Scheda
P
PONTEFICE
Qual e' il pensiero di Toniolo sul Papa?...
Mi pare significativo quanto egli dice in "Rinnovamento. Una pagina di storia sociale" in Democrazia cristiana, Concetti e indirizzi, vol 1", in cui afferma l'intimo legame tra movimento democratico cattolico e direttive del Pontefice; nonche' quel che sostiene in altre pagine del trattato sulla Democrazia cristiana edito dal Comitato Opera Omnia di G. Toniolo.
Egli afferma:
competere al Papato "una missione religiosa e sociale"(2), attuata con autorevolezza ed "oggidi' piu' che mai in una quotidiana e diretta corrispondenza coi sudditi". Il Pontefice da' cosi' in certo modo il modello della "prima e piu' santa forma della rinascente democrazia"(3) ispirata dal cristianesimo, realizza infatti una "intima comunicazione fra Chiesa e societa' "(4).
Secondo Toniolo la stessa proclamazione della infallibilita' pontificia e' da considerarsi dal punto di vista di una maggior forma di democrazia, perche' divenne piu' fruttuoso il suo servizio verso la gente ed approfondi' nei popoli lo slancio confidente di volgersi ogni giorno
al padre"(5).
Il Pontefice -e' il pensiero di Toniolo- continua la missione di Gesu'(6), percio' egli e' la guida della ricostruzione sociale. L'intrecciarsi dei rapporti tra il Papa e il popolo non puo' essere che la prima linea maestra ( "il caposaldo") della realizzazione di una esemplificazione concreta della democrazia conforme allo spirito del Vangelo(7).
C'e' poi una pagina di Toniolo che sembra quasi profetica, in quanto in essa possiamo quasi scorgere il ritratto del Papa attuale:
"Cosi' l'eta' nostra, e piu' il secolo nuovo, promettono di riprodurre lo spettacolo commovente di Pietro apostolo, che in Roma insegna, conforta e governa, confuso con i suoi primi fedeli fino al martirio nella comune persecuzione"...
E ancora: " Certo e' che le parole, le quali ad ogni istante oggi scendono dal labbro del Pontefice ( senza voler percio' attribuirvi sempre lo stesso grado di autorita'), trovano da qualche tempo, fino alle minime frasi, una accoglienza filiale, dolce, reverente nel profondo di tutte le anime e insieme una ripercussione e irradiazione solenne in tutto il mondo..." (8).
...Sembra di leggere il presente nel passato delle sue affermazioni entusiaste.
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(1)G. TONIOLO, " Rinnovamento. Una pagina di storia sociale":Democrazia cristiana. Concetti e indirizzi, vol.1 in O.O.,Serie 3, vol. 2, p.323.
(2)G. TONIOLO, "Indirizzi e concetti sociali all'esordire del sec.XX":Democrazia cristiana. Concetti e indirizzi, vol.2 in O.O.,Serie 3, vol. 3, p.42.
(3)G. TONIOLO, "Indirizzi e concetti sociali all'esordire del sec.XX":Democrazia cristiana. Concetti e indirizzi, vol.2 in O.O.,Serie 3, vol. 3, p.43.
(4) op cit, ivi.
(5) op cit, ivi.
(6) G. TONIOLO, La voce del Papa: Vita e pensiero, Milano, a. 1,(1915) 65-71, in Democrazia cristiana. Istituti e forme, vol.2, in O.O. Serie 4, vol.2,p.298 :"la parola del Pontefice del sovrannaturale e l'eco immediata".
(7)G. TONIOLO, "Indirizzi e concetti sociali all'esordire del sec.XX":Democrazia cristiana. Concetti e indirizzi, vol.2 in O.O.,Serie 3, vol. 3, pp. 44.46.
(8) op cit, p.44
venerdì 29 novembre 2013
martedì 5 novembre 2013
Stato e Chiesa nel pensiero di Toniolo
Stato e Chiesa
(Commemorando l’Editto costantiniano)
La storica decisione, con la quale veniva decretata la
libertà religiosa per i cristiani, aprì nuove strade alla diffusione del
Vangelo e contribuì in maniera determinante alla nascita della civiltà europea.
La memoria di quell'avvenimento offre l'opportunità, ..., di riflettere
sull'evolvere delle modalità con le quali il mondo cristiano si è relazionato
con la società civile e con l'autorità che la presiede. Tali modalità si sono
sviluppate lungo la storia in contesti assai differenti, conoscendo
significative diversificazioni in Oriente ed Occidente. Al tempo stesso, esse
hanno conservato alcuni tratti fondamentali comuni, quali la convinzione che
il potere civile trova il suo limite di fronte alla legge di Dio, la rivendicazione
del giusto spazio di autonomia per la coscienza, la consapevolezza che
l'autorità ecclesiastica e il potere civile sono chiamati a collaborare per il
bene integrale della comunità umana.
Dal Vaticano, 19 agosto 2013,
Papa Francesco.
(Cfr: L’Osservatore Romano,
martedi’ 3 settembre 2013 nr. 36)
Quale e’ il pensiero di Toniolo circa queste spinose questioni sempre attuali?
Persona e ordine sociale.
Il centro ed il vertice dell'ordinamento sociale e' l'uomo, il quale da' ragione di esso partendo da se stesso, in quanto fonte, perche' "nella sua libera attivita' consiste veramente la causa prossima ed efficiente dei fatti sociali"(1).
Ma in tale attivita' entrano anche le cause seconde che influenzano la sua attivita' sociale e nel
sociale. "Ogni fatto sociale infatti riflette in se' stesso ognuna di quelle relazioni di differente natura a cui soggiace l'uomo: sociali propriamente dette, giuridiche, politiche economiche, morali: relazioni che all'intelletto umano giova di considerare distintamente, per meglio discernere le leggi ad esse proprie"(2). La persona umana e' pure influenzata, come da causa seconda dell'ordine sociale, di cui e' fonte, da cio' che ha sede in lei stessa e che dipende "dalle sue qualita' proprie, dalla sua natura spirituale e corporea: certi bisogni o tendenze del fisico, le ingenite inclinazioni dell'animo al vero, al bello, i sentimenti del buono, dell'utile,...le passioni, ecc..."(3).Altra classe di cause seconde che influenzano la persona come fonte dell'ordine sociale "e' formata da tutto cio' che e' fuori dell'individuo, ma che e' accessibile a lui mediante i sensi: la natura esteriore e la societa' umana: l'ambiente fisico e l'ambiente
sociale. "Ogni fatto sociale infatti riflette in se' stesso ognuna di quelle relazioni di differente natura a cui soggiace l'uomo: sociali propriamente dette, giuridiche, politiche economiche, morali: relazioni che all'intelletto umano giova di considerare distintamente, per meglio discernere le leggi ad esse proprie"(2). La persona umana e' pure influenzata, come da causa seconda dell'ordine sociale, di cui e' fonte, da cio' che ha sede in lei stessa e che dipende "dalle sue qualita' proprie, dalla sua natura spirituale e corporea: certi bisogni o tendenze del fisico, le ingenite inclinazioni dell'animo al vero, al bello, i sentimenti del buono, dell'utile,...le passioni, ecc..."(3).Altra classe di cause seconde che influenzano la persona come fonte dell'ordine sociale "e' formata da tutto cio' che e' fuori dell'individuo, ma che e' accessibile a lui mediante i sensi: la natura esteriore e la societa' umana: l'ambiente fisico e l'ambiente
sociale"(4).
Tutte queste cause lasciano libero l'uomo qualora da esse si renda indipendente " con uno sforzo di energia spirituale in cui sta la vera causa prossima efficiente di ogni fatto umano individuale e sociale".(5)
Ma al di sopra dell'uomo sta la Causa prima, che, attraverso le cause seconde indirizza le scelte libere della persona assicurando " un certo ordine alle manifestazioni esterne della liberta' umana"(6).
La Religione e il compito secolare degli Stati.
E qui si inserisce il compito della fede nel suo aspetto di convinzione religiosa praticata nel sociale.
La Religione e' al di sopra degli Stati per la sua finalita' e, nella sua incarnazione storica di Chiesa, attraverso la persona credente, e' presente a modo di energia propulsiva di civilta' autentica.
Da cio' derivano delle precisazioni significative.
La Chiesa - storicizzazione della Religione cristiana- e' al di sopra del compito degli Stati.
Essa si innesta nel loro compito come forza propulsiva, finche' la loro azione non e' in contrasto con il piano universale di Dio, conformemente al quale essi svolgono la loro missione storica.
Ne risulta che la loro azione secolare, sia pure politica, diviene simbolicamente religiosa, perche' effettivamente converge al Fine ultimo della Religione ed attua autentica civilta'. Una profanita' inserita nel sacro ed elevata da esso(7).
Quando cessa questo rapporto, la Chiesa non puo' piu' collaborare con l'azione degli Stati:
essi perdono la religiosita' simbolica, si staccano dall'alveo del fine ultimo. "La Chiesa di conseguenza abbandonera' ai propri destini la potenza politico-civile, affinche' "al di sopra di tutti i concreti ordinamenti politici transeunti, per l'esaurirsi della rispettiva vocazione storica, si perpetui l'universalita' morale del cattolicesimo, inscindibile dall'incivilimento"(8).
Possiamo trovare lo sviluppo di questi concetti in forma positiva da parte del Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium n. 13 e nella Gaudium et spes: n. 76.
"Ma sempre e dovunque, e con vera liberta', e' diritto proprio della Chiesa predicare la fede e insegnare la sua dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini e dare il suo giudizio morale, anche su cose che riguardano l'ordine politico, quando cio' sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime. E questo fara', utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversita' dei tempi e delle situazioni" (GS n.76 ultime righe).
Quando cessa questo rapporto, la Chiesa non puo' piu' collaborare con l'azione degli Stati:
essi perdono la religiosita' simbolica, si staccano dall'alveo del fine ultimo. "La Chiesa di conseguenza abbandonera' ai propri destini la potenza politico-civile, affinche' "al di sopra di tutti i concreti ordinamenti politici transeunti, per l'esaurirsi della rispettiva vocazione storica, si perpetui l'universalita' morale del cattolicesimo, inscindibile dall'incivilimento"(8).
Possiamo trovare lo sviluppo di questi concetti in forma positiva da parte del Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium n. 13 e nella Gaudium et spes: n. 76.
"Ma sempre e dovunque, e con vera liberta', e' diritto proprio della Chiesa predicare la fede e insegnare la sua dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini e dare il suo giudizio morale, anche su cose che riguardano l'ordine politico, quando cio' sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime. E questo fara', utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversita' dei tempi e delle situazioni" (GS n.76 ultime righe).
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(1)TONIOLO G., Dei fatti fisici e dei fatti sociali nei riguardi del metodo induttivo: Archivio giuridico, Bologna,10 (1872) 178-212.: Trattato di economia sociale. E scritti economici:
O.O., serie 2, Economia e statistica, vol.2, p. 232 - L'elemento spirituale e morale viene riconosciuto capace di incarnazine storica. Idea molto importante per capire la funzione della persona nel sociale.
(2)Toniolo G. op. cit., p.226.
(3)Toniolo G., op.cit., p. 233.
(4)Toniolo G., op.cit., p. 233.
(5)Toniolo G., op.cit., p. 234.
(6)Toniolo G., op.cit., p. 234.
(7)TONIOLO G., Problemi ed ammaestramenti sociali dell'eta' constantiniana: Capitalismo e socialismo: O.O. , serie 1, Scritti storici, vol 1, p. p. 39-40." all'imperialismo politico...si aggiunge il concetto di un imperialismo religioso simbolico, che vede incipiente e profetizza completa la unificazione di ogni stirpe e della umanitaw' universale nella fede cristiana e nella Chiesa in Roma"
(8) TONIOLO G., Problemi ed ammaestramenti sociali dell'eta' constantiniana: Capitalismo e socialismo: O.O. , serie 1, Scritti storici, vol 1, p. 40.
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riflessioni
Istituzioni sociali neutrali
Possiamo parlare di istituzioni sociali neutrali?
O le istituzioni sociali debbono essere confessionali?
Per Toniolo si puo' parlare di istituzioni sociali laiche, ma le istituzioni se non possono dirsi confessionali, non possono nemmeno dirsi neutre o neutrali di fronte alla realta' umana, in quanto i loro componenti e dirigenti debbono tener conto della realta' soprannaturale o almeno del campo della credenza e fede delle persone, nonche' dell'incidenza che ha la religione ( che lui intende il cattolicesimo) sulle istituzioni sociali per realizzare "un'opera duratura di civilta' ". Per dirla in forma lapidaria e conforme al suo pensiero: le istituzioni sociali non possono dirsi neutrali, qualora le esigenze materiali rivelino le "latebre dello spirito". Del resto il soccorso del soprannaturale e' necessario nella questione sociale(1).
Il Cristianesimo, penetrando lo spirito nella persona, trasforma le stesse realta'umane rendendo le persone causa di rinnovamento profondo e duraturo di civilta', nonostante le debolezze e fallibilita' umane(2). Non e' lecito percio'pretendere di risolvere una questione sociale quando si sacrifichi "la saldezza della fede" ed " i fini soprannaturali che si consumano nell'eternita" (3). Non si puo' essere neutrali quando si tratta di valori religiosi che coincidono con la civilta'. Non si puo' dare neutralita' , se essa viene basata sul presupposto che la religione sia relegabile nel "segreto dell'interiorita'". Ne' si puo dare adito ad una neutralita' che significhi quella incredulita' che si fa sgabello delle difficolta' dell'esistenza collettiva e delle aspirazioni piu' legittime del progresso "per bandire Dio dalle anime e cancellare ogni traccia di ordine cristiano nella societa'"(4).
Secolarita' e' per Toniolo rivendicazione dell'autorevole e libera autonomia delle competenze umane istituzionali, ma non disimpegno cristiano nell'azione sociale e politica.
La persona impegnata nel sociale e nel politico non puo' cioe' cessare dal testimoniare e vivere quelle realta' profonde che danno valore intimo ed ultimo al suo impegno nel mondo per il progresso, per la convivenza democratica, in una parola per la civilta', che " si infutura in quella cristiana"(5).
Toniolo non poteva usare la parola secolarita', secolarismo,...secolarita' dell'azione e dell' istituzione, perche' tale parola non era ancora in uso, ma se l'avesse conosciuta l'avrebbe respinta nel senso di secolarismo, neutralita' assoluta; l'avrebbe invece accettata nel senso di impegno nella liberta', di autonomia nella resposabilita' e di rispetto delle competenze specifiche; tuttavia sosteneva che ogni istituzione sociale e attivita' umana sociale e politica, come impegno nel mondo per la civilta', non poteva in ultima analisi esser attuata se non con spirito cristiano e nella testimonianza di vita cristiana. La civilta' non puo' realizzarsi al di fuori del cristianesimo: "Ogni profondo e sistematico rinnovamento sociale richiede...il concorso gerarchico delle forze, della interiorita' e della liberta', e... lo spirito di abnegazione cristiana" (6).
Posto il caso che un cristiano sia presente in istituzioni che si dichiarano neutre, cio' e' ammissibile solo in via eccezionale, quando la tesi cristiana e' resa ancora futura dalle circostanze ostili, in ogni caso la sua partecipazione non puo' essere - come diremmo noi- secolarista: "croire c'est agir!" (7).
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(1)cfr.: TONIOLO G., Documenti e propositi nelle agitazioni rurali nell'Emilia, in Avvenire d'Italia,170 (21 giugno 1908), in Democrazia cistiana. Istituti e forme, vol. 1: Opera Omnia, serie IV. Iniziative sociali, vol.1, pp. 440-441.
(2) op. cit., p. 441.
(3) ivi.
(4) ivi.
(5) ivi.
(6) op.cit., p.445.
(7) TONIOLO G., L'avvenire della cooperazione cristiana,(discorso di chiusura): Il Congresso internazionale delle casse rurali a Parigi (1900), in Rivista Internazionale di Scienze sociali e discipline ausiliarie, VIII, 24( 1900) :Opera Omnia di G.Toniolo, serie IV, Iniziative sociali, vol.1, pp.522-524.
TONIOLO G, Per la storia del movimento cooperativo, in Democrazia cristiana. Istituti e forme, vol. 1:OO ,serie IV, Iniziative sociali,,vol.1, pp. 484-494.
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approfondimenti
Secolarita' nel sociale e attivita' cristiana apostolica
Un ulteriore approfondimento.
Dice Toniolo:
" si insinuo' frattanto in parecchi la persuasione che per fare opera opportuna e vitale, convenisse (con frase caratteristica) umanizzare alquanto l'azione sociale cattolica, privandola in qualche misura di quell'involucro di presidi religiosi e soprannaturali che parvero adombrarla ed assorbirla.Certo e' (ma chi mai lo nego') che occorre essere figli della propria eta' e partecipare alle condizioni di fatto della vita umana e sociale, nel momento e nel luogo in cui la Provvidenza ci ha posto a collaborare ai suoi divini disegni..."(1)
"...Ma trasferire questo criterio alle stesse ragioni sostanziali e finali dell'ordine sociale di civilta', sarebbe errore, non solo di principio, ma pratico, che spegnerebbe la fonte prima e massima di ogni nostra operosita' civile rinnovatrice e, con essa, le speranze piu' certe di futura resurrezione; errore tanto piu' fatale oggi, in cui la societa' moderna vuol tentare un' esistenza totalmente nuova( instauratio ab imis fundamentis)"(2).
Toniolo reagisce
contro la tendenza di voler instaurare una sacralita' assorbente ed occultante della realta', alienante l'uomo da se stesso e dal suo inserimento nell'ambiente e vita concreta e attuale. Per Toniolo il Cristianesimo va aculturato nella civilta' cristiana in modo rispettoso del profano ed accogliendolo nelle sue proprie dimensioni storiche e umane. Condanna tuttavia la negazione della realta' soprannaturale come forza che trasforma la vita sociale attraverso la fede custodita dalla Chiesa che, illuminata da quella, autorevolmente propone una dottrina sociale. Egli riconosce in tale dottrina sociale della Chiesa l'idea efficace che e' fonte di azione sociale feconda e che porta con sicurezza verso risultati duraturi, anzi perenni ed irrinunciabili di civilta'. Non e' lecito demolire i principi ed i fini che reggono l'azione nel mondo civile di chi e' cristiano, il che sarebbe la negazione delle basi della societa'
Sono idee e parole che risuonano fortemente provocatrici e significative nel nostro mondo contemporaneo ove anche la famiglia ha perso i suoi connotati e la verita' non si sa piu' da che parte la si possa trovare....
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(1) Toniolo G., L'Unione cattolica popolare italiana:Iniziative culturali e di Azione cattolica:OO,serie IV, Iniziative sociali,vol. 3, p.48.
(2) op.cit., p. 49.
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