lunedì 7 dicembre 2015

Trattato La Democrazia Cristiana


SCHEDA


Democrazia


Preasentazione del Trattato 

 la Democrazia cristiana.



G. Toniolo. La democrazia cristiana,Roma, Società di cultura, 1900, 8°, 121p.
- Estratto in Riv. Intern. Di scienze soc.,anno V,14(1897)325-369;
Comprende altri due scritti :

              L'odierno movimento cattolico popolare ed il proletariato, Roma, Tip. Unione Cooperativa Editrice,1898, 8°,45 p.   / Estratto in Riv. Intern.scienze soc.,anno VI,16(1898)165-183;373-393;
              Le responsabilità sociali nell'odierno movimento cattolico popolare, Roma, Tip. Unione Cooperativa Editrice, 1898, 8°,18p. /Estratto in Riv. Intern.scienze soc.,anno VI,16(1898)3-18.

Tutto si trova   in

Toniolo Giuseppe, Democrazia Cristiana. Concetti e indirizzi, I, Città del Vaticano, Comitato Opera Omnia di G.Toniolo,1949, pp. 172. Prefazione editoriale di Alcide De Gasperi ,pp.VII-XII.

Reperibile in

  Opera Omnia di Giuseppe Toniolo, Sociologia e problemi sociologici contemporanei,OO. Serie III,vol 2,,Citta’ del Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana/1949,8° ,XXIII ,345,
 alle  pp 15-172.


           
Occasione

La confusione di idee sul concetto di democrazia diede occasione a questa conferenza divenuta poi uno scritto integrato da altri due. E un'opra indirizzata ai cattolici impegnati nel campo sociale-politico. Tale opera fu promossa anche da un invito rivolto a G,Toniolo da Mons. Radini Tedeschi di svolgere opera di chiarifi­cazione e dal desiderio del Papa Leone XIII0. (Vistalli, Giuseppe Toniolo, Roma, Comitato Giuseppe Toniolo, 1954, 4°,pp. 449-451).

              il fatto.

               I cattolici nella seconda metà del secolo XIX elaborarono, promulgarono e accettarono un programma dottrinale e pratico di riforma della società. Questo programma trovò forma nelle encicliche di Leone XIII0.Da allora il programma sociale dei Cattolici ebbe il suo posto tra i partiti riformatori o agenti in campo socia­le. Ma i Cattolici operanti socialmente, presero due di­rettrici: conservatore dell'assetto sociale passato o rinnovatore. Il bisogno.
               Si sentì la necessità di tro­vare un'espressione sintetica e programmatica che unis­se le menti e l'opera dei Cattolici. Ecco apparire il nome e la idea nuova di Democrazia cristiana.

             I contrasti.

               Correnti secolari si trovarono a cozzare ed a non comprendere la nuova idea, per motivi storici e ideologici,
Era dunque necessaria una chiarificazione filosofica, religiosa, storica. E' quello che compie l'Autore svol­gendo questa tematica:
-  derivazione del concetto di Democrazia.
-  la Chiesa e la Democrazia.
-  l'elemento essenziale e l'elemento accidentale nel concetto.
-  la Democrazia anticristiana.
Questo sforzo di chiarificazione venne poi integrato da altri due scritti che danno all'opera l'aspetto di un triplice trattato con un nuovo contenuto.


                contenuto:

1- Il concetto cristiano della democrazia.
2- L'odierno movimento cattolico popolare e il proletariato.
3- Le responsabilità sociali nell'odierno movimento popolare.

                 Giudizi e loro critica.

Ciò che maggiormente colpisce in quest'opera è il concetto cristiano di democrazia. Su di esso sorsero approvazioni e dissensi.
De Gasperi Alcide così affermava nella prefazione all'opera, pp. VII-XIII: "Toniolo fu portato a definire la democrazia in senso troppo lato e vago, trascurando il carattere politico che la storia le aveva ormai assegnato. Anzi nell'urgenza di opporre allo Stato avvenire socialista un ideale cristiano, valutò forse esageratamente, come tributo di una democrazia futura, gli elementi costitutivi della democrazia comunale e corporativa medievale;  elementi reali e magnifici, ma aspetti luminosi di un'epoca della quale non si erano messi in sufficiente rilievo le ombre".
Toniolo in realtà propone un esempio: rifacendosi alla societa’ medievale, ne presenta le scoperte, realizzazioni e valori, come per dare un esempio, ma distingue bene la sostanza da ciò che è relativo e ambientale, l'assetto sociale e politico cristiano medievale, dall'ordine sociale e politico cristiano per il futuro.
Quanto ad aver trascurato "il carattere politico". Non è esatto. Ne prospetta infatti il necessario divenire con affermazioni che preannunciano assetti politici; sostiene invece l’anteriorità storica di ciò che sta all’origine di questi sviluppi della democrazia; si attiene poi alla concretezza della situazione nella quale egli scrive "Il resto viene storicamente da sé", scriverà Toniolo a Mons. G. Ballerini, ma si esige la "palingenesi cristiana":  "il popolo affrancato, onorato, elevato, educato".( Toniolo Giuseppe, Lettere,2, Città del Vaticano, Ed. Comitato Opera Omnia di G. Toniolo, 1952, lettera n. 184).
Mi pare poi opportuno notare come sarebbe stato troppo superficiale, se Toniolo avesse ridotto la Democrazia nella sua essenza a democrazia politica: un aspetto non è l'essenza di una realtà. La definizione di Toniolo ci dà l'elemento formale della Democrazia: e’ questo che a lui interessa e non gli elementi materiali o concretizzazioni necessarie e successive, che suppone o in parte suggerisce.


Teca delle reliquie  nella chiesa ove riposa il Beato


mercoledì 16 settembre 2015

Trattati- Storia dell'economia sociale in Toscana 1889 (incompleta e bozze)


Dottrine economiche.

Firenze
Storia
Economia
Civilta'


Trattato n. 3

 Storia dell'economia sociale in Toscana 1889 (incompleta e bozze)

in

Giuseppe Toniolo, Storia dell'economia sociale in Toscana nel Medioevo, 2 voll.
1- La vita civile- politica.
2- La vita economica.
 Città del Vaticano, Ed. Comitato Opera Omnia di G.Toniolo,1948, pp. 1-418;pp. 3-573.

Vedi
 Opera Omnia di Giuseppe Toniolo. Serie I, Scritti storici, voll.2-3,(Pref. di Mario Romani), Città del Vaticano,/Tipografia Poliglotta Vaticana/1948,pp. XXX-418, 
O.O.. , Serie I, voli.2, pp. XII-628.
O.O.. , Serie I, voli.3, pp. 3-573.

Occasione:
Un duplice lavoro svolto per il concorso promosso da Luigi Cossa prof. di Economia politica all'Universita' di Pavia ed indetto dall'Istituto storico Lombardo di Scienze e Lettere, sulla fine del 1882, chiuso nel 1884 ed infine prorogato al 1887.

Contenuto:
L'opera e' il risultato di una ricerca storico-critica delle teorie economico-finanziarie e amministrative della Toscana dalle origini a tutto il secolo XVIII con un con­fronto alle teorie contemporanee dell'epoca di Toniolo. 
E' l'estratto di un primo lavoro di Toniolo, che l'aveva così concepito: 
Storia dell'economia sociale in Toscana, divisa in tre parti:       
 - periodo repubblicano 1100-1559.
-  periodo mediceo         1559-1737.
-  periodo lorenese         1737- fine secolo XVIII.

 Ciascuna parte divisa in quattro libri dedicati rispettiva­mente alla
 "Storia civile della Toscana",
 "Storia degli ordinamenti e della vita economica",
 "Ordini sociali e vita spirituale della società toscana",
 “Storia delle dottrine economiche”.

  Il lavoro partiva da un'ipotesi di lavoro:
 le idee riflesse dì una popolazione si svolgono storicamente in fatti terri­toriali.

Tale lavoro fu da lui rielaborato, ampliato e sfron­dato in alcune parti e poi pubblicato, ma solo in parte. Di esso Toniolo utilizzò parti in queste pubblicazioni:
Sintesi storica delle vicende economiche del Comune fio­rentino dal 1376 al 1530: Archivio Giuridico 41(1888) 507-542.
La statistica nella repubblica fiorentina: Atti del I Con­gresso it. di scien. soc.,2 (1894)478-496.
L'economia di credito e le origini del capitalismo nella R. Fiorentina: Riv. intern. di scien. soc., ecc., a. 3,8 (1895) 28-40; 560-576.
Saggio sulla politica industriale e mercantile della R.Fiorentina: Compte rendu du IV.eme Congrès Scientifique international des Catholiques, 4 section (1897) 388-398.
Pisa ghibellina?: numero unico, Pisa,1898, 6p.


Valore: si rivela un sentimento di schietta ammirazione verso quella borghesia toscana che baso’ il governo della citta’ sulle arti e i mestieri e lo permeo’ di spirito cristiano, realizzando un governo di stampo democratico. In cio’ sta anche il valore di un positivo contributo storico
(pp. XVII-XVIII).


mercoledì 12 agosto 2015

Connessioni chiave con il pensiero di Toniolo

Chiavi di lettura.


La prima connessione chiave,
 che si impone a chi avvicina l'opera del Beato Toniolo
e condivide il pensiero attuale e' espressa da questo concetto:

"Dall'inizio del mondo, ma in modo particolare dall'Incarnazione del Verbo ,
il Mistero di Cristo opera in modo nascosto nell'insieme della realta' naturale,
senza per questo ledere la sua autonomia."(1)

E' il concetto guida che sta in tutta la vita e l'opera del Beto Toniolo e che annuncia coraggiosamente nelle sue parole e scritti.
E' infatti per questo che la Chiesa Cattolica, dichiarandolo Beato , lo puo' additare ad esempio splendente di una fede incarnata nelle opere e modello intramontabile ad ogni uomo di buona volonta'.


La seconda conessione chiave, che si impone e avvicina il Beato Toniolo al pensiero moderno e' espressa in questo secondo concetto:

"Lo stesso cristianesimo,mantenendosi fedele alla sua identita' e al tesoro di verita' che  ha ricevuto da Gesu' Cristo, sempre si ripensa e si riesprime nel dialogo con le nuove situazioni storiche, lasciando sbocciare cosi' la sua perenne novita'".(2)

E' l'idea della vitalita' del cristianesimo come fattore di civilta', dal Beato Toniolo propugnata fin dalla prima prolusione espressa nel suo accedere all'insegnamento Universitario.


La terza connessine chiave da non trascurare nell'accostare Toniolo per coglierne la ricchezza di insegnamento e la profondita' nelle applicazioni e' la seguente:

" L'essere umano e' nello stesso tempo capace di divenire lui stesso attore esponsabile del suo miglioramento materiale, del suo progresso morale, dello svolgimento pieno del suo destino spirituale. Ed il lavoro dovrebbe essere l'ambito di questo multiforme sviluppo personale, dove si mettono in gioco molte dimensioni della vita: la creativita', la proiezione del futuro, lo sviluppo delle capacita', l'esercizio dei valori, la comunicazione con gli altri, un atteggiamento di adorazione".(3)

Da questo principio base trae l'opra sociale e politica del Beato Toniolo a pro del proletariato e delle classi sociali aperte le une alle altre in solidarieta' democratica tra loro.

Queste basi del pensiero sono irrefutabili e innegabili in tutto il pensiero di Toniolo:
ne sono la chiave di lettura.
..E oggi le sentiamo risuonare nella voce dalla Chiesa.(4)





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(1)  cfr. Papa Francesco, Laudato si'. Enciclica sulla cura della casa comune, n.99.
(2)  cfr. Papa Francesco, Laudato si'. Enciclica sulla cura della casa comune, n.121.
(3)  cfr. Papa Francesco, Laudato si'. Enciclica sulla cura della casa comune, n.127.
(4)  cfr. Papa Francesco, Laudato si'. Enciclica sulla cura della casa comune, nn.99-129.

sabato 25 aprile 2015

Civilta' universale

La civilta’ dell’amore.

La strada dei Santi.

Consonanza tra i Santi.
Nel ricordo di don Orione,un grande Santo exallievo di un altro grande: Don Bosco e contemporaneo di Toniolo.

“Instaurare omnia in Christo!”

E’ il pensiero di Don Orione consonante con quello di base di Toniolo.

Che cosa vuol mai dire? ...L'”Instaurare omnia in Christo” è la frase di san Paolo
 (Ef 1,10), presa da Don Orione come motto programmatico della sua Congregazione.
Dai più è conosciuta come motto programmatico del pontificato di san Pio X, ma la storia ci dice che Don Orione lo aveva preceduto. Infatti 18 gennaio 1905 scrivendo al suo Vescovo dice: «Da oltre 10 anni, cioè fin dai suoi inizi l'umile Congregazione "L'Opera della Divina Provvidenza" prese come motto programmatico l'Instaurare omnia in Christo».
Il significato in san Paolo.
Con l’aiuto degli esperti (cfr. Cipriani - Lettere di S. Paolo) ci viene detto che il ministero della Redenzione consiste nel atto che tutte le cose e gli esseri creati, celesti e terrestri, vengono finalmente ricapitolati, cioè trovano il loro significato e valore in Cristo: Egli ne è come il principio di unità e di intelligibilità, di ordine e di riconsacrazione.
Instaurare viene tradotto abitualmente con ricapitolare. Il termine ricapitolare ha un significato assai denso: non gli è estranea l'idea di porre o ricomporre tutto sotto un unico capo, e quella di restaurare ciò che era stato distrutto. Cristo dunque è centro di unità, Capo del suo corpo mistico, restauratore di quella prima amicizia fra gli uomini e Dio che il peccato aveva spezzato.
Un pensiero vicinissimo a questo lo troviamo anche in Col. 1,17 «Tutte le cose hanno in Lui consistenza». E san Giovanni Crisostomo, commentando questo passo, dice: «Dio ha dato Gesù Cristo come capo a tutte le creature, agli Angeli e agli uomini, così si forma l'unione perfetta, quando tutte le cose sono sotto un capo e ricevono dall'alto un vincolo indissolubile».
E’ doveroso sottolineare un particolare: «Saper vedere e sentire Cristo nell'uomo. Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli» (Don Orione). Far vivere ogni persona e ogni cosa in Cristo.
E anche se la vita può sembrare un cupo susseguirsi di tante, troppe e incomprensibili sofferenze con tutti gli angoscianti "perché", tenere viva la fede in Gesù, fatto in tutto simile a noi per farci simili  a lui.
Quel Gesù non riposa tra i sepolcri. Infatti l'uomo d'oggi subisce l'umana tentazione di fermare il tempo sui suoi tristi “venerdì”, così da essergli impedita la vitale gioia di Cristo risorto.
Ricuperare il senso pasquale della vita che è l'impegno primario della fede.
Cristo è re della storia, diceva infatti Don Orione: «Fratelli, noi siamo all'alba di una grande rinascita cristiana... Cristo vuole risorgere, vuole riprendere il suo posto; Cristo avanza: l'avvenire è di Cristo!... L'ultimo a vincere è lui, Cristo, e Cristo vince nella carità e nella misericordia».
Così potremo collaborare perché si adempia questo suo straordinario progetto: Instaurare omnia in Cristo, ossia tutto deve trovare il suo significato in Cristo.
Quando, nel lungo mistero della notte, sapremo attendere senza paura il primo raggio di sole, quando ci lasceremo afferrare dallo stupore di un fiore che nasce sulle macerie, quando sapremo cogliere nella pioggia fastidiosa la forza rigeneratrice, quando sulle rovine della nostra esistenza disfatta dal peccato riusciremo a ricomporre il primo mattone, per ricostruirla, soprattutto quando persisteremo a lottare, nel quotidiano duro impegno, per il bene minacciato, allora anche per noi appariranno i segni che non abbiamo lavorato invano e che abbiamo collaborato con Dio, perché tutto si realizzi in Cristo.  (Gianfilippo Tornatore,18 aprile 2015).

Che significa questo?....

Cio’ significa che la civilta’ a misura d’uomo, ( Civilta’ dell’amore), non puo’ essere che democratica e di ispirazione cristiana.
La promozione della dignita’ della persona ed in particolare della donna e’ prerogativa del Cristianesimo.
La difesa e il progresso degli istituti sociali (liberta’ personale, famiglia, proprieta’, classi sociali, associazioni, consociazioni locali, cooperative, consociazioni nazionali, internazionali, Stato, Chiesa) e’ compito per il  cristiano illuminato dal Vangelo.
„Sappiamo che l’abolizione storica della schiavitù come struttura sociale è la conseguenza diretta del messaggio di libertà portato al mondo da Cristo con la sua pienezza di grazia, verità e amore, con il suo programma delle Beatitudini” 
(Papa Francesco all'Accademia delle Scienze Sociali,18 aprile 2015).
“…La luce del Vangelo è guida per chiunque si pone al servizio della civiltà dell’amore, dove le Beatitudini hanno una risonanza sociale, dove c’è una reale inclusione degli ultimi” Bisogna costruire la città terrena alla luce delle Beatitudini, e così camminare verso il Cielo in compagnia dei piccoli e degli ultimi” 
( democraticita’): 
dal discorso di Papa Francesco all'Accademia delle Scienze Sociali,18 aprile 2015.



giovedì 9 aprile 2015

Economia democratica


Ai miei due lettori ...ecco la continuazione dell'approfondimento precedente...

 (continua dalla pagina precedente)

La democrazia in economia

Premessa;
Toniolo circa l'attività economica

Secondo Il Beato Toniolo il Cristianesimo e' Comunione di un Popolo in cammino.
Si concretizza nella società umana con uno stile che e' democrazia finalizzata alla Civiltà cristiana.
La Civiltà cristiana  e' una realtà aperta al Regno di Dio, cioè la realtà  umana universale strutturata in Comunione di popoli e aperta e finalizzata al Regno di Cristo, di Dio.
In questa sua crescente esplicitazione nella storia il Cristianesimo attua concretamente nella realtà umana la democrazia sociale, che, attraverso la democrazia economica, civile, politica, giunge alla democrazia di civiltà, realtà umana disposta al Regno di Dio.
La società e' anteriore allo Stato; i fini etico-sociali sono superiori a quelli politici; lo stato e' gerarchicamente ordinato alla società, "la quale tiene il culmine". Da ciò deriva l'anteriorità e quasi paternità della democrazia sociale sulle altre forme democratiche della vita civile e il suo necessario svilupparsi in democrazia economica-civile-politica e il confluire in quella di civiltà( G. TONIOLO,Indirizzi e concetti sociali nell'esordio del secolo XX: O.O., serie III, vol. 3, p. 96-97). 

E quale e' dunque l'economia democratica ,o la democrazia economica, o la democrazia nell'economia?

La democrazia economica.


- Si riassume nella economia cristiana.

- L'economia viene attuata nel contesto sociale in conformità alla solidarietà umana e secondo i fini che garantiscono la prosperità e la pace delle classi sociali(1).

E' realizzata ne "le milieu divin" del cristianesimo di cui assume lo spirito(2).
Avvalorata dal Vangelo di Cristo, e’ illuminata da esso attraverso la e Chiesa(3).

- L'economia fa parte dell'ordine sociale voluto da Dio.

La sua dinamica sgorga dalla doverosita’ per l’uomo di assentire e cooperare liberamente all'autorevole piano di Dio(4). Essa e’ allora un dovere di religione, di giustizia e di carità verso se’ e verso gli altri; esige abnegazione e sacrificio(5).
La sua doverosita’ urge in proporzione delle rispettive attitudini degli individui e classi so­ciali e deve essere " a misura del bisogno altrui"(6).

-Influisce decisamente sulla società perché regola direttamente l'ordine sociale, civile e politico(7); e’ anzi partenza e "base della democrazia"(8).
E' finalizzata ad essere - per disegno"provvidenziale- democrazia economica cristiana.
Derivando la sue leggi dall'utile in corrispondenza alla dignita’, liberta’, eguaglianza morale, corresponsabilità, eticità della persona umana, essa va concretata in una realtà’ che abbia tutte le qualità perché sia e si possa chiamare con il nome di democrazia economica.(9)

E' a misura e a vantaggio della società, che deve orientarsi ad essere conforme alla democrazia sociale cristiana,  per questo essa deve farsi economia democratico-cristiana(10).

In tale economia, fattasi “economia umana”(11), i principi morali del "dovere (in tutta la sua ampiezza in ordine alla legge divina provvidenziale), della giustizia e della carità"
passano dalla vita sociale al lavoro, e, attraverso ad esso, " in tutti i rapporti economici della società"(12).

In essa non predomina lo strumento e la ricchezza materiale, ma "trionfa l'uomo, la sua energia spirituale, la sua finalità"(13). Essa traduce l'uguaglianza morale dell'uomo "a speciale tutela... dei deboli" e si fa fraternità nella carità(14).

Basata sulla libertà, eguaglianza, fraternità degli uomini, sul lavoro e sulla sua eticità, di fatto non può essere se non cristiana. Per questo ed in quanto tale, nel suo ordine provvidenziale e finale essa deve realizzarsi in una democrazia economica prettamente cristiana(15).

+ L'ordine costitutivo della democrazia economica(16).

La democrazia economica si concreta in una modalità e tensione nuova degli elementi costitutivi dell'ordine sociale.
Questi ultimi sono: gli istituti sociali privati(libertà personale, famiglia, proprietà), gli istituti sociali-civili(le associazioni di classe gerarchizzate, le consociazioni locali, nazionali, internazionali), gli istituti sociali giuridici ( lo stato e la chiesa)(17).

1- Quanto agli istituti sociali privati. 
Circa la libertà 
la democrazia economica deve rispecchiare le qualità dell'autentica libertà. Dato che la vera libertà è quella rispettosa della dignità della persona, del bene delle moltitudini e della solidarietà sociale (18),l’economia deve essere rispettosa della persona, delle necessità delle moltitudini e della solidarietà tra le classi(19).E ciò realizza vera democrazia: la democrazia economica.
      
Circa la famiglia 
la democrazia nell'economia ne favorisce per quanto è possibile l'allargamento della base patriarcale, ne custodisce le tradizioni, ne promuove la stabilità locale, ne moltiplica i redditi comuni, rinsalda in essa l'autorità paterna e la solidarietà dei  suoi membri, ne promuove in ultimo la continuità storica del patrimonio(21).

Circa la proprietà,
l'economia democratica dispone la proprietà a divenire stimolo alla "operosità produttiva, alla conservazione ed incremento delle ricchezze",  "a beneficio immediato del singolo...e insieme della generalità" secondo giustizia ed in conformità alla natura dell'uomo(22).

2- Quanto agli istituti sociali civili,
la democrazia economica si avvalora delle associazioni di classe, quali sono promosse dal cristianesimo(23); ed anche se mutano le forme accidentali di esse, non fa a meno della loro sostanza e spirito cristiano(24).

 Il sistema democratico cooperativistico.
La democrazia economica si esplica poi nei vari luoghi in "consociazioni locali"(25).
Queste ultime tengono conto del bene particolare e di quello generale, intrecciandolo insieme. Raggruppano industrie, attività economiche e classi economiche di quel luogo, le quali sono inserite nelle realtà locali, cioè rispettose della natura e del mondo esterno; sono sensibili alla opportunità della produzione e coscienti delle richieste concrete di acquisto e consumo.  Tali "consociazioni" sono avvantaggiate  dalla assidua clientela locale e dalla stabilita' delle popolazioni industriose; sono avvantaggiate ancora dalla difesa proveniente dalla autonomia locale; risultano in fine di grande utilità per la moltitudine. Ne scaturisce un focolaio di produzione che si coordina e ripercuote nell'economia nazionale garantendone stabilità(26).

La democrazia economica nazionale.
Essa esige coordinamento ed inserimento dell’economia locale alla realtà nazionale, secondo una dinamica provvidenziale di redenzione economica universale (27). L'istituto nazionale è infatti al bene della patria, ma anche della società universale.
"La nazione... coordinando ad unita’ tutte le classi economiche della società, compone un microcosmo, ove tutte le produzioni sono proporzionatamente rappresentate e fuse insieme"(28). Viene garantita così l'autonomia economica di quel paese; e da essa sgorga l'autonomia politica. Ma ciò serve poi di graduale trapasso ad un democratico inserimento delle economie nazionali al bene universale economico e politico.

L'associazione internazionale.
La democrazia economica si deve evolvere nell'associazione economica democratica internazionale, avvalendosi dell'istituto di associazione internazionale che, promosso dalla convinzione ispirata alla fede cattolica, si deve aprire all'umanità intera per realizzare un’ economia democratica cristiana solidale ed universale. Lo strumento di tale democrazia sarà un'organizzazione universale che prevenga i conflitti materiali tra le nazioni, regoli uniformemente i rapporti economici, favorisca il progresso di tutti, difenda dalla concorrenza le moltitudini operose (29).


La tradizione.
Nella democrazia economica e’ presente un valore fondamentale, che fonda l'autentico progresso: la tradizione(30), espressa in campo economico dalla "costante vocazione di famiglie,... classi,... popolazioni a certi rami di industria"(31); tradizione espressa ancora dalla "perduranza di caratteristici consumi popolari"(32). Queste tradizioni temperano "la precarietà, incertezza, irregolarità dei rapporti economici(33)
e salvano dal pericolo di affrettati cambiamenti suggeriti "da subiti guadagni"(34).


3- Per quanto riguarda gli istituti sociali giuridici.
Quanto allo Stato ed alla Chiesa.
Lo Stato.
Rivendicando l'autonomia operativa (salva sempre la giustizia) delle persone, gruppi ed enti morali , e la responsabilità di essi nei confronti del fine ultimo e dei fini materiali connessi con quello(35), la democrazia economica reclama "la cooperazione attiva dello stato per fini di miglioramento economico; ammette che lo stato intervenga soltanto a titolo di manifesta e consentita utilità generale e con funzione completiva per integrare e non sostituire o menomare l'energia degli enti privati e degli altri organismi sociali.... Infine reclama che in ogni caso l'ente Stato rispetti, nelle attinenze etiche dei fatti economici, l'autorità religiosa e coadiuvi ai fini di essa; inoltre ( in quel campo proprio in cui rimane indipendente) eserciti la sua tutela e soccorso con eguaglianza proporzionale, e quindi dispieghi una più intensa e amorosa sollecitudine a pro delle classi inferiori, anche a confronto del loro benessere materiale"(36).

La Chiesa.
La democrazia economica infine è animata dall'interno dalla Chiesa(37), costruttrice di civiltà democratica attraverso il vangelo di Cristo da essa offerto e testimoniato vitalmente(38).
+ La realtà economica divenuta democratica nell'ordine attivo  - o nella vita sociale economica-  autonomamente applica  alle circostanze storiche la produzione, ripartizione, consumo e scambio, ma attuando in esse i principi cristiani(39). 

Nell'ordine finale economico l'attività economica si identifica allora con la democrazia economica avvalorata dal Cristianesimo e perciò definibile come democrazia economica cristiana(40).


Conclusione
L'attività economica e’ vista come "parte della vita sociale" e "mezzo ai fini di civiltà"(41). Entra così nell'ordine sociale attivo(vita sociale) e finale (società ideale), oltre che in quello costitutivo(componenti organici della società di civiltà) attraverso gli Istituti fondamentali ai quali si coordina e dai quali è esplicata. Risulta in definitiva presente nell'ordine sociale concreto (società organizzata nella realtà, storica). Essa rispecchia  in sé i principi astratti che fanno parte dell'ordine sociale positivo ideale e di civiltà finale voluto da Dio (ordine sociale dinamico provvidenziale aperto alla realtà futura voluta da Dio). (42)
L'economia non è dunque al di fuori della realtà sociale e della redenzione dell'umanità intera.
L'economia nella redenzione non può tuttavia attuarsi in pieno valore di civiltà se non include gli aspetti di democraticità, anzi se non si fa democrazia di ispirazione cristiana.
Facendo parte dell'ordine sociale, ne assume infatti le caratteristiche fondamentali alle quali deve conformarsi. Esse sono molte; tra esse le principali.
-    Provvidenzialità e religiosità (43) nel suo esistere.
-    Doverosità nel suo esplicarsi.
-    Conformità alla dignità della persona, che si riflette nell'attività umana, sicché l’economia dovrà rispettare l’uguaglianza morale delle persone(44), la fraternità (carità)(45), la libertà (46),
l’ autonomia personale e la responsabilità (47)•
-    Necessità degli istituti sociali, che conduce alla corresponsabilità nell'attività economica, autentico fattore di solidità sociale(48).
-    Universalità di apertura dell'ordine sociale all'umanità intera, che si traduce nell'attività economica in reciproco servizio(49)delle classi sociali e degli individui per realizzare un solo popolo in cammino(50).
-    Ispirazione evangelico cristiana per la convergenza di ogni realtà umana a Cristo Signore (51).
Le caratteristiche elencate e le loro conseguenze sono elementi di una autentica economia democratica.
L'economia nella società (economia sociale) è, dunque, o deve farsi democrazia economica cristiana.(52)

                      

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(1) G. TONIOLO, Parole all'apertura delle giornate sociali di Milano:0.0.,Serie 3, vol. 3, p. 305: "la vita economica e’1'elevamento continuo delle classi a ideali sublimi di prosperità e di pace".
(2) G. TONIOLO,L’Unione cattolica per gli studi sociali in Italia:
O.O., Serie IV, vol. 3,pp. 111-121.
(3) G. TONIOLO, id.,pp. 88,106,108-109.
(4) G. TONIOLO, id.,pp. 89,90.
(5) G. TONIOLO, id.,p. 90.
(6) G. TONIOLO, id.,p. 93.
(7) G. TONIOLO, Sintesi storica delle vicende economiche del Comune fiorentino dal 1378 al 1530: O.O., Serie I, vol. 3,p.569.
(8) G. TONIOLO, Riforme agricolo sociali: O.O., Serie IV, vol 1,p.417.
(9) G. TONIOLO, L'Unione cattolica per gli studi sociali in Italia: O.O., Serie IV, vol. 3, pp. 90-91,94.
(10) G. TONIOLO, L'economia capitalistica moderna: O.O., Serie1 vol.1, p.212.
(11) G. TONIOLO, id., p. 210
(12) G. TONIOLO, id., p. 210.
(13)  G. TONIOLO, id., p. 210.
(14) G. TONIOLO, L'Unione catt. per gli studi soc. In It.,op. cit.:l. cit.,p.90.
(15) G. TONIOLO, id., pp.90-91.
(16)    Toniolo distingue nell'ordine sociale e nell'economia l'ordine costitutivo(elementi che lo compongono), l'ordine esecutivo o vitale (ordine sociale ed economia nel suo concretarsi storico), l'ordine provvidenziale e finale o ideale(la realtà sociale e l'assetto economico di autentico valore per il progresso della civiltà) Cfr.:
G. TONIOLO, L'Unione catt. per gli st. soc....,op. cit.,l. cit., pp. 88ss.;
G. TONIOLO, Introduzione all'ec. sociale:0.0., Serie II, vol.2, pp. 215-267,
(17)G. TONIOLO, L'Unione catt. per gli st. soc....,op. cit., l.cit.,pp. 92-93.
(18)G. TONIOLO, L'Unione catt. per gli st. soc....,op. cit., l.cit.,p.94.
(19) G. TONIOLO, L'Unione catt. per gli Studi sociali...,op. cit.:1.cit.,p.94
(20)    G. TONIOLO, id., pp. 90-91.
(21)    G. TONIOLO, id.,p. 96. Con ciò tuttavia Toniolo non sostiene la necessità della famiglia patriarcale; egli sostiene invece la necessità  della famiglia cristiana nella quale gli antichi valori economici del sistema patriarcale sono in qualche modo trasformati in corrispondenza all'evoluzione storica e ad un indubbio progresso,ma tuttavia salvati da ogni pervertimento individualistico. "Eterna e intangibile... rimase la famiglia; non già quel tipo patriarcale dell'antichità... che doveva disgregarsi, per cagioni di progresso e di pervertimento insieme". Cfr.: G. TONIOLO, Introduzione ali'economia sociale:
0.0., Serie II, voi. 2, p. 90; pp. 79-96.
(22) G. TONIOLO, L'Unione cattolica per gli Studi...,op. cit. l.,cit., p96.
(23)           "                 ,id., pp. 92,100.
(24)              "                 ,id., p. 99.                        
(25)G. TONIOLO, id., p. 102.
(26) G.  T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p.102.
(27) G.  T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p.103.
(28) G.  T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p. 103.
(29) G.  T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p. 104.
(30) G. T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p.105.
(31) G. T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p. 105.
(32) G. T0NI0L0, L'Unione catt. per gli st. soc..., op. cit.:l. cit.,p. 105.
33)G. TONIOLO,  L'Unione cattolica per gli studi sociali in It., op. cit.,l.cit., p. 105.
(34)G. TONIOLO, id., ivi.
(35)  "       ,      id., p.89.
(36)  "       ,      id., p.107.
(37)  "       ,      id., p. 108
(38) ’’       , id., pp .88,106,108,109.
(39)  "       , id., pp. 111-121
(40)  „       , id., p. 122
(41)    G. TONIOLO, L'Unione catt. per gli st. soc. in It»op.cit.: 1.cit.,p.107.
(42)    G. TONIOLO, id., pp. 89-92,107; GS,64,34,72.                                      
(43)           "            , id., p. 90.
(44)           "            , id., p.93.
(45)           "            , id., p. 90.
(46)           "          , id., p. 94.
(47)      “          , id., p. 93.
(48)      “          , id., p. 94.
(49)  G. TONIOLO, La democrazia cristiana, op. cit., l.cit., pp. 37,38, 39.
(50)G. Toniolo considera il genere umano come un popolo unico impegnato in un “cammino secolare, incessante, di cadute e di vittorie, verso destini immortali”:
G. Toniolo, La parola del Papa: O.O.,seria IV, vol. 2, p.298.
(51)  G. TONIOLO, L’Unione catt. Per gli studi sociali in Italia, op. cit., l. cit.,pp. 88,89,91,92,93..
(52) Vedi Gaudium et spes n. 72: " Chi segue fedelmente Cristo, cerca anzitutto il Regno di Dio, e assume cosi' più valido e puro amore per aiutare i suoi fratelli e realizzare, con l'ispirazione della carità, le opere della giustizia".