivo ed
organico della cultura cattolica che logicamente avrebbe dovuto offrire la
linfa vivificatrice di tutta l'azione.
Tutto era contrario all'idea
cattolica, la politica come la filosofia, l'economia come le scienze fisiche,
la legislazione come l'insegnamento ufficiale.
Era quindi naturale che malgrado
la generale ostilità e la scarsa speranza di riuscita,
i difensori dell'azione cattolica come il Toniolo sentissero acutamente il bisogno di un Istituto in rapporto con le necessità della nostra età e incessantemente invocassero ed auspicassero, nei Congressi, nei giornali e nelle discussioni parlamentari la creazione di una Università Cattolica italiana. A contatto continuo con l'avversario potevano constatare e quasi toccare con mano la funesta influenza esercitata sulla società dalle teorie materialiste, positiviste, evoluzioniste, socialistoidi o liberali. Quelle teorie contrabbandate sotto mentite spoglie di scienza, diffuse nella folla con una scaltra e intensa popolarizzazione, ripetute e vantate continuamente dalle gazzette, dalle riviste, dai conferenzieri, dagli organizzatori di massa, operarono sulla compagine nazionale una terribile disgregazione morale e religiosa di cui noi tutti oggi deploriamo le funeste conseguenze.
i difensori dell'azione cattolica come il Toniolo sentissero acutamente il bisogno di un Istituto in rapporto con le necessità della nostra età e incessantemente invocassero ed auspicassero, nei Congressi, nei giornali e nelle discussioni parlamentari la creazione di una Università Cattolica italiana. A contatto continuo con l'avversario potevano constatare e quasi toccare con mano la funesta influenza esercitata sulla società dalle teorie materialiste, positiviste, evoluzioniste, socialistoidi o liberali. Quelle teorie contrabbandate sotto mentite spoglie di scienza, diffuse nella folla con una scaltra e intensa popolarizzazione, ripetute e vantate continuamente dalle gazzette, dalle riviste, dai conferenzieri, dagli organizzatori di massa, operarono sulla compagine nazionale una terribile disgregazione morale e religiosa di cui noi tutti oggi deploriamo le funeste conseguenze.
Ma quanto più appariva chiara e
urgente la necessità di una Università Cattolica tanto più pareva allontanarsi
la possibilità di realizzarne l'esistenza, perchè il monopolio statale
dell'istruzione primaria, media e superiore, di fronte alle insistenze dei
cattolici italiani per la libertà di insegnamento, si irrigidiva nel concetto
che la cultura fosse un compito unicamente spettante ai governi e non un
diritto fondamentale dei cittadini, da esercitarsi in armonia con le proprie
convinzioni più intime e profonde.
Ma la Provvidenza , che sa
attendere e annientare al momento opportuno i vani disegni degli uomini,
vegliava; andava anzi insensibilmente preparando con la sua misteriosa ed
ineffabile opera divina, gli animi e i cuori di quelli che, giunta l'ora voluta
da Dio, sarebbero stati gli strumenti dell'audace impresa.
Una lettera del P. Agostino
Gemelli diretta ad un amico intimo e per un'indiscrezione giornalistica
diventata ormai di dominio pubblico, ha rivelato il lavorìo segreto maturato
nella coscienza di codesto francescano che, venuto dal socialismo ed educato
nel laicismo delle Università statali, aveva potuto misurare personalmente il
baratro verso il quale si avviavano la vita e la cultura italiana. Una sua
relazione sul tema « Perchè i cattolici italiani debbano avere una loro
Università », tenuta già nel 1907 al primo Congresso universitario cattolico
italiano; un incontro di pochi mesi dopo con l'allora Mons. Mercier, incontro
dovuto allo zelo del compianto Card. Ferrari; la fondazione della Rivista di
Filosofia Neo-scolastica nel 1908, della battagliera rassegna " Vita e pensiero" nel
1914; il voto fatto partendo per la guerra di dar mano a formare, se fosse
ritornato, un Istituto di studi superiori sotto la protezione di Maria
Immacolata, non furono poi che le tappe del lungo cammino ».
« Ma a dare a P. Agostino Gemelli
l'ultima spinta per,la realizzazione di una Universita’ cattolica, fu un fatto
particolare.
Si trovava a letto nell'autunno 1917 gravemente ammalato presso Varallo Sesia nella villa del Conte Lombardo di cui era ospite, l'Illustre Prof. Toniolo della R. Università di Pisa. Si trattava purtroppo di una malattia a cui avrebbe finito per soccombere.
In tale occasione il grande Professore stringendo forte le mani al P. Gemelli con voce accorata e profetica parlò del sanguinoso tramonto della civiltà, dell'offuscamento dei valori morali, del trionfo del materialismo come causa dell'immenso conflitto. Terminata la guerra, per ricostruire l'Italia bisognava far penetrare nelle coscienze il pensiero cristiano, ridare agli uomini la concezione cristiana della vita e per questo si doveva incominciare dall'Università Cattolica.
Si trovava a letto nell'autunno 1917 gravemente ammalato presso Varallo Sesia nella villa del Conte Lombardo di cui era ospite, l'Illustre Prof. Toniolo della R. Università di Pisa. Si trattava purtroppo di una malattia a cui avrebbe finito per soccombere.
In tale occasione il grande Professore stringendo forte le mani al P. Gemelli con voce accorata e profetica parlò del sanguinoso tramonto della civiltà, dell'offuscamento dei valori morali, del trionfo del materialismo come causa dell'immenso conflitto. Terminata la guerra, per ricostruire l'Italia bisognava far penetrare nelle coscienze il pensiero cristiano, ridare agli uomini la concezione cristiana della vita e per questo si doveva incominciare dall'Università Cattolica.
"Io non vedrò la fine della guerra — egli disse — ma voi, appena
essa è terminata fatela, fatela l'Università Cattolica! "
Il P. Gemelli con l'animo in tumulto promise.
Alla promessa il Prof. Toniolo fece seguire, dopo pochi giorni, la
seguente diretta al P. Gemelli:(3)
"Varallo Sesia (Novara), 12 Settembre 1917
Illustre e caro Gemelli,
Fra le antiche ragioni di stima e di amicizia, che per tanti titoli mi
legano a Lei, ve ne ho una particolarissima che mi obbliga profondamente e mi
commuove!
Ed è quella di avermi per così dire coinvolto
nella
attività multiforme che per diverse vie converge sempre allo scopo del culto
del S. Cuore di Gesù della quale non dubiterà ella io sia devoto dacché
consacrai al Signore nell'Ordine della Visitazione (centro della devozione al
S. Cuore) quell'angelo della mia figliola che volò al Cielo due anni or sono...
Ella scriva pure in qualunque forma anche pubblica il mio nome alla sua
iniziativa più recente, ed a qualunque opera che onori il S. Cuore : mi ricordi
nelle sue orazioni anche perchè se a Dio piacesse io ricuperi un po' di salute
per cooperare... ».
Ciò che colpisce in questa lettera del Professore al P. Gemelli è la
trepidazione di animo... Dopo tante delusioni patite nella sua vita d'Apostolo,
si trova di fronte ad un arcano disegno della Provvidenza di cui e' incentivo la
sua devozione al S. Cuore di Gesù. Questo lo fa trepidante: non è il timore, è
la speranza, la troppo grande speranza...(4)
Dopo 24 giorni il Toniolo volava al Cielo, ad implorare la realizzazione dei suoi nobili disegni.
E qui non sarà inutile ripensare come tutti gli scritti di Toniolo
e tutto quello che
nella sua vita d'apostolo riuscì a concentrare nell'azione, tutto fu una
preparazione alla Università Cattolica."
E scrive ancora il Bondioli passando la narrazione a Mons. Guido Anichini che scriveva sull'Osservatore Romano:
E scrive ancora il Bondioli passando la narrazione a Mons. Guido Anichini che scriveva sull'Osservatore Romano:
« Ben si può dire che tutte le
iniziative di carattere culturale prese dai cattolici italiani, nel primo e più
arduo periodo di azione cattolica inquadrata nell'Opera dei Congressi
(trentennio 1874-1903) ebbero il dotto e pio Professore Giuseppe Toniolo tra i più caldi
fautori.
Quando infatti nelle grandi
assemblee cattoliche veniva trattato il tema immancabile della libertà di insegnamento anche
il progetto della libera Università Cattolica affiorava come un'ideale
lontano, che le leggi allora vigenti rendevano purtroppo quasi irrealizzabile.
E fu il Toniolo, il quale con pochi altri
cattolici pur occupava la cattedra universitaria di Stato, fu egli appunto che
richiamò più volte l'attenzione sul grande problema dell'Universita' Cattolica tanto da ricevere formale
incarico dalla Suprema Autorità della Chiesa, per un progetto concreto di un
Istituto scientifico superiore.
Ricordo di aver sentito da lui
stesso delle allusioni a questo fatto.
Il S. Padre Leone XIII, che aveva
fondato a Roma una Scuola di Alta Letteratura, era anche proclive a dar vita ad
una vera e propria Università Cattolica che doveva sorgere nei pressi del
Vaticano. Quel progetto però non ebbe seguito per varie difficoltà, come non
arrivò alla fase conclusiva un altro piano più concreto elaborato dal Conte
Giovanni Grosoli, il quale pensava di approfittare della posizione giuridica
speciale della Università di Ferrara, per trasformarla in Ateneo prettamente
cattolico".
Di fronte a tanto difficile
impresa, il Toniolo, preso consiglio da uomini saggi ed esperti, pensò allora
di supplire alla mancanza dell'Università cattolica in Italia con la
fondazione di una Società Scientifica a larga base, che accogliesse nel suo
seno i cattolici colti e i giovani stessi che desiderassero perfezionarsi nella
scienza e che si erano organizzati,
per suo consiglio e valida
cooperazione, nella Federazione Universitaria Cattolica, risultante dai numerosi
Circoli di giovani studenti sorti in tutte le città.
Allo scopo di organizzare quella Societa' Scientifica, di cui sopra e per valorizzare la cultura dei cattolici, sorse la Società Cattolica
Italiana per gli studi scientifici.
Fondata nel1899 in seguito al desiderio dell'Episcopato Lombardo espresso tre anni innanzi e per iniziativa del Toniolo
associatosi ai due illustri Vescovi di Padova e Pavia, Giuseppe Callegari e
Agostino Riboldi, essa doveva essere un organismo o parte della futura Università.
Fondata nel
"La
Società ebbe la sua promettente affermazione in Como, in
occasione della celebrazione del centenario di Alessandro Volta.
Nella sala del Collegio Gallio comparvero in quella occasione, uomini di
larga risonanza nel campo scientifico e letterario: eran più di duecento ma qui
basti ricordare l'oratore della giornata, che fu
il Can. Pietro Maffi, di Pavia, poi Cardinale Arcivescovo di Pisa, il quale
riscosse l'unanime ammirazione. A quel Congresso avevano mandato la loro
adesione, fra gli altri, il Prof. Contardo Ferrini, il Prof. Francesco Acri, il
P. Timoteo Bertelli, Mons. Giacomo Poletto, il P. Francesco Ehrle della Biblioteca
Vaticana e il Sac. Achille Ratti dell'Ambrosiana, mentre accanto al Prof.
Toniolo, che ne uscì acclamato Presidente, lavoravano alacremente il Marchese
Antonio Malvezzi Campeggi, l'Aw. Angelo Mauri, Don Giuseppe Faraoni, il Conte
Ercole Agliardi, ed altri giovani ingegni, tutti concordi nel perseguire gli
scopi consacrati dallo Statuto. Esso dichiarava:
"La Società
convinta, che tra la
Rivelazione custodita e interpretata dalla Chiesa ed i
risultati della scienza non può esistere contraddizione, mentre dichiara di
seguire nelle singole discipline metodi strettamente scientifici, professa
docile dipendenza dalla S. Sede e in modo speciale propone di ispirarsi
costantemente agli indirizzi contenuti negli Atti della S. Sede riguardanti
agli studi ". Avrebbe fatto questo promuovendo " con ogni mezzo la scienza in
armonia con la fede e la diffusione della cultura fra i cattolici
italiani" e intensificando "utili corrispondenze fra i cultori delle
singole discipline e fra le varie società scientifiche italiane e
straniere".
studi religiosi, filosofici e apologetici;
studi sociali, economici, giuridici e politici;
studi fisici, naturali e matematici;
studi storici;
studi filologici, letterari ed estetici.
La prima sezione promosse la pubblicazione la Scuola Cattolica, organo della Facoltà
teologica di Milano diretta da Mons. Giuseppe Nogara, poi Arcivescovo di Udine e la Rivista di apologetica fondata a Vicenza dal P. Antonio
da Trobaso.
La seconda Sezione fu rappresentata dall' Unione
Cattolica per gli studi sociali in Italia, già istituita dal 1892 ancora dal Toniolo.
La terza iniziò particolarmente i suoi
lavori appunto al Congresso Commemorativo di Como, presieduta dal Maffi, ed il
20 gennaio 1900 pubblicò la Rivista di Scienze fisiche naturali
e matematiche, di cui fu segretario di redazione Mons. Ferdinando Ridolfi poi Vescovo
di Vicenza e che continuò ad uscire fino al 1911;
Si aggiunse la diffusione di opere e monografie; la istituzione di borse
di perfezionamento all'estero, di premi per lavori scientifici e la
costituzione di biblioteche di cultura scientifica.
Questa Società, presieduta da Mons. Agostino Riboldi, poi effettivamente
dal Toniolo, se cessò le sue attività nel 1910, costituì tuttavia un buon passo innanzi
sulla via dell'Università Cattolica, alle cui facoltà preludeva con le sue
sezioni, con la sua organizzazione ed ordinamento accademico, con l'andare ai
giovani studiosi e con associarseli in una vera e propria attività universitaria .(Anichini)
Segui’ un duro periodo di incertezze e di ansie, di questo ne parla Pio Bondioli.
« Guardata con occhio umano, la promessa lasciatasi sfuggire dal P. Gemelli
al Toniolo nell'impeto della commozione, era una follia; l'accingersi poi ad
una impresa così vasta doveva sembrare un atto di temerarietà più che di
audacia.
Invece fu un miracolo continuo di assistenza divina e di benedizioni; uno sbocciare rapido, fresco e vigoroso; un moltiplicarsi inesausto di mezzi e di aiuti con il moltiplicarsi dei bisogni e delle necessità; un succedersi continuo di felici e provvidenziali coincidenze che fecero svanire difficoltà che parvero sempre insormontabili".
Invece fu un miracolo continuo di assistenza divina e di benedizioni; uno sbocciare rapido, fresco e vigoroso; un moltiplicarsi inesausto di mezzi e di aiuti con il moltiplicarsi dei bisogni e delle necessità; un succedersi continuo di felici e provvidenziali coincidenze che fecero svanire difficoltà che parvero sempre insormontabili".
Fu uno svolgersi insomma preciso e quasi metodico
di un disegno soprannaturale che molte volte prevenne i desideri e le
aspirazioni degli stessi fondatori dell'Università Cattolica.
Quando il P. Agostino Gemelli,
fedele alla pormessa nella primavera del 1919 espose a pochissimi e più fidi
amici che si raccoglievano intorno alle pubblicazioni di «Vita e Pensiero
» il progetto ancora un po' vago dell'Università, "il problema fondamentale dei
mezzi s'affacciò in tutta la sua terrificante imponenza ».
Il primo atto fu trovare il modo di garantire la vita della futura
Università.
Furono compiuti studi da un gruppo di uomini chiamati dal Padre Gemelli e che dobbiamo ricordare, sia per la dedizione completa con la quale si dedicarono allo studio del problema, sia per l'altissima competenza. Essi furono: l'On. Aw. Filippo Meda, il Dott. Vico Necchi, Mons. Francesco Olgiati, il Dott. Angelo Moretti, notaio di Milano, il Prof. G. Vacchelli, ordinario di diritto amministrativo della Università di Pavia.
Il frutto di questi studi fu il concetto di erigere un Istituto, un Ente morale, al quale demandare la funzione di promuovere l'Università Cattolica.
Furono compiuti studi da un gruppo di uomini chiamati dal Padre Gemelli e che dobbiamo ricordare, sia per la dedizione completa con la quale si dedicarono allo studio del problema, sia per l'altissima competenza. Essi furono: l'On. Aw. Filippo Meda, il Dott. Vico Necchi, Mons. Francesco Olgiati, il Dott. Angelo Moretti, notaio di Milano, il Prof. G. Vacchelli, ordinario di diritto amministrativo della Università di Pavia.
Il frutto di questi studi fu il concetto di erigere un Istituto, un Ente morale, al quale demandare la funzione di promuovere l'Università Cattolica.
Se si pensa che tale Istituto potè vivere in un'epoca nella quale le
opere cattoliche furono oppresse, bisogna rendere onore a coloro che lo fondarono
e specie all'On. Meda che fu colui che, con P. Gemelli, elaborò lo Statuto
dell'Istituto.
Per rendere omaggio alla memoria di Giuseppe Toniolo, l'Istituto venne
denominato Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori.
Ebbe sede in Milano e fu cpstituito sulla fine del 1919.
Allo scopo di non allarmare alcuno, fu assegnato all'Istituto il compito di promuovere conferenze e lezioni di cultura generale e speciale, di fondare corsi di insegnamento superiore per addestrare i giovani nelle discipline filosofiche, giuridiche e sociali, d'istituire biblioteche e sale di lettura, di intraprendere, appoggiare o diffondere pubblicazioni di qualsiasi genere corrispondenti all'indirizzo dell'Istituto, di promuovere con ogni altro mezzo lo sviluppo degli studi superiori.
Allo scopo di non allarmare alcuno, fu assegnato all'Istituto il compito di promuovere conferenze e lezioni di cultura generale e speciale, di fondare corsi di insegnamento superiore per addestrare i giovani nelle discipline filosofiche, giuridiche e sociali, d'istituire biblioteche e sale di lettura, di intraprendere, appoggiare o diffondere pubblicazioni di qualsiasi genere corrispondenti all'indirizzo dell'Istituto, di promuovere con ogni altro mezzo lo sviluppo degli studi superiori.
Ben presto però questo precisò il suo scopo e divenne l'Ente fondatore e
finanziatore della Università Cattolica e tale sua funzione continua anche
oggi.
Costituito da undici membri, nominati per consultazione a vita, dopo di
aver avuto
Il nulla osta della Santa Sede, esso ha una funzione
importantissima:
garantire la vita avvenire dell'Università, tutelare i beni, rispondere
alla Santa Sede della sua situazione economica.
garantire la vita avvenire dell'Università, tutelare i beni, rispondere
alla Santa Sede della sua situazione economica.
L'Istituto Giuseppe Toniolo di
studi superiori continua perciò a essere significativo omaggio al grande Professore e
all'amicizia che lo ebbe legato al Magnifico fondatore della Università
Cattolica del Sacro Cuore.
L'Istituto
non era l'Università; ma ormai esso ne garantiva il nascere.
Si trattava di trovare una Sede ampia e degna.
« Un giorno viene offerto in vendita l'antico palazzo dell'architetto
Canonica in Via S. Agnese, un tempo Convento degli Umiliati. Per la centralità
della posizione e la grandiosità del fabbricato, l'offerta era allettante; ma
occorreva avere in brevissimi giorni una somma così alta da scoraggiare,
inoltre mancava assolutamente il tempo di fare dei passi e dei tentativi di
prestito per trovare la somma necessaria.
Il Comitato ricorse ad una Banca che dal suo fondatore era stata
istituita per dare alimento alle opere di cultura e in primo luogo ad una
Università Cattolica, ma il Consiglio amministrativo, riunito d'urgenza, decise
di rimandare l'aiuto promesso ad inaugurazione avvenuta dell'Ateneo. Per un
momento tutto sembrò crollare, e da ogni parte giungeva il consiglio di
rinunciare.
Era l'ora buia della tentazione.
Davanti all'umana impossibilità di avere un milione di lire, la preghiera dei
fondatori si alzò verso Colui che è il vero padrone di tutte le cose,
formulando la solenne promessa di intitolare l'Ateneo al S. Cuore e chiedendo
una prova decisiva: un milione entro tre ore! Se Egli voleva la sua Università
si degnasse mandare il denaro occorrente in quella situazione difficile, se non la voleva,
perchè avrebbero dovuta volerla gli uomini?
E in tre ore il milione giunse, donato dal Conte Ernesto Lombardo, che
per un anno intero aveva respinto ogni sollecitazione in proposito, dichiarando
che per la scienza non avrebbe mai dato un soldo.
Come s'era operato il cambiamento improvviso?
E' il segreto del S. Cuore.
Il palazzo fu acquistato, e gli ingegneri Barelli e Colonnese subito
si accinsero ai lavori di adattamento con completo disinteresse, unicamente
guidati dall'amore dell'arte e del bene.
"Ed eccoci al miracolo — continua ancora Pio Bondioli —. Nel dicembre
del 1921, l 'Università
Cattolica del S. Cuore sotto la direzione del P. Gemelli era pronta ad iniziare
la sua opera. Alla inaugurazione, avvenuta il 7 dello stess vibrò tutta l'anima dei cattolici
Italiani.
Il Legato Pontifìcio Card. Achille Ratti, succeduto al compianto Card.
Ferrari sulla cattedra di S. Ambrogio, portò il grido augurale delle Università
Medievali: " Vivat, crescat, floreat!" Nessuno per altezza d'ingegno,
per grandezza d'animo e per lunga profonda consuetudine di studi, era più
indicato a comprendere ed esaltare i fini dell'Università Cattolica del Porporato
illustre, che, dopo pochi mesi sarebbe salito al supremo fastigio della Cattedra
di Pietro e che, ancor Nunzio in Polonia, prendendo occasione dal Centenario
Dantesco, con una magnifica lettera diretta al P. Gemelli, aveva salutato
" L'Istituto di Alta Cultura scientifica " dove "il Dio della scienza
e la scienza di Dio tenessero il posto che loro serbarono Dante e Manzoni."
L'altissimo onore della tiara non fece dimenticare a Pio XI il suo
affetto per l'Università Cattolica; accrebbe invece le occasioni di manifestare
la sua augusta e paterna benevolenza in mille modi, fino a chiamarla "
l'Università del suo cuore, la pupilla degli occhi suoi ".
"Forte di una eletta schiera di professori, dotata di un largo
materiale scientifico, di un'invidiabile biblioteca, di una sala bene arredata,
l'Università Cattolica iniziò così la serie degli anni accademici ".
Tuttavia solo nel settembre 1924, sulla base della riforma
universitaria che prende il nome dal Gentile, fu possibile ottenere il
giuridico riconoscimento.
(1) Fr. Vistalli, Giuseppe Toniolo, Comitato Giuseppe Toniolo, Roma, 1954,pp.860-864.
(2) Pio Bondioli, Per la storia di una grande idea, Unione tip. Milano, 1938(3) Lettera di G. Toniolo a Padre Gemelli in data 12 settembre 1917.
(4) Troviamo nella corrispondenza Toniolo una cartolina del P. Gemelli, in data 13 settembre 1918, diretta all'Ulano Prof. G. Toniolo presso Cotonificio Rotondi - Varallo Sesia che dice: « Ill.mo Professore,
Le sono tanto grato per le belle cose che Ella mi ha dette. Un bagno
spirituale del quale aveva bisogno dopo tanta vita materiale! Grazie anche per
i suoi suggerimenti per il desiderato (pur troppo molto futuro) Istituto
superiore di filosofia! Venisse il giorno nel quale Ella ne potesse dire il
discorso inaugurale per riaffermare la nostra filosofia! Grazie anche per
l'adesione al giornale per i soldati.
Con sentitissimi ossequi a Lei, alla Moglie riguardi e Signorina
dev.mo P. A.
Gemelli ».
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