Mandato politico alla Chiesa?...
La risposta racchiude idee che ci aiutano a comprendere meglio il Toniolo o che fanno da premessa - secondo me- ad ulteriori approfondimenti del suo pensiero.
E' la questione dell'autonomia nel campo politico garantita al laico e del suo legame, rispettoso del compito riservato alla Chiesa attraverso il suo Magistero gerarchicamente costituito.(Toniolo)
La Chiesa rispetta l'autonomia del campo politico e la liberta' di scelte responsabili del laicato.
La rivelazione, "non e' per il suo contenuto, ne' esplicitamente ne' implicitamente, una teoria politica o una guida all'azione, ma solo un messaggio di salvezza."(E.W. Boeckenforde, Mandato politico alla Chiesa?: Studi Cattolici (107) 1970, p98-105).
La trasposizione pratica del messaggio di salvezza provoca indubbi effetti sociali e politici, questi non possono pero' venir definiti e farsi scelte comportamentali definite e concrete nelle singole situazioni pratiche scavalcando la liberta' di scelta delle persone e la loro autonomia politica di scelte concrete. I comportamenti politici cioe' non sono oggetto, ma conseguenza del messaggio della rivelazione. Essi vanno riportati e confrontati con il messaggio di salvezza, ma e' solo la coscienza del singolo, illuminato dal Magistero della Chiesa che puo' determinare e tradurre quel messaggio e quella luce in scelte concrete.
La Chiesa poi non e' un potere come quelli dei regni umani, un potere assoluto ( senza legami): se e' una monarchia dal punto di vista gerarchico, in essa tuttavia vive e opera la democrazia insegnataci da Gesu'.
( Nota poi che per Toniolo anche il regno puo' essere democrazia ispirata da Cristo - servizio).
Come la vita cristiana e' autentica se e' democratica ( il piu' forte a servizio del piu' debole), cosi' la Chiesa conserva la sua autenticita' in modo integrale se e' democrazia (servizio). Se il Cristianesimo e' ricchezza di contenuti democratici ( Toniolo), tale ricchezza deve trovarsi nella Chiesa che e' custode e annunciatrice del Vangelo. Qualora non apparissero esplicitamente attuati, cio' non toglie che essa possieda tali principi in se' in modo virtuale ed abbia in se' l'esigenza ad esplicitarli. E' cosi' che essa deve essere come un buono scriba che trae dal suo tesoro cose nuove e vecchie per arricchirsi ed arricchire chi in essa vive e chi a lei guarda! Il che significa che la Chiesa sara' se stessa se attua nelle sue manifestazioni esterne ed interne in maniera piena la spirito cristiano , che, essendo eminentemente democratico fara' di essa una vivente "democrazia cristiana".
( Vedi per questo il discorso di Paolo VI : L'autorita'nella Chiesa e' per il servizio ai fratelli: L'Osservatore Romano, anno CIX, 262(33.240) 13 novembre 1969, p.1). Il suo esempio e la sua ricchezza originata da Cristo venuto a servire pur essendo il Maestro e Signore, (Gv. 13,12-17) diffondera' nel mondo quella luce che illumina il cammino civile, culturale e politico offrendo cose vecchie e nuove per la realizzazione del mondo nella sua pienezza.
La civilta' nella societa' e la societa' stessa sara' a sua volta autenticamente se stessa se risultera' imbevuta e realizzatrice nei suoi membri ed istituzioni di quella democrazia cristiana (nata da Cristo) che fa si' che chi comanda e dirige sia a servizio di chi e' comandato e governato.(Toniolo)
Allora anche per questo "Cristo sara' tutto in tutti e tutti saranno in Lui".
Questo e' il messaggio che scaturisce come conseguenza dal concetto dell'evangelicita' della democrazia propugnata da Toniolo e di quel dire che la civilta' "o sara' cristiana o non sara'".
"Sapendo queste cose, sarete felici, se le metterete in pratica" (Gv. 13,17).
Ecco allora la questione:
" Il mandato politico della Chiesa e' una pretesa teologicamente legittima, cioe' corrisponde alla missione della Chiesa secondo i dettami della rivelazione?"
Precisiamo i termini della domanda postaci.
Per politica:
politica va intesa in senso ampio di impegno civile e sociale nella citta' terrena organizzata od
in via di organizzazione.
Chiesa:
va intesa la Chiesa istituzionale, la Gerarchia; non la totalita' dei fedeli, Chiesa militante.
Mandato:
e' il compito di...
Mandato politico:
non riguarda il compito del singolo cristiano, ma della Gerarchia e della teologia come scienza della rivelazione.
Si intende per mandato politico il diritto e il dovere di svolgere un'azione politica coordinata, la quale miri automaticamente ad un certo successo politico, di ideologia e di parte.
La missione della Chiesa:
genericamentee', secondo la rivelazione, l' annuncio del Messaggio divino diSalvezza.
Da cio' segue che
Il ministero nella Chiesa e' in primo luogo pastorale di mediazione e di trasmissione del messaggio della salvezza per le persone. Il Magistero della Chiesa e' posto al servizio della missione pastorale. Il messaggio della salvezza da mediare, da trasmettere e da conservare comporta una esigenza intrinseca che determina subordinatamente la competenza del ministero ecclesiastico quanto al suo oggetto ed al modo di operare circa la mediazione.
L'evento salvifico consiste nel fatto che gli uomini sono stati redenti e riconciliati con Dio. Esso comporta una esigenza intrinseca ed un nvito ad entrare nel rapporto vitale con Dio, che Lui stesso ha voluto instaurare ed a testimoniarlo attivamente nel mondo. Tale invito si estrinseca nell'appello alla metanoia, ( Mt. 3,2; 4, 17; Mc 1,4; Lc 10,13; 13,2 ) al rinnovamento interiore che coinvolge tutto l'uomo ( Mt. 5,7; Mc 12, 31ssgg. Lc. 10,27; Ro. 13,8 ssgg. 1 Cor. 13, 3 ssgg.) e nell'invito ad entrare in una nuova comunione di vita con Dio che vivifica la nostra speranza ed illumina la nostra azione pratica.
Di qui il compito del cristiano:
Il compito del cristiano
Il cristiano e la comunita' cristiana, di fronte al messaggio di salvezza ed all'evento salvifico, in cui si inserisce, entra in un rapporto nuovo con la realta' profana: un rapporto di liberta' e di giudizio.
1- Un rapporto di liberta'. .
La persona umana inserendosi nella linea della salvezza viene liberata dalla minaccia di un esclusivo assorbimento mondano e dalla dispersione del suo essere nel mondo, come pure dall'alienazione di credere e di agire in nome di una astratta finalita' universale. Creato a immagine di Dio, figlio di Dio nella sua esistenza concreta redenta, ha una sua specifica dignita'. Il suo posto esistenziale viene proiettato al di la' del tempo e del mondo.
Di qui la novita': egli e' sottratto alla pura immanenza, non si riduce ad un momento dell'evoluzione storica, ha una certa distanza dal mondo in cui vive, ha cioe' una profonda liberta' di fronte ad esso, liberta' di plasmarlo e di trasformarlo alla luce del divino messaggio di salvezza.- cosa impossibile in una realta' immanente, puramente materiale e storicamente fissata nel tempo. Ecco allora l'altissimo suo compito . Egli e' chiamato a tradurre nella pratica le esigenze della sua nuova esistenza, libero dagli irretimenti profani e del tempo, apre al nuovo la realta' sociale e civile in cui vive e la proietta al di la' del momento che passa. Come?
Facendo penetrare il messaggio di salvezza nel comportamento sociale e politico proprio e della comunita'. Egli diviene il fermento vivificatore della societa' traducendo in essa il Vangelo di salvezza. La sua linea di azione e' quella di mettere in pratica lo spirito evangelico nella vita quotidiana civile e sociale ed impegnarsi a mutare in conformita' con esso la propria mente ed il proprio comportamento. ( La riforma comincia da se stesso- diceva il Toniolo).
Accettato il messaggio salvifico e convertita la propria vita, il mutamento del mondo e' una conseguenza.
( Cfr.: H.R. Schlette, Die Aussagen des Neuen Testaments uber den Staat: Archiv f. Rechts und Sozial-philosophie 48(1962) 179-197. 186 ssgg. 194. che interpreta in tal senso i passi Ro. 13,1; 1 Pet. 2,13 ss.; 1Tim.6,1).
Il singolo non viene cosi' scavalcato dal Messaggio della salvezza, ma impegnato ad essere- conformemente alla sua dignita'- attore responsabile nelle decisoni concrete della sua vita storica progrediente. Il cristiano, incarnando in se' la Parola e l'evento di salvezza ricevuto attraverso il ministero della Chiesa, traduce nella realta' le esigenze vive e vitali del Messaggio di salvezza e dell'evento salvifico operato in lui, non riceve un programma politico concreto ne' delineato e nemmeno un semplice appello all'azione politica, ma vive in conseguenza di quel nuovo che lo trasforma.
2- Un rapporto di giudizio nei confronti della realta' umana
sociale civile e politica, in vista del suo miglioramento.
Il tipo di vita, che deriva al cristiano dall'attesa escatologica, lo pone in una situazione di giudizio che esprima la precarieta' ed incompiutezza fondamentale di ogni ordinamento umano ed anche della giustizia che vi si deve instaurare. Lo pone cioe' in situazione di conversione e di invito alla conversione continua che egli rivolge a se stesso, agli altri, ai gruppi sociali ed alla societa' mettendone in risalto le carenze, le vanita', ipocrisie e facendosi testimone e promotore di pentimento e conversione secondo il Messaggio di Gesu'.
Conformemente a quel Messaggio egli provuove una vita di amore e di perdono, una accettazione degli ordinamenti sociali e giuridici, ma in vista di un miglioramento di essi ed in vista di inserire in essi lo spirito del Sermone della montagna e del Comandamento dell'amore.
Cio' detto, da queste certezze deriva una linea di soluzione circa la posizione che la Chiesa "ministeriale" deve assumere di fronte alla politica.
Mandato politico alla Chiesa?...
Al tempo di Gesu' sorse un conflitto tra il messaggio di Gesu' e gli Scribi e i Farisei, un conflitto e religioso e politico. Il conflitto politico era basato sulla premessa dell'ordinamento ebraico eminentemente teocratico, tale che ogni questione religiosa diveniva questione politica:
si fondevano insieme religione e politica che erano un tuttuno.
Diversa e' la situazione in cui la questione politica diviene questione religiosa: in questo caso non si confondono i campi, ma l'agire politico non rispetta la dimensione religiosa dell'uomo, usurpa. E' allora che la Chiesa ha pieno diritto di esprimersi.
1- Dalla Rivelazione cristiana non risulta un incarico politico diretto alla Chiesa.
2- La Rivelazione non e' per se' annuncio della Verita' con specifica determinazione di soluzioni concrete applicate alla vita; ma dall'applicazione pratica di questo messaggio derivano soluzioni molteplici nel campo sociale e politico, che solo in caso di effetti negativi trovano un limite.
3- Le soluzioni concrete civili e politiche non sono oggetto di per se' del messaggio di salvezza, bensi' ne esigono correlazione e conformita'. Esse vengono determinate dalla riflessione e dalla ricerca ponderata e dalla decisione selettiva di cui le persone dispongono per concretizzare e mettere in atto il Messaggio di salvezza di cui sono portatrici.
Se e' vero che la Chiesa gerarchico-ministeriale trova il fondamento ed i limiti del suo mandato nella Rivelazione, se ne deduce che essa deve rimanere fedele al contenuto di questo Messaggio.
Se il Messaggio pone il Cristiano in una situazione di liberta' responsabile, la Chiesa deve rispettare questa dignita' e compito lasciato da Dio all'uomo: non e' compito della Chiesa sostituirsi ai fedeli decidendo aprioristicamente in loro vece e soffocando la liberta' di scelta cui hanno diritto di ricorrere nel loro sforzo per concretizzare la Rivelazione. Suo compito e' piuttosto quello di stimolare i fedeli e metterli in grado- attraverso l'approfondimento del Messaggio- di prendere da soli le proprie decisioni. Cio' posto,dal Messaggio annunciato si sprigiona tutta l'energia che gli e' propria.
Il mandato politico della Chiesa si riduce al rispetto di queste linee :
1- prendere atto delle conseguenze socio-politiche che scaturiscono dal messaggio annunciato ( ad esempio i valori irrinunciabili).
2- Mediare tali conseguenze nel sociale, nel civile e nel politico attraverso l'opera dei cristiani operanti nel campo sociale-civile e politico con liberta' ed autonomia dalla Gerarchia.
3- Rispettare il pluralismo delle applicazioni del Messaggio alla vita concreta senza esclusivismi.
4- Esercitare la sorveglianza pastorale sul rispetto dei valori cristiani. Cosa che le compete dato il loro legame all'annuncio della Buona novella di cui e' custode e mediatrice.
La sorveglianza si estende al campo dei limiti dell'agire umano, al di la' dei quali non esiste piu' liberta' di azione, ma licenza e opposizione all'evento salvifico.
.Nell'esercizio della sorveglianza la Chiesa deve parlare in termini assoluti e vincolanti, come si conviene alla proclamazione del Messaggio divino.
Essa si estende anche a tutte le posizioni dei fedeli prese in base ad argomenti desunti dalla rivelazione.
In tale campo il compito della Chiesa e' solo quello di ammonire, di invitare alla saggezza cristiana, di indicare orientamenti di principio, di approvare o disapprovare sulla linea del messaggio e dell'impegno cristiano, di chiarire e di incitare a soluzioni. Ma non spetta ad essa le decisioni concrete. Non ha alcun incarico nell'ambito dei mezzi e degli scopi politici di indicare con competenza specifica la via.
Cio' non toglie ad essa la facolta' di esprimere pareri ed incitamenti alle persone od agli uffici competenti ( ad esempio con encicliche, lettere e pastorali...).
Quando non siano rispettate le reciproche autonomie, si ha lo scadimento dell'autorita'.
E cio' in concreto
- quando non si distingue tra rivelazione e opinione.
- quando si auspica per la Chiesa il coraggio di parlare in modo contingente ed ipotetico, dimenticando che cio' sopprime l'autorita; della Gerarchia e la liberta' dei fedeli e riduce la Chiesa a semplice associazione mondana ed i laici ad una solidarieta' priva di autonomia operativa.
- quando si parla di teologia della rivoluzione o di teologia della rstaurazione,... dimenticando la radicale diversita' tra rivelazione ed ogni ordinamento politico, tra teologia ed ogni ordinamento politico. Si darebbe infatti valore assoluto a teorie ed opinioni politiche, che presentano qualche motivazione religiosa, ma che non si possono spacciare per conclusioni teologiche, snza porre con cio' stesso in questione la teologia come scienza della Rivelazione.
Concludendo:
Anche la Chiesa cattolica, come ogni gruppo religioso, avrebbe la tendenza ad assolutizzare, ma ne ha coscienza e si lascia docilmente condurre dallo Spirito di Gesù sulla sua strada di misericordia.
La Chiesa non puo' con la sola sua presenza non avere un'incidenza politica, ma cio' non fa si' che essa debba affermarsi come un'entita' politica. La Chiea gerarchica ha una sua missione ed un suo compito e questo ha da svolgere. Inserita nella storia essa ne fa parte, ma il suo incidere nella politica deve rimanere nell'ambito del suo compito. Anche se la Chiesa gerarchica negli stati secolari non ha alcuna potesta' diretta, essa non puo' eludere questa sua testimonianza pastorale necessaria, che puo' essere causa di conflitto.
Rimane tuttavia nell'ambito del suo compito anche se la testimonianza del suo annuncio cristiano divenisse espressione politica.
Cio' fa parte delle conseguenze possibili dell'annuncio, le quali non si identificano con l'annuncio stesso, ma ne sono realizzazione a testimonianza concreta e necessaria.
All'annuncio cristiano si puo' e si deve accomunare un'attivita' sociale e civile -politica in tanto
in quanto essa e' conseguenza concreta ed inevitabile dell'annuncio stesso operata da cittadini cristiani e proprio perche' cristiani.
( Vedi E. W. Boeckenfoerde, Kirche und Politik. Zu einigen Neuerscheinungen uber das Verhaeltnis der Kirche zum Dritten Reich: Der Staat 5(1966)234 ssgg.).
" Il programma di una civilta' materialistica contro il cattolicesimo, unico e vero rappresentante del sovrannaturale e' l'antica opposizione secolare delle due citta', quella del mondo e quella di Dio"...(G. Toniolo )
"I beni esteriori- della ricchezza, delle garanzie sociali-civili e della potenza politica degli Stati
non sono che mezzo e presidio alla civilta', che si consuma e perenna in Dio".(G. Toniolo)
(G. Toniolo, Indirizzi e concetti sociali all'esordire del XX secolo (conferenza ): Democrazia Cristiana. Concetti ed indirizzi, pp. 20; 213. 214: O.O. serie III., vol 3)
Cio' non toglie ad essa la facolta' di esprimere pareri ed incitamenti alle persone od agli uffici competenti ( ad esempio con encicliche, lettere e pastorali...).
Quando non siano rispettate le reciproche autonomie, si ha lo scadimento dell'autorita'.
E cio' in concreto
- quando non si distingue tra rivelazione e opinione.
- quando si auspica per la Chiesa il coraggio di parlare in modo contingente ed ipotetico, dimenticando che cio' sopprime l'autorita; della Gerarchia e la liberta' dei fedeli e riduce la Chiesa a semplice associazione mondana ed i laici ad una solidarieta' priva di autonomia operativa.
- quando si parla di teologia della rivoluzione o di teologia della rstaurazione,... dimenticando la radicale diversita' tra rivelazione ed ogni ordinamento politico, tra teologia ed ogni ordinamento politico. Si darebbe infatti valore assoluto a teorie ed opinioni politiche, che presentano qualche motivazione religiosa, ma che non si possono spacciare per conclusioni teologiche, snza porre con cio' stesso in questione la teologia come scienza della Rivelazione.
Concludendo:
Anche la Chiesa cattolica, come ogni gruppo religioso, avrebbe la tendenza ad assolutizzare, ma ne ha coscienza e si lascia docilmente condurre dallo Spirito di Gesù sulla sua strada di misericordia.
La Chiesa non puo' con la sola sua presenza non avere un'incidenza politica, ma cio' non fa si' che essa debba affermarsi come un'entita' politica. La Chiea gerarchica ha una sua missione ed un suo compito e questo ha da svolgere. Inserita nella storia essa ne fa parte, ma il suo incidere nella politica deve rimanere nell'ambito del suo compito. Anche se la Chiesa gerarchica negli stati secolari non ha alcuna potesta' diretta, essa non puo' eludere questa sua testimonianza pastorale necessaria, che puo' essere causa di conflitto.
Rimane tuttavia nell'ambito del suo compito anche se la testimonianza del suo annuncio cristiano divenisse espressione politica.
Cio' fa parte delle conseguenze possibili dell'annuncio, le quali non si identificano con l'annuncio stesso, ma ne sono realizzazione a testimonianza concreta e necessaria.
All'annuncio cristiano si puo' e si deve accomunare un'attivita' sociale e civile -politica in tanto
in quanto essa e' conseguenza concreta ed inevitabile dell'annuncio stesso operata da cittadini cristiani e proprio perche' cristiani.
( Vedi E. W. Boeckenfoerde, Kirche und Politik. Zu einigen Neuerscheinungen uber das Verhaeltnis der Kirche zum Dritten Reich: Der Staat 5(1966)234 ssgg.).
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" Il programma di una civilta' materialistica contro il cattolicesimo, unico e vero rappresentante del sovrannaturale e' l'antica opposizione secolare delle due citta', quella del mondo e quella di Dio"...(G. Toniolo )
"I beni esteriori- della ricchezza, delle garanzie sociali-civili e della potenza politica degli Stati
non sono che mezzo e presidio alla civilta', che si consuma e perenna in Dio".(G. Toniolo)
(G. Toniolo, Indirizzi e concetti sociali all'esordire del XX secolo (conferenza ): Democrazia Cristiana. Concetti ed indirizzi, pp. 20; 213. 214: O.O. serie III., vol 3)