mercoledì 7 agosto 2013

Societa'


Ogni riformatore e innovatore, ogni persona che tenda a migliorare l'ambiente civile non puo' fare a meno di riflettere sul concetto di societa', sul concetto di persona, sul concetto di politica, su quello di partito e, nell'ambiente cristiano, sulla funzione della Chiesa nella societa', nell'ambito civile e politico. Chiariremo questi concetti con la sapienza del Beato Prof. Toniolo Giuseppe.

Societa'.

" Quando si dice societa', non si intende una massa di individui che stanno insieme soltanto, come viene percepita dai sensi di chiunque abbassi lo sguardo dall'alto sopra l'assembramento di una moltitudine: ma bensi' essa e' un complesso di individui, quale la mente contempla considerandoli nel loro vincolo tacito che li stringe in unita', quel vincolo che e' emanazione della natura umana con le sue naturali tendenze; e' essa infatti che li avvince nel loro intimo e li stringe in un tutto coerente, omogeneo, che e' l'ente sociale, dotato di vita, struttura, compagine e leggi, ma distinto dagli individui  che pur compongono e danno l'esistenza alla societa'".
Questo e' il pensiero di Toniolo Dei fatti fisici e dei fatti sociali nei riguardi del metodo induttivo: Trattato di economia sociale e scritti economici, vol 2, 1872: O.O.  serie II.a , vol. 2, p. 223).

Egli considera dunque la societa' come una realta' distinta dall'individuo, vivente, organica, formata dagli individui, intrinsecamente spinti a costituire quella.
Afferma nello stesso tempo, che nella societa', l'elemento spirituale e morale va riconosciuto come passibile di incarnazione storico-sociale in essa stessa( cfr.op. cit., pagg. 219-265).

L'Ordine sociale nella societa'

La societa' possiede un ordine sociale, e' la sua struttura relazionale, la sua compagine, le leggi che essa rivela in modo controllabile ;esso e' oggetto di riflessione e studio. L'ordine sociale e' quel sistema armonico di relazioni, tra gli uomini,  i quali formano l'ente sociale, che, nel rispetto di una legge etica suprema, tende a realizzare il bene comune; ad apportarte quegli aiuti reciproci con cui tutti i componenti della societa'( individui e famiglie, gruppi ed associazioni) possano efettuare meglio il proprio perfezionamento.
L'ordine sociale e' coordinato al fine ultimo ultramondano.
Esso e' eminentemente morale, fondato sul dovere; e' dinamico e storico, provvidenziale e finalizzato, gerarchico ed organico; pienamente umano e aperto ad essere cristiano; guidato dallo Stato e dallaChiesa; autenticamente democratico esige l'istituto della proprieta'( cfr. G. Toniolo, Precisazioni sulla proprieta': O O Serie 4, vol.2, pp.3,4,5.). E' costituito dalle persone, dalle famiglie , dalle associazioni, dalle classi, dalla nazione; confluisce nell'associazione internazionale e culmina nel Corpo Mistico di Cristo, la Chiesa
(cfr. G. Toniolo, Introduzione all'economia sociale:OO, Serie II, vol 1- 2; G. Toniolo, Il socialismo nella storia della civilta': OO, Serie 1, vol 1, p. 273; G. Toniolo, Della storia come disciplina ausiliaria delle scienze sociali: OO, serie 1, vol. 4, pp. 392-393) .
Questo 'Ordine sociale' e' soggetto a crescita positiva di valore o a perdita di valore e di efficacia. Va percio' sottoposto a continui monitoraggi o a miglioramento.
 Al suo tempo Toniolo riconosceva la necessita' di migliorare l'ordine sociale. Noi stessi, pur in epoca diversa, sentiamo il bisogno di  miglioramento della societa,' nella quale viviamo, nei suoi elementi costitutivi e nel suo essere ordine sociale....

Cosa richiedeva Toniolo, allora, per il miglioramento dell'ordine sociale?... Le sue sono idee valide anche per il nostro oggi?...

"Il restauro dell'ordine sociale- scriveva Toniolo - diviene oggi principalmente opera di giustizia".(G. Toniolo, La funzione della giustizia e della carita' sull'odierna crisi sociale, 1892, in Iniziative culturali e di Azione cattolica; OO, Serie IV, vol 3, p. 362).
Esso va fatto attraverso l'inserimento di valori ed in special modo attraverso  l'inserimento di valori democratici ( op. cit. p. 361-362) e cristiani ( op. cit. p. 362).

In particolare.

Nonostante la situazione contingente e storica delle affermazione di Toniolo...
La giustizia ispirata al cristianesimo e' il primo passo nel restauro dell'ordine sociale, perche' fa si' che l' autorita' e la liberta', che e' condizione del vivere civile ( p. 366), siano in legame armonico nella societa' (p. 361) e consente il loro accordo nella  ricerca del fine doveroso e sociale del bene comune, che e' responsabilmente da perseguire ed e' voluto da Dio...
E questo va fatto con  mezzi positivi di ordine sociale: le leggi, oltre che con azione personale(p.361).
L'armonia creata dalla giustizia nel rapporto tra autorita' e liberta', tra leggi positive e liberta', rende possibile l'esistenza della democrazia nell'ordine sociale, cosicche' la giustizia, garantendo l'autentico ordine sociale, ne diviene valore cotruttivo e valore democratico (op. cit. p.361).
Accanto ai valori della giustizia e della liberta', va inserito il valore della carita' di intonazione cristiana come perfezione della giustizia e della liberta'.
E' cosi' che questi valori, giustizia, liberta', carita', nella loro tonalita' migliore, fautrice di democrazia, non possono che essere cristiani, partecipi del valore del cristianesimo vissuto nella societa' e, proprio in quanto tali, compongono il fondamento ed il fastigio dell'ordine sociale di civilta'. (op. cit. p. 365, p.367).

In altre parole.

Il Beato Giuseppe Toniolo nello scritto " Se io fossi un riformatore sociale..." ( in " L'Italia reale di Torino, Torino 1 maggio 1894, numero unico, in Democrazia. Concetti e indirizzi, vol. 1: OO, Serie 3, Sociologia e problemi sociologici contemporanei, vol.2, pp. 237-242) afferma i medesimi concetti di base. Sentendo nelle sue membra la stanchezza dell'eta', vive tuttavia la giovinezza nel suo spirito . E questo spirito giovane gli propone un ideale di rinnovamento sociale eminentemente democratico e cristiano basato sulla legge del lavoro e sulla dignita' della persona umana, che esige uguaglianza, liberta'. fratellanza e il riconoscimento del merito personale affermato dal lavoro. La sua esperienza gli fa riscontrare che la riforma dell'ordine sociale nasce dalla giustizia, dalla liberta', dalla carita' espressa nell' uguaglianza e fratellanza, nel riconoscimento del merito personale avvalorato dalla dignita' del lavoro. Scopre e afferma inoltre che tutte queste ralta'-valori sono state attuate nella storia dal Cristianesimo e sostenute dalla Chiesa, che sono anzi esigenze proprie nel cristianesimo e quindi conclude che l'ordine sociale autentico non puo' essere che animato dal Vangelo, non puo' che essere cirstiano.

.....
Carissimo Beato Toniolo, dai del ...filo da torcere anche per noi oggi!




lunedì 15 luglio 2013

Toniolo intransigente...ma....



Aspetti della figura di Toniolo.

Un aspetto nuovo o vecchio ma con una luce nuova. Ecco la scoperta di questi giorni sulla figura
del Beato Toniolo.
Il suo intransigentismo, se ci fu, su quali idee era basato e quale durata in lui ebbe o doveva avere?...
Vediamo un po'...(1)

Il punto chiave per l'interpretazione del suo intransigentismo e' questa idea portante:

La democrazia,  promossa da volonta' politica, ma nata da volonta' di apostolato in vista di una sua  attivazione nel  sociale per viverlo in modo cristiano, si doveva affermare come democrazia sociale, ma doveva essere  aperta a sviluppi futuri in democrazia politica , che a sua volta doveva esser preparata dalla formazione dei giovani. A questo sviluppo non era esente l'opera dell'intransigenza cattolica che porto' alla riaffermazine dell'autorita' della Chiesa nel campo sociale ed alla nascita collaterale e conseguente della democrazia che ando' viva via maturando sostenuta dallo stesso intransigentismo, ed avviata a sorpassarlo ed a giungere a sviluppi ulteriori passando dal sociale al politico.

Ma consideriamo un po' le sue riflessioni...
"Lo storico programma guelfo sociale che tutte le aspettative della civilta' ricollega indissolubilmente all'autorita', al primato, all'indipendenza e pienezza dell'azione della Chiesa nel mondo civile, ricevette la sua
cresima dalla rinnovata alleanza colla democrazia, che da quella- dall'autorita' del Magistero nella Chiesa - attende la sua risurrezione avvenire".(pp.294-295)
Qeste affermazioni rivelano  che Toniolo era convinto che l'intransigentismo esigeva obbedienza alla Chiesa ed al suo magistero, a cui lo stesso intransigentismo ridiede la dovuta stima; ma che l'intransigentismo maturo' con la democrazia; e  che con tale sua maturazione  l'intransigentismo cesso' il suo compito storico, come gli stessi avvenimenti storici successivi confermeranno.
Ecco perche' Toniolo si fermo' alla democrazia sociale: i tempi non erano maturi per una democrazia politica: le parole del Papa non erano favorevoli all'attivita' politica pienamente autonoma, si' alla preparazione nell'astensione.
Fu su questa ragione che egli pose le premesse, perche', cessato il compito storico del neoguelfismo, il cattolico si riscoprisse- alla luce delle nuove direttive del Magistero - cittadino in una realta' nuova da riconoscersi nel suo essere storico, ma per migliorarla, vivendoci dentro. 
Tale miglioramento sara' prima un fatto di apostolato, ma che divenga anche un fatto civile di associazione che si dice confessionale, cioe' ispirata a principi di fede e di morale cristiana. Questo si dovra' evolvere in modo tale che la democrazia cristiana promossa nel sociale,  diverra' democrazia inserita nel civile: non sara' piu' solo un apostolato di cristiani impegnati, ma anche un partito di popolo formato da uomini di impegno cristiano.
L'obbedienza alla Chiesa magisteriale avrebbe generato la maturita' del cristiano, rendendolo atto a fare da se' senza necessita' di ingerenze nel campo civile da parte dell'autorita' ecclesiale. Il laico impegnato, maturo  e preparato politicamente, cessate le circostanze eccezionali di supplenza del clero, doveva compiere la sua attivita' politica in modo pienamente responsabile e senza ingerenze del clero.
Dice infatti il Toniolo:
"Ne' si paventi che per questo vincolo sacro di filiale soggezione alla Chiesa, di nuovo si compromettano le vergini energie e le responsabilita' di virili ardimenti.
Di fronte agli avversari che la causa del popolo ci contendono con argomenti di una frale natura o di forze materiali, noi parteciperemo in qualche guisa della onnipontenza soprannaturale divina. E la lotta che e' impegnata non richiede di meno."(p.295)
" In questa fedele obbedienza essi rinverranno il seme da cui poi germineranno le soluzioni migliori, non solo sociali, ma economiche, politiche, della patria e della civilta',...perche' la parola della Chiesa e' quella stessa creatrice di Dio"(p. 294).

Mi pare interessante...


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(1) TONIOLO G., L'unione. Parole ai giovani. Discorso pronunciato al 18.mo congresso cattolico italiano di Taranto, 2-6 settembre 1901: Democrazia cristiana. Concetti ed indirizzi, vol 1, in Opera Omnia, Serie III, vol. 2, pp. 285-299.




martedì 18 giugno 2013

Per fare politica...

Azione sociale e politica.
Linee e principi di base.

-Caro amico, vuoi forse diventare un uomo politico?...
-Uomo politico!??… Che cosa vuoi dire?
-Voglio dire che la societa’ ha bisogno di te per crescere nei valori di civilta’ e tu hai le possibilita’ di divenire un aiuto a tanti tuoi fratelli che anelano ad un mondo nuovo piu’ umano e meglio governato da altri fratelli capaci di farlo.
-Bah…! E cosa dovrei fare per tutto questo?
-Ricordati che sei cristiano e che non puoi vivere nel tuo guscio, ma uscire allo scoperto e giocare la vita per il bene del tuo prossimo, come ha fatto Cristo che vive in te, …se sei cristiano.
-E lo dubiti?...




Ascolta allora cosa direbbe il Beato Toniolo a te futuro uomo politico.

 “Una corretta analisi della natura umana complessa addita nella persona umana, accanto al principio dell’utile, ancora quello del buono, figlio dello spontaneo riconoscimento di una legge naturale imperante che ingenera la coscienza del dovere.”
E’ proprio la coscienza del dovere  che “ alleandosi con altri piu’ generosi affetti del cuore umano, si traduce in altrettante tendenze”. Sono le tendenze “ della nostra natura immateriale le quali sovrastano per eccellenza quelle del piacere e dell’utile personale, di cui temperano le esigenze ed a cui talora impongono assolutamente il silenzio”(1).
E’ cosi’ che la vita sociale e la vita cristiana  non possono non compenetrarsi.
Questo avviene nella societa’ attraverso la realizzazione dei valori morali fondamentali comuni a tutta l’umanita’e attraverso la coscienza che chiede all’uomo l’unita’ della persona  ad esser responsabile nella coerenza alla propria fede.
Il che vuol dire che l’economia, la politica come l’azione sociale, chiamano l’uomo credente a portare in esse la sua forza, le sue convinzioni morali e l’energia e la luce attinte dalla religione.
Dice infatti Toniolo : “ I problemi, sia economici che politici devono sempre avere da noi una soluzione, la quale sia conforme  all’ambiente sopirituale, in cui si agita tutta la nostra esistenza, nelle diverse forme concrete della nostra attivita’. E quindi la vita economica e la vita politica devono integrarsi con l’ambiente cristiano”. (2)

L’uomo che si impenga nell’azione civile-sociale-politica , secondo Toniolo, deve guardarsi pero’ da alcuni pericoli concettuali e pratici.
E cioe’:

-         “ Menomare  la legitimita’ e la funzione delle classi sociali - prodotto naturale e storico- in nome della uguaglianza individuale e della fratellanza umana”
-         “ Restringere la funzione della carita’  e della equita’ sociale esagerando l’ambito della rigorosa giustizia”.
-         “Offuscare il concetto dell’origine divina dell’autorita’ per ripiegare verso il pregiudizio della sovranita’ popolare”.
-         “Estendere la novita’ e pieghevolezza, pur sempre legittime nei modi di applicazione dei principi, ai principi direttivi cristiani immutabili, confondendo la modernita’ di metodi con certa mondanita’ di idee e di sentire”.
-         “ Propugnare l’azione esteriore sociale a scapito della vita interiore morale dello spirito”.
-         “ Contare soverchiamente sopra gli espedienti umani e meno sopra i presidi  sovrannaturali”.
-         Nascondere sotto l’aspetto puramente umanitario “l’azione che deve essere intimamente e pubblicamente” nota come  espressione di fede Cristiana e cattolica(3).

Toniolo poi suggerisce i mezzi che sono a suo giudizio utili per preservare dagli errori elencati.
 Suggerisce cioe’:
L’ “adesione all’integrita’ del dogma religioso”(4)
La pieta’ (5).
La partecipazione al ”divin sacrificio”  e “ l’interiore ascetico  raccoglimento” (6)
“ Il culto dei santi” (7).
La Comunione e la partecipazione ai Congressi eucaristici” ( 8).

L’idea che pone poi  a base di un tale impegno responsabile nella vita sociale e civile e’ l’idea del merito .
Afferma cioe’ che  a nessuno nelle condizioni normali del vivere civile deve “esser consentito di sedere al banchetto della vita, fuorche’ all’unico titolo comune dell’attivita’ meritoria, di braccio, di mente, di morali energie, di civili e proficue prestazioni”(9)
Guarda quindi al capitale ed al possessore di esso e dichiara che l’orientamento del capitale e’ al lavoro, che viene “assicurato mediante il possesso del capitale” perche’ il capitale esige che il capitalista porti “ la veste onorata di imprenditore”( 10).
Toniolo vede “nell’alleanza delle classi operaia ed imprenditoriale il felice risultato del capitale  che confida le proprie sorti all’operosita’ del lavoratore, a cui venga offerta a sua volta la possibilita’ di diventare imprenditore, oppure, nel caso di lavoro agricolo, comproprietario.
Nel caso infine delle persone cadute in necessita’ economiche addita l’importanza della realizzazione di beni posti in comune per una doverosa assistenza: “vorrei vi fossero beni comuni che ai poveri e ai derelitti aggiungessero un supplemento alle necessita’ della vita, o un rifugio per il di’ della sventura”.
L’uomo nobilitato dal lavoro, “non deve tuttavia esser vittima di esso - afferma Toniolo - ma tale che sotto la giubba dell’operaio viva pur della vita dello spirito, ne’ dimentichi di essere marito, padre, cittadino e partecipi al flusso quotidiano del progresso sociale”(11).
E con parole forti dice:
“ A chi perdura ancora ad inneggiare ad una pretesa religione del lavoro da sostituirsi a quella del sovrannaturale, si risponda sdegnosi con il Faust: - No, il lavoro che non e’ altro che lavoro, viene a nausea: noi aneliamo ai rivi della vita”(12).

Sono questi alcuni sprazzi di luce che invitano ad impegnarsi nel sociale e  nel politico, ma in un cammino di azione sociale,  politica e civile, generosa, equilibrata e valida.




(1) G. TONIOLO, Dell’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche…: Trattato di economia sociale e scritti economici, vol 2 in O.O. di G. Toniolo, serie 2, vol.2, pp.270-271.
(2) G.TONIOLO, Parole all’apertura delle giornate sociali di Milano, 1907: Democrazia Cristiana, Concetti e Indirizzi, vol. 2: O.O. Serie 3, vol.3, p. 305.
(3 G. TONIOLO,Indirizzi e concetti sociali all’esordio del secolo XX, Democrazia Cristiana, 1900, vol.2: O.O. serie 3, vol.3,  pp. 276-277.
(4)op.cit, p. 277.
(5)op.cit., p. 279
(6)op.cit., p.280
(7)op cit., p. 281
(8)op. cit., p. 281
(9) )G TONIOLO,  Se io fossi un riformatore sociale…, 1894: Democrazia e concetti .. vol.1: OO
 serie 3, vol.2, pp.237-238.
(10) op. cit. ivi, p.237.
(11) op. cit., p. 238.
(12) G.TONIOLO, L’odierno problema sociale, 1905: O.O. serie 3, vol 1, p.73.




domenica 9 giugno 2013

L'attivita' umana

L'attività umana corrotta dal peccato

La Sacra Scrittura,  con cui è d'accordo l'esperienza di secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure e’ un grande bene dell'uomo, porta con sé una grande tentazione: infatti, sconvolto l'ordine dei valori e mescolando il male con il bene, gli individui e i gruppi guardano solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri; e così il mondo cessa di essere campo di una genuina fraternità, mentre invece l'aumento della potenza umana minaccia di distruggere ormai lo stesso genere umano.
Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno( Mt 24,13; 13,24-30. 36-43). Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, nè può conseguire la sua interiore unità’ se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio.
Per questo la Chiesa di Cristo, fidandosi del piano provvidenziale del Creatore, mentre riconosce che il progresso umano può servire alla vera felicità degli uomini, non può tuttavia tare a meno di far risuonare il detto dell'Apostolo: « Non vo­gliate adattarvi allo stile di questo mondo» (Rom. 12, 2), e cioè a quello spirito di vanità e di malizia, che stravolge in strumento di peccato l'operosità umana, ordinata al servizio di Dio e dell'uomo. Se dunque ci si chiede come può essere vinta
tale misererevole situazione, i cristiani, per risposta, affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se’ stessi, devono venir
purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo. Redento, infatti, da Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse rin­grazia il Benefattore e, usando e godendo delle creature in verta’ e libertà di spirito, viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e tutto pos­segga (9):  «...tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo, Cristo di Dio » (1 Cor. 3, 22-23).
Gaudium et Spes, nr. 37.

Toniolo 

propone alla societa' chiamata a correggere se stessa per essere se stessa,la democrazia sociale che vive le realta' della liberta', legalita', giustizia e carita' cristiana nella democrazia ispirata dal Cristianesimo. Egli dice infatti:(1)

Poiche' ' l'ordine sociale "si risolve fra gli uomini nell'attuazione per mezzo della libera volonta' umana del fine doveroso imposto dall'autorita' divina" (p. 361), la giustizia e la carita' esprimono due sommi ed eterni principi  della vita sociale, due naturali tendenze di cui l'una fa capo principalmente all'autorita', l'altra alla liberta'. Giustizia e carita' cristiana risultano dunque le  "virtu' ordinatrici ed avvivatrici del corpo sociale"( p.359).

La giustizia e' il fondamento dell'ordine sociale, non puo' giammai venir meno senza compromettere la legittima liberta' e il conseguimento dei fini di civilta'." 
Richiede di essere integrata dalla carita', "ma non puo' venire sostituita da quella".
Col progresso dei tempi, la giustizia e' chiamata non a diminuire di importanza, bensi' ad assumere compiti sempre nuovi, piu' alti e delicati di mano in mano che i rapporti sociali si ampliano, si affinano, si rendono piu' complessi". E tutto cio' perche' essa " risponde ad un concetto esatto dell'ordine sociale del quale autorita' e liberta' sono elementi del pari integranti"( p.360).

La carita', animata dalla fede, e' pur essa parte fondante della societa' :" perfezione della legge", ed " autrice di perfezione civile". Si sviluppa "in un ambito sempre piu' largo e sublime, parallelamente alla giustizia", anzi ordinariamente la precede, la sostiene, la orienta (p.363, 366).
La liberta' e' condizione posta dalla dignita' della persona, essa aiuta  a "conseguire con maggiore efficacia" le diverse finalita' del progresso di civilta' tra loro collegate; e compie cio' con maggiore efficacia  di quello che farebbe "il minuzioso ed accentrato regolamerntarismo", purche' rispetti " il  dominio riservato alla giustizia ed al rigoroso diritto" 
( p. 366).La liberta' per esistere esige delle condizioni: 
la certezza nella dignita' della persona e della sua liberta' interiore, 
il riconoscimento " della superiorita' della Chiesa sullo stato rispetto ai fini complessivi dell'esistenza sociale", 
e che  "si conservi fra i cattolici il culto della carita' "( p. 366)
Liberta', giustizia e carita' sono dei valori sociali democratici ispirati e sostenuti dal Cristianesimo.

La necessaria presenza della giustizia e della carita', rettamente intese, per un ordine sociale autenticamente civile e aperto al progresso di civilta', sta nel fatto seguente.
Nell'ordine di una societa' che rispetti l'armonia delle virtu' della giustizia e carita', virtu' e forze sociali animate dal cristianesimo, la liberta' e' goduta da tutti, e' rispettata, e' esente da un accentramento di ingerenze assorbenti (p. 361), ne' oppressa sotto la forza dei potenti (p. 362), scevra dal disgregamento atomistico, e non soffre la distruzione di enti autonomi intermediari tra gli individui e lo Stato; non e' nemmeno minacciata da contingenze storiche contrarie ad essa. Non potranno nascere leggi positive contrarie all'ordine sociale ben ordinato e orientato al fine ultimo ed al bene comune.( p. 361) (2).



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(1) G. TONIOLO, La funzione della giustizia e della carita' sull'odierna crisi sociale: Atti del primo congresso cattolico italiano degli studi di scienze sociali, vol. 1,in  Iniziative culturali e di Azione cattolica,1892: Opera Omnia, serie IV, vol.3, pp. 359-367.
(2) op.cit., pp.361-362.

giovedì 30 maggio 2013

Storia scienza secolarismo e secolarita'

Domande e risposte...:

La fede e la scienza vanno d'accordo se sono autentiche?...
Perche' un popolo non deve perdere la conoscenza delle sue radici storiche?...
Ha senso per un cristiano occuparsi  della vita politica e sociale?...



Che ne pensa Toniolo?...

1- Fede e scienza

La scienza non puo' essere in contrasto con la fede, se e' autentica, che anzi! la scienza puo' trovare un aiuto nelle certezze raggiunte e la convalida morale da parte di un altro campo di vita che respira la verita' autentica: la fede. Non si tratta di concordismo, ma, mentre la scienza svolge la sua ricerca scientifica con la propria autonomia, la fede, pur nella sua autonomia di campo, ne puo' divenire uno stimolo ed un arricchimento nel suo traguardo,consentendole una piena realizzazione, non operando nel suo campo, che le e' proprio, ma nella persona umana; in quanto che la ricerca umana del vero (scienza), nella sua realta' mondana, percorrendo la sua via, puo' raggiungere nella persona umana arricchita dalla fede autentica il possesso pacifico e sicuro di quella verita'. E dunque la persona attraverso due vie tra loro integrantesi, per mezzo della scienza e della fede puo' raggiungere gli aspetti dell'unica realta' che e' la verita': la certezza positiva , morale ed esistenziale circa un determinato argomento o idea ed il suo significato.
Dice infatti il Toniolo:
" La scienza rimane per tutti l'ordine dei veri dimostrati dalla ragione(speculativa e positiva); e quella che dicesi cristiana si avvantaggia soltanto di una ulteriore e piu' alta dimostrazione razionale, quella cioe' che i veri scientifici non risultano in contraddizione con le verita' superiori della fede, bensi' da queste trovansi spesso avvalorati ed integrati".(1)

2- Storia e radici storiche di un popolo.

La scienza storica e' una fonte di progresso per le altre scienze.(2). Il passato, accettato ed interpretato da', a chi lo custodisce nel pensiero e nella riflessione, un senso storico, promotore di avanzamento nel campo della vita impegnata in campo politico, sociale, civile, umano. La storia del passato con il suo fatto storico, che interpella la coscienza e l'impegno della volonta', delinea le vie da percorrere nel presente. Da tale ralta' nasce quel senso storico, che ogni nazione dovrebbe avere ed esprimere in una missione a lei riservata e chiarita dalla coscienza  delle proprie tradizioni e delle proprie responsabilita' e dal proprio pensiero.  E', tale missione,  vocazione di operare nel presente in vista del futuro. Tale missione-vocazione, scoperta attraverso il fatto storico del passato, le si adattera' armonicamente per la realizzazione di un compito aperto all'universale: la realizzazione della civilta'.(3)
Afferma Toniolo: " Nicolo' Tommaseo a ragione poteva dire per tutte le nazioni che, "se la storia generale non discende nel municipio, anzi se non penetra nella famiglia,... e' fredda. sterile e falsa". Cio' vale in modo particolarissimo per il popolo d'Italia, ove ogni zolla puo' dirsi avere una storia e qualche citta' indubbiamente conta, al cospetto dell'incivilimento piu' che la storia dei maggiori imperi.(4)
" Chi dice storia, dice umanita' e con essa pensieri, affetti, passioni, ideali, delusioni, aspirazioni, lotte, conquiste. E tutti comprendono che  in forza di questi fattori umano-storici si effettua e si evolve veramente la civilta'"(5). Da cio' scaturisce l'importanza della conoscenza della storia e dell'acquisizione o coscienza delle radici storiche che un popolo possiede.

3-Che senso abbia per il cristiano fare politica e occuparsi del sociale.

Il  cristiano, nella citta' secolare, non transige con essa in cio' che e' anticristiano (secolarismo), ma accetta cio' che ad essa e' proprio (secolarita') per donare cio' che a lui e' pertinente e proprio.
Questo determina l'impegno del laico credente e il suo "penetrare nel foro, nei tribunali, nelle scuole, nella reggia, nelle milizie, tutto rigenerando". Il Cristianesimo fonte di civilta,' vissuto dal laico rivive, si diffonde e agisce nella realta' da lui animata.(6).
"Non si tratta per i Cattolici di conciliarsi e transigere con lo spirito del secolo che, pur sempre materialista, fa d'uopo inesorabilmente cndannare ed espellere; bensi' conciliarsi in quelle forme estrinseche, in quei congegni e progressi materiali, che sono la gloria e il tormento, la forza e la debolezza dell'eta' nostra, in questo corpo gigante ma corroso e morituro, trattasi di soffiare un'anima nuova, 
quella del cristianesimo"(7). Ecco perche' ha senso che il cristiano faccia politica ed operi nel sociale e nel civile.


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(1)G. TONIOLO,Associazione internazionale per il progresso della scienza fra i Cattolici,1907: Iniziative culturali e di Azione Cattolica, in Opera Omnia, sez.4, vol.3,p.197.
(2) G. TONIOLO, Societa' scientifica generale fra i Cattolici d'Italia, in Inizative culturali e di Azione cattolica: Opera Omnia, sez. 4, vol. 3 ,p.145.
(3) G. TONIOLO, id, ivi, p. 155
(4) G. TONIOLO, id., ivi, p. 157 - 158
(5) G. TONIOLO, H. Spencer  nelle scuole sociologiche contemporanee: L'odierno problema sociologico. Studio storico critico, in Opera Omnia, serie 3, vol. 1, pp.427-428.
(6) G. TONIOLO, Indirizzi e Concetto sociali all'esordire del secolo XX, conferenze:Democrazia Cristiana. Concetti e indirizzi, vol.2, in Opera Omnia, serie III, vol. 3,  pp. 238, 242, 243, 244.

martedì 28 maggio 2013

Rinnovamento sociale

ll rinnovamento della societa'

scheda


R
Rinnovamento sociale(1).

"Non illudiamoci - dice il Toniolo- una rinascita e rinnovamento sociale e' impossibile senza un rinnovamento morale e religioso"(p.145). Proprio per questo le istituzioni (p.147) devono essere cristiane: bisogna "riformare e direi impregnare, saturare" i settori sociali attivi nel campo economico "dello spirito cristiano-cattolico, soprattutto le associazioni loro ( Toniolo le chiama Corporazioni) del settore primario, secondario e terziario,   esse devono essere una grande scuola pratica di educazione etico-religiosa"(p.145).
" Questo fine educativo religioso-morale sara' il vero succo vitale dei novelli sodalizi: questo sara' il nuovo campo aperto al clero dei tempi nuovi."(p146).
L'essenziale consiste nell'informare le istituzioni alla fede e morale cristiana (p.147).
"Il principio sistematico di voler formare  istituzioni cristane, perche' siano socialmente vitali, e' decisivo" (p.147). Quanto al nome "cattolico' non importa tanto, puo' esser taciuto (p.146).

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(1) G. TONIOLO, Momento urgente e soluzione imperiosa
Lettera aperta al conte St. Medolago Albani, in Democrazia cristiana. Istituti e forme, vol 2:
Opera Omnia, serie IV, vol 2, pp 142-155.
.Idee chiare sulla vitalita' del movimento democratico. Delineato il lento sorgere del movimento democratico cattolico in Italia e  la conseguente primavera (p.144) dell'azione sociale cattolica dopo la crisi del 1898, si domanda come possa resistere questa primavera, soprattutto "le rappresentanze di classe" (p. 145), di fronte al socialismo. A questa domanda risponde confutando alcune obbiezioni e prospettando 4 esigenze: confessionalita', solidarieta' ed elevazione dei piu' deboli, ordine sistematico, unione degli animi.

lunedì 29 aprile 2013

La filosofia nel pensiero di Toniolo.


scheda


F


La filosofia cristiana 
nel pensiero diToniolo

      E' quella filosofia che si pone tra il sacro della fede ed il profano del mondo e ne fa da collegamento. 
Per lui la filosfia cristiana e' l'impulso necessario ad ogni impegno scientifico secolare,che voglia avere durata .

Considera filosofia cristiana quella che definisce "tradizionale" e si collega alla filosofia scolastica.

Di essa dice:
" La filosofia tradizionale cristiana esprime un ordine di veri dimostrati (accertati), i quali danno ragione alle cause prime ed ultime dell'universo: l'ordine reale obiettivo degli esseri, stabilito da Dio". 
E' pertanto filosofia "razionale positiva (obiettiva ) per eccellenza". 
Essa  ha ricevuto "forma sistematica" da San Tommaso e nome di "scolastica". 
La filosofia cristiana tradizionale trova "conferma superiore" sebbene "estrinseca nella Bibbia, nel Vangelo e nella Tradizione cristiana". 
"Per questo -asserisce Toniolo-  fu detta filosofia perenne dell'umanita' ". 

Ne chiarifica quindi la validita' e i limiti dicendo:

"E' percio' stesso sempre viva e progrediente, in quanto di sua natura e' adatta ad assimilarsi tutte le conquiste successive che valgano ad illustrare ed integrare la suprema concezione (Weltanschauung) della realta' degli esseri. Chi ignori , offuschi o neghi qesto carattere della filosofia cristiana confessa, suo malgrado, il proprio difetto o di onesta' scientifica, o di comprensione filosofica, o di cultura storica".
Preciza pero' che "altro e' dire in che consista la sostanza immutabile della filosofia cristiana tradizionale scolastica, altro e' asserire che essa, riguardo ai principi informativi si sia sempre mantenuta pura nello schietto filone dottrinale, senza che si siano introdotte correnti torbide o deviatrici, e che rispetto alla sua ingenita virtu' di svolgimento, d'applicazione, d'assimilazione (derivante da que' principi stessi) non abbia subito in certi momenti storici rallentamento od arresto. Appunto perche' essa e' razionale, positiva e storica-tradizionale- per eccellenza, la filosofia cristiana puo' ripetere il passo di Terenzio: 
"Homo sum, nihil humani a me alienum puto".
"Ma cio' non toglie  che essa sia quello che e' per sua originaria essenza, e che non possieda in questa l'insita capacita' di perenne e progressiva espansione".
La filosofia cristiana va percio' colta nelle sue fonti genuine e va messa a confronto con i nuovi sistemi filosofici. Di qui nasce anche la necessita' di aggiornarla nell' "adoperare  linguaggio e metodi adatti all'odierna cultura", non rifusando inoltre di sfruttare i suoi "lumi ed indirizzi" in vista di sviluppare ed approfondire le ricerche scientifico-positive.(1)

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(1) Il suo pensiero, espresso in occasione della diversa accoglienza fatta nel mondo all' Enciclica "Pascendi" dell' 8 settembre 1907,  e' tratto da:
Toniolo Giuseppe, Le premesse filosofiche e la sociologia contemporanea: Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie(1908), in Scritti spirituali, religiosi, familiari e vari, vol.  2:
Opera Omnia di Giuseppe Toniolo, serie V, , vol 2, pp.119-121.

lunedì 15 aprile 2013

Incivilimento


I
Scheda


Incivilimento(1)

L'ideale del progresso umano e' la civilta'.
Ma la sua attuazione per gradi di ascensione e' l'incivilimento, che si puo' intendere come una progressione di attuazione della civilta'(p.247), un processo che tende a perfezionare cio' che esso conserva.(p. 10). L'incivilimento e' quindi una progressione storica, dinamica e vitale della civilta'.
Poiche' la democrazia e' promozione della persona umana nelle sue dimensioni individuali e sociali attraverso la garanzia della liberta' civile (pp.122-124), l'incivilimento non sara' tale se non sara' pure democratico e cristiano.
Quale speranza infatti puo' avere un popolo di progredire  ed approfondire la sua civilta' se in mezzo ad esso " la personalita' ha smarrito il concetto della propria dignita', si e' pervertito il cartattere morale, la famiglia non e' piu' un santuario, la casa un nido, un rifugio; ove e' fiacco lo spirito di associazione e dove, spente le ardite iniziative private, l'individuo e' ridotto ad un congegno della poderosa macchina dello Stato o ad un atomo incosciente del futuro collettivismo?..."(p.123).
Ma l'incivilimento e' strettamente legato anche al Crisianesimo ed alla Chiesa.
" I fini universali e perenni dell'incivilimento si confondono con quelli stessi della Chiesa"(p.190).
" Il fine ultimo del cristianesimo, quello dui una rigenerazione spirtuale e quindi di un perfezionamento indefinito dell'umanita'... fa coincidere l'essenza e i fini propri della civilta' con la sostanza e con  fini ultimi della religione"(p.213).
Non e' possibile spiegar l'incivilimento con i soli  fattori naturali-umani. "Esso e' massimamente opera del sovrannaturale divino"(p.230).
"L'inicivilimento fu sempre una immensa opera di educazione dell'umanita', adempiuta da quel grande educatore che e' Dio"(p. 266).






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(1) Giuseppe Toniolo, Indirizzi e concetti sociali all'esordire del secolo XX:
Democrazia cristiana, vol. 2. Concetti e indirizzi vol.2: OO serie III, vol.3, pp.1-182.

domenica 7 aprile 2013

Toniolo e sua chiave di lettura pasquale.

Toniolo va letto alla luce della Pasqua. Cio' significa che la sua lettura premette l'accettazione dei pensieri seguenti che sono di carattere biblico e teologico, ma che si fanno realta' nella vita sociale e politica.



« Liberazione » è uno dei termini che maggiormente polarizzano e

 affascinano i giovani, nella loro ricerca di un mondo svincolato dalle troppe 

catene che ancora lo tengono in oppressione. Ma da chi ci viene questa 

liberazione? Basta lo sforzo dell'uomo, la sua lotta appassionata per una

 maggiore libertà, dignità, giu­stizia? E a quali livelli è necessario agire?

Sono le strutture che modellano l'uomo, dicono alcuni. 

Cambiamo le strutture e ne risulterà cambiato l'uomo. E allora?... 

Lottiamo per far cadere le strutture ingiuste e anacronistiche della nostra 

società. 

È certo che le strutture hanno la loro importanza nel modellare l'uomo, 

renderlo libero o schiavo !... 

Ma il cristiano sa che la radice profonda del dramma deve essere cercata nel 

profondo dell'uomo, là dove si giocano le sue scelte fondamentali tra 

l'egoismo è la donazione. 

La prima e più radicale liberazione, da cui tutte le altre sono condizionate,

 è la liberazione dal peccato, questo cancro che corrode l'uomo nel suo 

profondo, che intacca i tessuti della vita sociale, che avvelena i rapporti e

 spezza la comunione. 

Cristo risorto è venuto a garantirci questa liberazione, radice e base di ogni 

altra liberazione.

 Liberazione dal peccato significa liberazione dalla più radicale alienazione 

che insidia l'uomo. 

Dove questa liberazione non è avvenuta, si è visto che il crollo di strut­ture 

ingiuste ha troppo spesso aperto lo spazio per altre strutture che non 

hanno saputo rispettare l'uomo.

L'uomo « nuovo » è soltanto l'uomo pasquale, che ha ricevuto da Cristo,

in uno sforzo di collaborazione fecondo, la sua liberazione. 

E le comunità dei credenti, la Chiesa, sono chiamate oggi  e sempre a 

prolun­gare l'opera di Cristo liberatore. 

Una liberazione che non può re­stare puramente interiore: se è autentica, 

si riversa e investe tutti i settori, tutto l'uomo, superando ogni visione 

« spiritualista » che finirebbe per tradire la liberazione, dono del Risorto.
(N.N)


Questo concetto sta alla base del Pensiero di Toniolo, che non puo' essere capito 

senza assumere tale concetto come  chiave di lettura. 


Per Toniolo infatti l'elemento impulsivo della dialettica storica non e' ne' il fatto 

negativo, ne' il fatto positivo, ma e' un elemento vitale che rimedia la deviazione e 

spinge a sempre nuove attuazioni positive di civilta'. E tale elemento e' il divino 

Personale, storico, incarnato nella Comunita' Chiesa e posseduto nel Cristianesimo 

storico integrale.( 1)


Toniolo inoltre vede la liberazione cristiana 

concretata nella realizzazione della Democrazia cristiana.(2)


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(1) "...errore di non pochi scrittori odierni che la stessa morale cristiana sia po' su po' giu' uno sviluppo di quella stoica;  cosi' tutta la civilta' sia figlia della perfettibilita' naturale e non gia' di Cristo, alfa ed omega della storia dell'incivilimento" :Toniolo G., Lettera al marchese A. Albergotti, Lettere, vol 1, Citta' del Vaticano, ed. Comitato Opera Omnia di G. Toniolo, 1952, pp.285-287.
Toniolo Giuseppe, Cenni sulle crisi sociali e sulle corrispondenti dottrine socialistiche: Opera Omnia, serie IIa, vol.1, pp.267-441.

(2)cfr.: Dall'Antonia Sergio SDB,Per una democrazia diretta. L'ideale evangelico-sociale di Giuseppe Toniolo,Venezia dicembre 1972, Ed. San Marco, pp.76.



lunedì 1 aprile 2013

Crisi economica


CRISI ECONOMICA:

Toniolo era convinto che non fosse la tutela della classe dirigente o borghese la salvezza dell’economia, ma una economia  basata sull’etica cristiana. Di fronte ai “Conservatori sociali” che ritenecvano la soluzione della crisi economica e sociale trovarsi nel semplice accomodamento formale ed estrinseco dell’ordine economico ed ai “Riformatori radicali” che cercavano la soluzione dell’ordine economico sociale con ribaltamenti radicali, di fronte al socialismo anarchico o a quello statalizzante, di fronte al concetto malthusiano dell’aumento della ricchezza mediante l’impoverimento della fecondita’ nelle famiglie, egli reagiva affermando la necessita’  di riorganizzare la Societa’ in modo che “tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche cooperino al bene comune, ma con prepopnderante vantaggio delle classi inferiori"(1). Era la proposta della Democrazia estesa all’economia.

cause e prospettive

Ecco un’ interessante riflessione da attuare nel campo economico, civile, familiare, umano propostaci da un bravo commercialista.
Una voce che va ascoltata.


In tutto questo parlar di crisi economica, in tutti questi
encomiabili tentativi di individuarne cause e motivazioni,
in questi distinguo e paralleli tra crisi economica e crisi
finanziaria; in questo continuo chiedere la crescita alle
varie imprese e agenzie, mi sembra che si sia trascurata
una componente essenziale di crescita o di depressione.
In che rapporto stanno crescita economica, sviluppo,
ricchezza pro capite, depressione … con la crescita o la
depressione demografica? Dal come e quanto se ne parla
sembrerebbe che non ci sia alcun legame, se non qualche
timido accenno all’invecchiamento della popolazione ma
senza esplicitarne le conseguenze.
Io ho l’impressione che la base dell’attuale visione
economica sia quella degli economisti del 1700-800:
Sir James Stewart, Adam Smith e più ancora il pastore
anglicano Thomas Malthus il cui ragionamento molto
semplice ed evidente (secondo lui) era il seguente:
considerata la ricchezza come una torta ne consegue che
più siamo e meno ricchezza abbiamo, meno siamo e più
aumenta la ricchezza. Esempio: immaginiamo di avere una
bella torta di 50 cm di diametro, se la dobbiamo dividere
tra 1000 persone, ne possiamo avere un pezzettino piccolo
piccolo ciascuno, ma se la dividiamo per 10 persone ne
abbiamo un pezzo ciascuno, 100 volte tanto. Quindi
la soluzione del problema economico (povertà) è la
diminuzione della popolazione.
Su questo argomento così “stringente” pochi anzi
pochissimi reagirono: il primo fu Jonathan Swift con
una satira allucinante pubblicata in un pamphlet (A
Modest Proposal: Una proposta modesta (1729), dove la
“proposta”, causticamente satirica, era quella di usare i
bambini poveri irlandesi come cibo per i ricchi, fornendo
anche ricette per poterli apprezzare al meglio); Carlo
Marx, Ralph Waldo Emerson, John Stewart Mill e
qualche altro, hanno smontato l’asserto perentorio di
Malthus, ma è stata soprattutto la storia che ha mostrato
che quanto più di popolazione c’è tanto più di ricchezza
c’è. Quando l’Italia era circa 20 milioni, eravamo dei morti
di fame, quando siamo diventati 40-50 milioni abbiamo
avuto il boom economico.
La soluzione dei nostri economisti è la seguente:
aumentare i consumi, cioè noi dobbiamo consumare
di più, possibilmente per 10 persone e allora l’economia
incomincia a girare. Il che è evidente. Ma perché io devo
consumare per 10? Non è meglio invece che ci siano altre
dieci persone che consumano? Perché devo diventare
consumista quando tutti sanno che il consumismo ci fa
perdere in umanità? Non era l’allarme già lanciato negli
anni ‘60? La condivisione è invece crescita dell’uomo
in quanto uomo e anche crescita economica. E allora
la crescita demografica (e quindi il ringiovanimento
della popolazione) è la base dello sviluppo economico;
l’invecchiamento la sua morte. Come mai le nostre
grandi intelligenze dei tecnici dell’economia non hanno
visto questo nesso? Si persegue invece in molti modi la
depressione demografica. Pensate un po’ come esempio:
con l’aborto dal anni 1978 a oggi siamo un circa d 4 a
5 milioni di Italiani in meno: quante vetture in più
avrebbe dovuto produrre la Fiat? E le abitazioni, case,
appartamenti, vestiti …? Chi ha osato dire che l’aborto ci
ha impoverito? Sia eretico: al rogo, al rogo! Se noi come
popolazione continuiamo a diminuire diventeremo sempre
più poveri e non sempre più ricchi. Questo non sarebbe
un castigo di Dio: non è necessario che Dio ci castighi
perché ci castighiamo già da soli. Cari sapienti economisti,
provate a fare dei conti, giusti.
Il vero rimedio è la crescita della popolazione.
E allora? Tutti quelli elementi che contribuiscono
all’aumento della popolazione, e cioè:
1)Immigrazione programmata: i nostri economisti
hanno previsto che di questo passo saremo presto senza
(quasi lo siamo già) idraulici, falegnami, muratori,
agricoltori …mestieri che i nostri figli non vogliono più
fare? Prepariamoci la mano d’opera e appena pronta
portiamocela in Italia.
2)Favorire le nascite, non renderle sempre più difficili e
così si favorisce l’aborto, ulteriore impoverimento umano
ed economico. Ogni bimbo è una ricchezza e allora a
vagire guadagni 1000 euro al mese.
Quando lavorerà potrà restituire alla società un tanto al
mese del suo stipendio (come una pensione rovesciata).
3)Perché, negli alimenti, rendere legalmente obbligatorio
lo spreco? Non si può nemmeno riciclare il cibo dando
gli avanzi agli animali, come maiali, pollami ecc. ecc. ecc.
Possibile che non si possa sterilizzarli e riutilizzarli per
farne mangime, combustibile …
E chissà quante altre possibilità ci sono solo che
l’intelligenza dei nostri esperti funzioni a dovere!
Sì, ci sono state voci eminenti che già da tempo hanno
messo in guardia come la produzione non può aumentare
né restare inalterata se la popolazione diminuisce.
<
Ciampi, in una delle sue ultime “Considera­zioni finali”
nei saloni ovattati di via Nazionale, per la prima volta, a
memoria di cronista, espresse in un documento ufficiale
dell’establishment politico-economico un cenno ai rischi
per il futuro del Paese derivanti dalla decadenza demo­
grafica, che già si andava profilando con chiarezza. Questo
in sostanza l’avvertimento: la crescita del nostro sistema
produttivo non può essere alimentata troppo a lungo se le
nascite si contraggono sistematicamente. Da quel 31
di maggio gli allarmi sul “suicidio” demografico si sono
moltiplicati ma del tutto inutilmente… (da Gianfranco
Marcelli, AVVENIRE, 21 febbr. ’13)>>
Economisti, svegliatevi, ritengo che dobbiate lavorare su
queste linee principalmente, senza con questo trascurare
altri accorgimenti (hanno anch’essi la loro portata) sapendo
che sono ammennicoli che presto si spompano: es. aprire
nuovi mercati sapendo che presto anche quel mercato si
saturerà, ecc. ecc.
La vera e prima ricchezza è l’uomo, ogni uomo, anche
il più invalido, non solo perché, come quel disabile che
costruisce varie attrezzature per disabili in base alla sua
stessa esperienza di disabile, può essere utile anche lui,
ma anche perché, se non altro, dà lavoro agli altri:
eliminate tutti gli anziani non autonomi, quanti vanno in
disoccupazione? Avete fatto il conto? Fate funzionare i
numeri, coraggio.

NB. Non sono stati presi in considerazione aspetti e giochi
finanziari.


Oreste Steccanella,
commercialista,
TREVISO città.

Nonpossiamo se non ringraziare chi ci aiuta a riflettere.

(1) Vistalli Francesco,Giuseppe Toniolo, op.cit. p.238.